Fifì il sarto non riusciva a riaversi. La furia con cui il topo baffuto gli era entrato in casa lo aveva stordito, il colpo di grazia glielo dava l'odore terribile di sigaro e whisky che aveva invaso la stanza. Quando afferrò la giacca per ubbidire all'ordine del topo, capì che se fosse tornato a cucire e a cantare in quella stanzetta, non sarebbe stato lo stesso Fifì di prima. Il topo lo guidava con comandi secchi quasi urlati, come un cane. «Nesci». «Camina». «Acchiana sulla macchina». A guidare c’era un altro topo con la cravatta. Forse dietro c’erano altre macchine. «Parla». La punta del coltello gli toccava appena il collo. Forse esce il sangue e mi sporco la camicia, pensò Fifì. Quando arrivarono nel posto che il sarto aveva indicato, scesero dalla macchina e il topo diede un urlo alla gente che stava sul marciapiede. «Levatevi o scanno a tutti». Fifì lo guardò, come paralizzato.
Nel frattempo i passanti guardavano i due. Il sarto impaurito e piangente ed il topastro armato che lo minacciava. Qualcuno viste le armi cominciò a scappare. Un fuggi fuggi, chi si nascondeva sotto una macchina, chi dentro un portone, chi nel cassonetto dei rifiuti, chi nelle fogne. Qualcun'altro azzardò a dire -Ma chi ci fici Fifì... è un bravo picciotto. E lui di rimando, -Da oggi si cancia musica, basta con le chitarrine e i mandolini. Da questo momento il paese è mio, e fate chiddu chi dicu io!!! Ora si balla a musica mia, e si nun vi piace fazzu sunare u ferro e u liccasapuni.- Un senso di smarrimento si diffuse fra gli astanti, qualcosa non girava più come doveva. Chissà cosa ne avrebbe pensato Fred, l'uomo dalla giacca rossa. A tal proposito il topo afferrò per il bavero Fifì e gli disse: -Vai dal tuo capo, digli che qui ora comando io, questa è zona mia. Se vuole campare ancora deve parlare con me. Se la cosa non gli conviene e meglio che si abitua a respirare zolfo e polvere da sparo. Vai ora!!!... o ti sgozzo qui come un maiale.
-Allora, vieni con me che dobbiamo andare in un posto. Ma ti sei pisciato addosso come un bambino? Cambiati prima, che se no mi schifii la macchina- (Ma sicuro che questo c'entra con l'affare? A me mi pare solo un mischino, uno scantulino!) (Rattle rattle rattle... Com'è che non riesco a non tremare? Morto sono. Ma perchè mia madre m'ha fatto così scantulino? Ogni volta che mi scanto o che sono troppo felice, non mi riesco a trattenere... Vabbè, meglio che mi sbrigo, che questo mi pare agitato... Ma che vuole da me?)
(Esco puntandogli sempre il coltello alla gola? Sì sì, mi pare meglio: così se è lui quello che cerco capisce che con me non si scherza, e se non è lui... Si ricorderà, per il futuro, che con don Tano uno mai ci deve scherzare. Certo, però sicuro nella strada ci sono le persone... Vabbè, niente ci fa, tanto ormai in questa città sono così abituati a vedere certe cose che tutt'al più possono restare fermi immbili, ma poi mai niente dicono).
Tre "rush" formidabili e appassionanti, da leggere d'un fiato! Sono orgoglioso di voi. (Avete fatto bene a infischiarvene del mio consiglio ad essere sintetici, ri-bravi!)
Come una furia uscì all'aperto. Cu scappava a destra e cu a manca. Lui come se non vedesse nessuno si guardava attorno agitando le armi che teneva in mano. Gli occhi spiritati e la bava alla bocca ringhiava rabbiosamente -Unni si? Unni si? Fatti a bbiriri, figghiu di...le parole gli si strozzarono in gola...
E anche il quarto scatto, Fara, è intrigante! E' una partita a quattro: lo era, ma per adesso Salvatore tace e ha aperto il fuoco Faretta... Se diventate cinque è ancora meglio.
Tano era veramente arrabbiato, aveva appena scoperto che Lola, la bellissima cantante, la sua ex compagna di scuola a cui aveva fatto la corte per anni senza successo, si frequentava con Fred... Ma poi, chi era questo Fred, chi rappresentava in quella città? Nessuno rappresentava... No, Lola non poteva desiderare quel bamboccio a Tano, lui era più grande, più bello, più forte... gli aveva persino rubato un coltello tanti anni prima, era stato un gioco da ragazzi impossessarsene... Si, adesso gli avrebbe rubato anche Lola, doveva solo mettere a posto un paio di cose e parlare con le persone giuste. "Fifì, Nino, presto! A rapporto da me, ho un lavoretto per voi... e vedete di non sgarrare"
Fifì il sarto non riusciva a riaversi. La furia con cui il topo baffuto gli era entrato in casa lo aveva stordito, il colpo di grazia glielo dava l'odore terribile di sigaro e whisky che aveva invaso la stanza. Quando afferrò la giacca per ubbidire all'ordine del topo, capì che se fosse tornato a cucire e a cantare in quella stanzetta, non sarebbe stato lo stesso Fifì di prima. Il topo lo guidava con comandi secchi quasi urlati, come un cane. «Nesci». «Camina». «Acchiana sulla macchina». A guidare c’era un altro topo con la cravatta. Forse dietro c’erano altre macchine. «Parla». La punta del coltello gli toccava appena il collo. Forse esce il sangue e mi sporco la camicia, pensò Fifì. Quando arrivarono nel posto che il sarto aveva indicato, scesero dalla macchina e il topo diede un urlo alla gente che stava sul marciapiede. «Levatevi o scanno a tutti». Fifì lo guardò, come paralizzato.
