lunedì 31 maggio 2010

domenica 30 maggio 2010

Le recensioni emotive: Non esiste saggezza


di Giovanni Yorick Piazza

Leggendo Non esiste saggezza ho pensato che è bello raccontare o ascoltare storie. A un certo punto Carofiglio fa citare a Tex Willer la teoria sulla “willing suspension of disbelief” di Coleridge: la volontaria sospensione dell’incredulità di chi ascolta e fa finta che in quella storia tutto sia possibile. Ho pensato che devo avere una soglia bassa, perché tutte le storie mi sono sembrate vere. Anche l’unica che racconta un evento incredibile mi è sembrata reale. Mi ha ricordato un racconto di Vázquez Montalbán, e se possibile, ancora più credibile di quello. Mi ha spiazzato il fatto che tutte le storie siano raccontate in prima persona e che l’io narrante ha ogni volta un nome e una professione diversi. Raccontando allora si può essere chi vuoi. Puoi trasformarti in mille persone, cambiare aspetto, modo di vedere e di pensare. Puoi usare diversi registri linguistici e parole diverse in ogni contesto, e queste parole hanno un potere infinito, che i presunti potenti del mondo si sognano. Puoi usare le parole come i bastoni del contadino delle Murge: colpisci e sai che gli altri dovranno guardarti con rispetto, perché tu conosci un’arte che si impara in luoghi segreti. Carceri, masserie desolate, strade di periferia, angoli di città in guerra. Insomma, in tutti i posti del mondo in cui si può ascoltare un racconto e abbandonare la normale diffidenza: in una storia raccontata tutto dev’essere per forza vero.
(In bocca al lupo a Gianrico Carofiglio per il suo libro appena uscito e auguri di buon compleanno).

venerdì 28 maggio 2010

Diario della pioggia - 38, 39, 40




Tavole: 38, 39, 40.
Squilla il telefono. Pronto? Sono il sesto capitolo...

Autobus news - Fuga in avanti


Nuova rubrica: cronache dall'autobus...

Foto e testo di
Giuseppe Scuderi

Mi piace pensare all'antica scritta "non disturbare il conducente" (con la modifica in "non masturbare il conducente" che ci impegnavamo, studenti di scuola media, a fare al capolinea). La sinuosa donna nera si è incuneata nel posto guida, all'interno della porticina, ha allegramente conversato, ricambiata, con l'autista, che, così distratto, guidava l'autobus come un'auto da corsa, saltava le fermate ecc.

giovedì 27 maggio 2010

Giochi: Giochiamo con il Giocatore






Il gioco consiste nello scrivere il testo, ogni balloon e ogni didascalia (niente di più, niente di meno) reinventando dunque i dialoghi già esistenti di questo capitolo de Il Giocatore, graphic novel apparsa tre anni fa per i tipi della Frassinelli. So che alcuni di voi conoscono il testo e possiedono addirittura il libro (vado a memoria e a casaccio, sicuro di dimenticare qualcuno: Fara, Salvatore, Yorick, Cisca, Claudio, Maurizio... Fossi in voi, per puro gioco, per mera scommessa e per autentico divertimento, non andrei a sbirciare il volume, non lo sfiorerei nemmeno. Quando il gioco si fa duro, eccetera. Mi piacerebbe che giocaste in tanti a "travisare" lo script di Roberta Torre. Io un po' lo feci a suo tempo, facendo virare la sceneggiatura verso un'atmosfera alla Almodovar. Colore acceso, passionale, senza mezze misure e melodramma senza pietà. Vediamo come riesce a voi. Gli amici illustratori e disegnatori che recentemente si sono affacciati con mio enorme compiacimento su questo blog, sono caldamente invitati a partecipare con slancio!

Viaggi e miraggi: La festa degli aquiloni





Una nuova rubrica, fatta di reportage casuali dal Mondo. Si comincia da San Vito Lo Capo. Scrive per noi, Simona.
Foto e testo di Pirsimona

