venerdì 29 gennaio 2010
Sequel
Sequel (o seguito che dir si voglia). Per non forzare la mano e per non disperdere le energie (che vanno concentrate invece sulla prossima prova letteraria di cui saprete presto) ho pensato che chi desidera scrivere il seguito, gli sviluppi, la seconda parte di "Un racconto al giorno", ne ha ovviamente facoltà. Lo inserisca però tra i commenti del post di appartenenza. Per esempio, Salvatore, ha scritto e inserito nell'apposito spazio dei commenti del suo racconto ("Donnalucata, luglio 1943") la acclamatissima Ncilina! Vi consiglio di andare a leggere questo goloso (scoprirete perché "goloso") sequel. In questo post dunque solo commenti, perplessità, richieste.
Oggi è la volta di Eluz. Trovate il suo racconto ("Crudeli innocenze") sotto. Domani con il racconto di Tanus si chiude alla grande questo secondo felice esperimento!
Postilla: Chi deciderà di scrivere il sequel e di inserirlo nel proprio post di appartenenza, lo comunichi in questa sede per evitare che possa passare inosservato.
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OOps! Ho sbagliato, l'avevo messo sull'originale, rimedio
RispondiEliminaNcilina
Passando dietro la casermetta a Totò gli corse l’occhio verso la Garitta e fece caso a un’ombra appena accennata, ma lui aveva la vista allenata dalla pesca a prua con la fiocina – Saru – bisbigliò – u miricanu, mi puozzu sbagniari, ma pi mia è arrieri a garitta – Zittiti – rispose Saro con un sussurro, poi ad alta voce – o launaru mi para genti – il maresciallo diede l’ordine di andare avanti verso l’insenatura che si intravedeva a un centinaio di metri dalla casermetta , ma non trovarono nulla, a quel punto il plotoncino di riservisti si fermò e il maresciallo li mise in libertà, alcuni avevano casa nelle vicinanze e ormai che la guerra, almeno in quel lembo di Sicilia davanti a Malta, era persa, se lo sentivano tutti; erano due giorni che, fra bombardamenti aerei e navali, non avevano pace e loro lo sapevano di far ridere col loro vecchio 91, di soldati veri non se ne erano visti.
Saro e Totò piano piano, quando furono soli, tornarono indietro passando da sopra fra la scoparina e le zammarre; all’altezza della casermetta videro l’uomo, - Miricanu – gridò Saro – no miricanu, picciotto - rispose l’uomo.
Dopo qualche schermaglia verbale si capirono, L’americano si chiamava John, veniva da nuova york ed era figlio di Masi Lopez di Agrigento, ma lui era nato in America, il paracadute era suo e l’indomani avrebbero visto, comunque aveva avuto ordine di prendere contatto con don Nittu.
Di questo don Nittu né Saro né Totò avevano mai sentito parlare, del resto lui pensava di essere a Gela e invece era almeno 70 kilometri più a sud.
Saro accettò di ospitarlo, anzi di nasconderlo, soprattutto dopo che John gli aveva regalato il paracadute. Lo nascose in una casa di paglia, in campagna, in contrada Piane.
L’indomani mattina ricominciò il bombardamento, ma stavolta il mare era tutto occupato da navi. Erano schierate a meno di 5, 6 miglia dalla costa e da ponente a levante occupavano tutto l’orizzonte.
Nella grotta di Chiafura Ncilina, una ragazza di 16 anni, bianca e rossa “comu na cirasa” , la mattina vide arrivare Saro, suo padre, seguito da un giovanotto con la barba lunga e, quasi contemporaneamente cominciò a sentire le cannonate che facevano tremare la montagna; suo padre portava un fagotto, entrò nella stalla e scanzato Pinuccio, l’asino che masticava lento quel po’ di paglia che aveva nella mangiatoia, lo nascose sotto una balla, nel solaio, adibito a piccolo fienile.
Intanto John si guardava intorno, era un quartiere di case scavate nella montagna, la gente andava e veniva, dava la voce a Saro e chiedeva – què? E’ tedescu? – No Miricanu, ma so patri è di Girgenti; stanu sbarcannu duoppu Timpirussi, u mari è chinu ri navi ruossi, fra n’urata su ccà.-. La gente non si meravigliava più di tanto, quelli impressionati erano a mare perché avevano visto le navi, nessuno pensava che c’è ne potessero essere tante.
John si avvicinò a Ncilina e dalla tasca dei calzoni trasse una tavoletta incartata , sulla carta c’era scritto “U.S. Navy”; Gliela porse con un sorriso – good good to eat, manciari – disse; Ncilina Guardò suo padre, questi gli disse –pignatilla-, timidamente allungò la mano, la prese, svolse la carta –manciari manciari- ripeté John facendo il gesto di portare qualcosa in bocca, Ncilina la assaggiò, era dolce, qunt’era buona, sembrava un torrone, ne prese un altro pezzettino e per la prima volta in vita sua mangiò la cioccolatta.
Adesso ho capito, ho sbagliato lo sbaglio
RispondiEliminaMi sono spiegato male: avevi fatto benissimo a inserire il tuo seguito tra i commenti del tuo racconto iniziale: va bene lo stesso, Salvatore. Si vede che lo leggiamo due volte!
