lunedì 18 gennaio 2010

Il più grande regista vivente


Non esiste film diretto da Clint Eastwood che abbia visto che non rientri tranquillamente nella categoria dei bei film, perlomeno. Ma sono in genere film bellissimi e molto spesso capolavori. Come stabilire, allora, una gerarchia di valori, una classifica? Per quel che mi riguarda è solo una questione di gusto. Se, per ipotesi, un neofita appassionato di cinema mi chiedesse quali lavori di Eastwood vedere immediatamente per farsi un'idea della grandezza del più grande regista vivente, suggerirei, di sicuro, due capolavori. "I ponti di Madison County", di rara bellezza melodrammatica, asciutta e densa. Il melodramma è un genere per definizione scivoloso. Anche il regista più bravo (e navigato) rischia di cadere rovinosamente almeno una volta nella pozza di lacrime che il genere comporta. A parte Almodovar, maestro di melodramma ma per cifra stilistica ed argomenti antitetici a quelli di Clint, nessuno tra i registi attivi può competere con Eastwood. Ne "I ponti di Madison County" Meryl Streep, che ancora oggi non ha rivali (la incalza ma ancora distante solo Kate Winslett), offre la sua migliore interpretazione: una performance sublime. E Eastwood, ruvido e tenerissimo, è al top del rigore dietro e davanti alla macchina da presa. L'altro è "Un mondo perfetto", film dal ritmo narrativo, appunto, perfetto. Che vede un Kevin Cosner ispirato e senza tentennamenti alla sua migliore interpretazione, una sceneggiatura ad orologeria, una regia impeccabile, magistrale. Un road movie intensissimo, indimenticabile, che ti prende a pugni lo stomaco e ti contorce l'anima fino alle lacrime. Un film dove il bene e il male si lambiscono ma il riscatto del malvivente purtroppo non ha modo di compiersi pienamente: una costante nei film di Eastwood. Interessato più alle contraddizioni della zona grigia che non alla contrapposizione manichea del bene e del male. E' questo fuoco che arde e divora che muove l'occhio implacabile e pieno di pietas di Clint, che, per puro vezzo, nelle rare interviste si dice qualunquista (e per pigrizia altrui viene ancora oggi considerato uomo di destra). Basta vedere solo qualche frammento di ogni suo film per prendere atto che più a sinistra c'è solo Ken Loach. Ma all'ipotetico giovane amico cinefilo come potrei tacere di andare a vedere anche e al più presto film come Honkytonk man, Bird, Gli spietati, Il cavaliere pallido, Mystic river, Million dollar baby, Changeling, Lettere da Iwo Jima, Gran Torino? Il mese prossimo arriverà in Italia "Invictus". E' bellissimo, anzi è un capolavoro, tra i più bei capolavori per l'esattezza. Non l'ho ancora visto: ma non ho dubbi. Clint for ever, a scatola chiusa.

6 commenti:

  1. Letto di corsa, tutto d'un fiato. Però sono riuscito a prendere appunti, Gianni.

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  2. Hai ragione, Clint è un mito. Ma di quelli veri, come Odisseo, Eracle, Sisifo

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  3. Volevo fare una recenzione preventiva. Un invito a vedere Invictus. Un invictus al cinema.

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  4. Un regista vivente più grande di Eastwood? C'è c'è... Mai sentito parlare di John Carpenter?

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  5. Gianni, sei un artista, ti sei innamorato di Clint, e chi te lo toglie più dalla testa e dal cuore? Figurati, io sono stato a Carmelo, California, dove lui è stato sindaco, ho visto il municipio, City Hall), il suo ufficio. Questo te la dice lunga sulla mia ammirazione per il personaggio. Però come si fa a dire che è il più grande regista del pianeta? A
    Quali parametri hai preso in considerazione. Intanto ti segnalo una cosa. Lui lavora sul sicuro, non inventa nulla. Quando un produttore, o uno sceneggiatore o tutt'e due, ha una buona sceneggiatura gliela sottopongono. Se vi entra in sintonia lui si mette al lavoro. Non è un difetto, ma mi sembra (sbaglierò) che gli manchi qualcosa per essere l'autore pieno del prodotto film.
    Ma poi l'hai scorsa la storia del cinema? Ci sono mostri sacri da intimidire il più geniale dei registi

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