Un mondo antico quello degli aquiloni. Le prime tracce risalgono alla Cina del IV secolo a.C., ma probabilmente comparvero molto tempo prima. La loro diffusione nell'est asiatico è legata ad una tradizione magica ed animista: in Polinesia
rappresentano la linea di unione tra gli dei e l'uomo; in Corea il nome ed il destino di un bambino sono legati al volo di un aquilone, mentre in Giappone in occasione della Festa del 5 Maggio, con il loro volo si celebra la nascita dei bambini avvenuta l'anno precedente.
A me la parola AQUILONE fa venire in mente il libro di Khaled Hosseini da cui è stato tratto l'omonimo film, molto intenso e commovente. La storia è ambientata nell'Afghanistan degli anni settanta, prima che iniziasse un lungo periodo, ancora non del tutto concluso, di invasioni e guerre. A quei tempi ogni anno si svolgeva il combattimento degli aquiloni, un torneo a cui partecipavano esclusivamente bambini: gli aquiloni erano del tutto artigianali, costruiti con canne di bambù, filo e carta. La particolarità era che i lunghissimi fili venivano immersi in una miscela di colla e vetro polverizzato: questo serviva a renderli taglienti in modo tale da potere recidere il filo degli aquiloni avversari. La pratica procurava profondi tagli alle mani dei partecipanti ma questo era motivo di vanto tra i bambini che mostravano orgogliosi le loro cicatrici. Durante la gara sarebbe rimasto un solo aquilone vincitore e l'ultimo a precipitare verso il basso sarebbe stato "cacciato"
dai bambini: riuscire ad afferrare l'aquilone sconfitto era ancora più prestigioso che vincere la gara stessa. Sono passati tanti anni da quelle gare annuali, e oggi purtroppo in Afghanistan non volano più aquiloni in cielo. Nel finale del libro l'autore si augura di poter vedere nuovamente i bambini afghani giocare e sfidarsi come facevano i loro antenati.
E' con lo stesso spirito che ho assistito al "Festival Internazionale degli Aquiloni" a San Vito Lo Capo, una manifestazione in cui l'aquilone è diventato un simbolo interculturale in grado di riunire mondi ed identità artistiche sotto un unico cielo. Erano infatti presenti delegazioni di diversi paesi: Brasile, Cambogia, Danimarca, Francia, Ghana, India, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Svizzera. Uno spettacolo emozionante, che le poche immagini riportate non possono
spiegare in maniera esaustiva ma che probabilmente stimoleranno la vostra curiosità e la vostra fantasia.

mercoledì 26 maggio 2010

Diario della pioggia - 34, 35, 36, 37





Tavole: 34, 35, 36, 37.
Si chiude misteriosamente il quinto capitolo.

La città sgrammaticata - Vota per me


Foto e testo di
Gigliola Siragusa
da Palermo

La politica e la sua funzione nella società.
Sicuramente il più simpatico, il più accattivante, il più divertente candidato che io abbia mai visto su un manifesto elettorale.
Quasi quasi alle prossime elezioni mi ricorderò di lui...

martedì 25 maggio 2010

Ortigia, ancora


Andare a vedere due tragedie bellissime come "Aiace" (animalità allo stato brado) e "Fedra" (poesia tutta sonora) e tra i due piaceri godersi un paio d'ore di sole spaccapietre a Ortigia, è un triplo godimento. Se poi ci mettete un piatto di pasta da Mariano e quattro amici che sono in perfetta sintonia, il piacere si moltiplica. Quello del disegno non sono io: io sono decisamente più bello.

Un italiano esemplare


Talento, coraggio, studio. Un esempio per tutti, per gli artisti giovani e per quelli attempati. Elio Germano, teniamocelo stretto.

venerdì 21 maggio 2010

Cornuto e bastonato










Nel 1949 due giovani aspiranti registi, Dino Risi e Fabio Carpi, scrivono una storia tratta da una novella di Pirandello per proporla a Totò sperando di realizzare un film. Il talento dei due cineasti di belle speranze è già tangibile, ma difetta loro il potere contrattuale. Non riescono infatti a distrarre il grande Totò, all'apice del successo, dai numerosissimi impegni già in cantiere. Il soggetto finisce in un cassetto. Naturalmente Dino Risi qualche tempo dopo sarebbe diventato Dino Risi egualmente. Solo una quarantina d'anni dopo, il saggista e critico cinematografico Alberto Anile, scopre il prezioso progetto rimasto incompiuto. Nel 1998, all'interno della rassegna "Acquaviva nei fumetti", Michele Rossi, vulcanico esperto di fumetti e magnifico organizzatore di eventi culturali, mi affida lo script per farne un fumetto. Buona lettura.