RispondiEliminaSalvatore è l'uomo dei contrasti! Colpisce sempre la precisione tecnica delle descrizioni nei momenti "pratici", che finisce però per accordarsi con lo stupore della poesia. Goloso in tutti sensi, avevi ragione, Gianni!
RispondiEliminaSalvatore non delude. Bella l'atmosfera che precede lo sbarco e bellissimo il "dolce" stupore di 'Ncilina
RispondiEliminaHo appena letto il sequel di Yorick: molto bello! Qualcosa mi dice che il vostro talento non passerà inosservato.
RispondiEliminaBelli i sequel, appassionanti! In effetti io li leggo almeno due volte per essere sicura di non perdermi niente.
RispondiEliminaMi piace la mescolanza di americano e siciliano di Salvatore, così come mi è piaciuta la frase del sequel di Yorick
"Farà le valigie, mi ha detto, anche se non partirà. Per essere pronta e vitale, per fare quello che sente che deve". Mi fa pensare che si può partire anche solo con la mente, senza bisogno necessariamente di farlo col corpo
Pir-Simona: Allora che fai, lo annunci il tuo sequel? Anch'io desidero sapere qualcosina in più di Eldero...
RispondiEliminaYorik la riflessione sotterranea di un innamoramento problematico, per un verso o per l’altro tocca le corde di tutti, ci induci a riflettere su noi stessi e questo non è poco. Adesso, per tirare il fiato, mi aspetto una delle tue battute
RispondiEliminaVa bene, va bene, ma forse necessito della serata per rielaborare l'ispirazione.
RispondiEliminaVoi non pensate troppo a Tex Willer però! :-)
Salvatore, le conclusioni dei tuoi racconti sono sempre molto belle.
RispondiEliminaHo riletto il mio sequel e ho capito perché si chiama sequel. Perché tutti dicono: "Sequello è un sequel..."
RispondiEliminaPirsi: Io veramente mi sto concentrando sull'ultimo dei mohicani. Che ne dici di una corsa a perdifiato di Dave Linda che sfuggono agli uroni cattivi?
RispondiEliminaChi sono gli "uroni cattivi"? Mah, io comunque ho composto, vado a postare il mio sequel!
RispondiEliminaMa qui non ci si ferma mai!!! Salvatore, dolcissimo sequel, questo in cui Ncilina scopre la "cioccolatta". E sospetto, non solo quella...
RispondiEliminaPirsimona: Molto bello il tuo sequel. Potente e suggestivo. Che non può non evocare altre visioni, altre letture. "Corvo rosso non avrai il mio scalpo" e "Balla coi lupi", per esempio. Ma anche, e soprattutto, Ken Parker, il più bel fumetto western ecologista mai concepito. Gli amici appassionati di fumetti capiranno e approveranno. Pirsi, credo che piacerebbero Linda e Ddave (ed Eldero e Shadi) per una serie televisiva (scritta da te!)
RispondiEliminaGrazie Gianni, tu hai intenti troppo elevati per una pseudo-scrittrice che conosce Tex Willer solo di nome!
RispondiEliminaSimonapir: Non c'è di che. Scrivi molto bene, e questo mi piace molto.
RispondiEliminaChissà se Eluz, Fara e Tanus scriveranno un seguito?
RispondiEliminaIl tuo sequel, Pirsimona, mi ha confermato l'impressione della prima parte: i racconti d'avventura dell'infanzia. Mentre facevo le malattie esantematiche, insieme allo sciroppo tanto inutile quanto buono, bevevo Kipling, Conrad, Stevenson, Melville. Bella la formazione del protagonista, suggestive le immagini. Hai disegnato a meraviglia la scena del bivacco.
RispondiEliminaMi piace l'idea di fare un pre-sequel! Qui non ci si ferma mai, eh...?! ;)
RispondiEliminaEluz, ma allora lo scrivi? E che ne dici della nuova storia ad ostacoli?
RispondiEliminaSì che lo scrivo! Avevo riflettuto su un seguito, ma effettivamente non avrebbe avuto senso. Un pre-sequel invece è un'idea grandiosa! Ho già qualche pensiero che ronza nella mente... Ispirato forse da qualche quadro pubblicato in passato...
RispondiEliminaLa storia nuova già mi piace, anche se non c'è ancora!
ALL'ATTACCOOOOOO!!!!!!!!!! :))))
Dai Eluz! Ma anche Tanus potrebbe raddoppiare la sua storia afghana! Anche alla quasi-fine di questa tornata sono contento dell'impasto tra colori, forme e parole!
RispondiEliminaBeh, ragazzi, bella anche quest'altra esperienza: che non direi conclusa del tutto. Sbaglio o Fara non si è ancora pronunciata?
RispondiEliminaSto rileggendo racconti e commenti relativi con una colonna sonora speciale (tratta da youtube): "Book of love" nella versione semplicemente stupenda del grandissimo Peter Gabriel. Dedicata a tutti voi.
RispondiEliminaNono, SoleNuvole... La canzone è da dedicare a tutti "NOI"! :)
RispondiEliminaUn consiglio appassionato a tutti i naviganti: Andate a leggere il bellissimo sequel di Fara!
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