RispondiEliminaNel frattempo i passanti guardavano i due. Il sarto impaurito e piangente ed il topastro armato che lo minacciava. Qualcuno viste le armi cominciò a scappare. Un fuggi fuggi, chi si nascondeva sotto una macchina, chi dentro un portone, chi nel cassonetto dei rifiuti, chi nelle fogne. Qualcun'altro azzardò a dire -Ma chi ci fici Fifì... è un bravo picciotto. E lui di rimando, -Da oggi si cancia musica, basta con le chitarrine e i mandolini. Da questo momento il paese è mio, e fate chiddu chi dicu io!!! Ora si balla a musica mia, e si nun vi piace fazzu sunare u ferro e u liccasapuni.-
RispondiEliminaUn senso di smarrimento si diffuse fra gli astanti, qualcosa non girava più come doveva. Chissà cosa ne avrebbe pensato Fred, l'uomo dalla giacca rossa. A tal proposito il topo afferrò per il bavero Fifì e gli disse: -Vai dal tuo capo, digli che qui ora comando io, questa è zona mia. Se vuole campare ancora deve parlare con me. Se la cosa non gli conviene e meglio che si abitua a respirare zolfo e polvere da sparo. Vai ora!!!... o ti sgozzo qui come un maiale.
e meglio = è meglio..
RispondiElimina-Allora, vieni con me che dobbiamo andare in un posto. Ma ti sei pisciato addosso come un bambino? Cambiati prima, che se no mi schifii la macchina- (Ma sicuro che questo c'entra con l'affare? A me mi pare solo un mischino, uno scantulino!)
RispondiElimina(Rattle rattle rattle... Com'è che non riesco a non tremare? Morto sono. Ma perchè mia madre m'ha fatto così scantulino? Ogni volta che mi scanto o che sono troppo felice, non mi riesco a trattenere... Vabbè, meglio che mi sbrigo, che questo mi pare agitato... Ma che vuole da me?)
(Esco puntandogli sempre il coltello alla gola? Sì sì, mi pare meglio: così se è lui quello che cerco capisce che con me non si scherza, e se non è lui... Si ricorderà, per il futuro, che con don Tano uno mai ci deve scherzare. Certo, però sicuro nella strada ci sono le persone... Vabbè, niente ci fa, tanto ormai in questa città sono così abituati a vedere certe cose che tutt'al più possono restare fermi immbili, ma poi mai niente dicono).
Tre "rush" formidabili e appassionanti, da leggere d'un fiato! Sono orgoglioso di voi. (Avete fatto bene a infischiarvene del mio consiglio ad essere sintetici, ri-bravi!)
RispondiEliminaCome una furia uscì all'aperto. Cu scappava a destra e cu a manca. Lui come se non vedesse nessuno si guardava attorno agitando le armi che teneva in mano. Gli occhi spiritati e la bava alla bocca ringhiava rabbiosamente
RispondiElimina-Unni si? Unni si? Fatti a bbiriri, figghiu di...le parole gli si strozzarono in gola...
E anche il quarto scatto, Fara, è intrigante! E' una partita a quattro: lo era, ma per adesso Salvatore tace e ha aperto il fuoco Faretta... Se diventate cinque è ancora meglio.
RispondiEliminaE' pericoloso sfruculiare i microbiologi: possono diventare...virulenti!
RispondiEliminaSono patologie che rischiamo volentieri.
RispondiEliminaIo mi voglio ammalare...
RispondiEliminadove mi devo accodare per l'inoculazione.
;-)
Tano era veramente arrabbiato, aveva appena scoperto che Lola, la bellissima cantante, la sua ex compagna di scuola a cui aveva
RispondiEliminafatto la corte per anni senza successo, si frequentava con Fred... Ma poi, chi era questo Fred, chi rappresentava in quella città? Nessuno rappresentava...
No, Lola non poteva desiderare quel bamboccio a Tano, lui era più grande, più bello, più forte... gli aveva persino rubato un coltello tanti anni prima, era stato un gioco da ragazzi impossessarsene...
Si, adesso gli avrebbe rubato anche Lola, doveva solo mettere a posto un paio di cose e parlare con le persone giuste.
"Fifì, Nino, presto! A rapporto da me, ho un lavoretto per voi... e vedete di non sgarrare"