Isole brade - Pirati in paradiso

Foto e testo
di Loredana Salzano
dalle Eolie

Stamattina mi sveglio, mi accosto ai vetri del balcone, stropiccio gli occhi senza sollevarli, guardo fuori: "tempaccio" mi dico, poi li alzo un tantino di più e vedo questo po': "Cos'è.... il vascello dei Pirati??".
No è "solo" la Royal Clipper che cito testualmente: "ha l'onore di essere il più grande e rapido veliero da crociera al mondo, e l'unico che con 5 alberi e con 42 vele quadre offre uno spettacolo unico. Realizzato nel 2000 si ispira al leggendario Preussen che nel lontano 1902 fu varato come il più grande e veloce veliero che avesse mai solcato gli oceani. Lungo 134 metri, largo 16,50 metri, con 5.061 tonnellate di stazza lorda".
A questa distanza breve, brevissima, la "stazza" la percepisco pure fisicamente (a momenti pare che la prua mi entri in casa!), insieme al fascino innegabile ed elegante del veliero. A pensarci bene viene piuttosto spesso da queste parti tra la primavera e l'autunno. Eppure c'è qualcosa di diverso. Il fatto è che oggi PIOVE, a dirotto. Con tanto di tuoni lampi fulmini e saette. Il veliero pare arrivato davvero dal passato. Ha un effetto stropicciato. Bellissimo.
Vedo le navette della Royal Clipper scaricare a tappe centinaia di "poveri" croceristi già impermeabilizzati e preparati al peggio. Ma tanta acqua e tutta insieme a Lipari forse non s'era mai vista. Non in maniera così violenta.
Ecco perchè quel veliero lussuoso avvolto da quest'atmosfera brumosa e insolita pareva una nave dei pirati. Uno spettacolo. Davvero.

Libertà di stampa


Bisogna difenderla, con le unghie e con i denti.

giovedì 20 maggio 2010

Diario della pioggia - 29, 30



Tavole: Ventinove, Trenta.
(A grande richiesta...)

Meglio un giorno da Asino


Oggi "L'Asino" taglia il traguardo dei mille numeri: festa di satira on line! Erede elettronico acuminato e frizzante dello storico giornale di Galantara, "L'Asino" da qualche anno, sotto l'attenta cura e direzione del celebre cartoonist Ro Marcenaro, propina quotidianamente dosi di satira massiccia: vignette di autori celebri e autori giovani che non hanno nulla da invidiare ai "senatori". Finché c'è satira c'è speranza. Auguri e altri mille per mille di questi Asini al Maestro Ro e a tutti noi, affamati e assetati di satira e informazione libera. Nella colonna dei link trovate l'indirizzo del giornale elettronico che vi consiglio di leggere quotidianamente. Quella che vedete è la mia vignetta augurale.

mercoledì 19 maggio 2010

Mai credere alle apparenze





Questa short story inedita si deve per il testo al saggista e scrittore Marcello Benfante. Sceneggiatura, disegni e colori sono del vostro affezionatissimo. La realizzai nell'ottobre del 1995. Periodo di transizione, come tanti del resto: il mercato della satira giornalistica cominciava a restringersi e si allargavano le mie esigenze su altri versanti: quello della pittura, per esempio, ma anche quello relativo alla voglia di raccontare a fumetti, prima che la graphic novel entrasse nel lessico di tutti i giorni. Pensavo che la vignetta presto avrebbe ceduto il passo ad altro: mi sbagliavo. Continuavo a disegnare la tavola settimanale per Avvenimenti, riprendevo dopo una breve pausa con Linus e nel 1999 Repubblica mi chiese una vignetta al giorno. La pittura spingeva e nel 1996 si sostanziava in una prima mostra (forse un po' troppo precoce per quanto necessaria). La graphic novel mi avrebbe fatto penare invece non poco: la prima, quella per i tipi di Frassinelli, Il Giocatore, avrebbe visto la luce solo nel 2007.
Domani, sempre a proposito di storie a fumetti coloratissime, una piccola sorpresa per gli appassionati del principe De Curtis.
Un consiglio da amico ipermetrope: cliccate su ogni immagine e ingranditela. Vedrete e leggerete da pascià.

La città sgrammaticata - Forma sine substantia


Foto e testo di
Gigliola Siragusa
da Palermo

Forma e sostanza. C'è chi privilegia la forma, chi la sostanza, chi afferma che la forma non è solo il contenitore ma anche il contenuto. Ma se la forma non è riempita dalla sostanza rimane inerme. Palermo è spesso una forma in cui la sostanza latita.
Anzi, a Palermo ci sono forme con sostanze costituite da essenze fini solo a sè stesse.
Questi panni appesi li paragono all'impasse che caratterizza la nostra classe politica che poco destina, in pensieri e denaro, ai beni artistici ed ambientali della nostra città.

martedì 18 maggio 2010

Diario della pioggia - 24, 25, 26, 27, 28






Tavole: 24, 25, 26, 27, 28.
Si chiude il quarto capitolo di questa complessa e uggiosa graphic novel. Tre capitoli restano nel cassetto e non so se prenderanno aria in tempi rapidi. Cinque restano da disegnare (ma non è assolutamente detto che Diario della pioggia non resti un'opera incompiuta). La situazione è ingarbugliata: dunque eccellente.