C'è un altro personaggio in cerca di se stesso: anche lui desidera un nome. Vi trovo in forma: glielo trovate? Ma non penso ad un ménage à trois. Lei, lui e l'altro... No.
Piuttosto un lui (questo ancora senza nome) che intervista lei (che un nome ce l'ha) che è rimasta senza il suo lui (con un quasi nome)... Non so se rendo l'idea.
Continuando l'idea precedente, il lui senza un nome è un giornalista che vorrebbe intervistare la lei che un nome ce l'ha, rimasta senza il suo lui (padre, figlio, marito) perchè ammazzato dalla mafia.
RispondiEliminaGianni, Nino, Roberto: stavolta gioco la tripla.
RispondiEliminaPS: Gran bel disegno...
Eluz: direi che per grandi linee ci siamo. Il lui di lei (fidanzato) se non è ammazzato dalla mafia, poco ci manca. Ma presto fornirò altri elementi...
RispondiEliminaYorick: Bella tripla. Ma salterei Gianni e non terrei in considerazione neppure Salvatore. Scrittori e disegnatori sono troppo coinvolti.
Nino, Roberto o Fernando? Attendo suffragi.
RispondiEliminaNino!
RispondiEliminaAnch'io voto come Eluz, Nino.
RispondiEliminaBeh, allora Nino. Perfetto.
RispondiEliminalettera di Ludovico, giornaliste, per suo amica Giovanna..
RispondiEliminaCara Giovana,
Oggi sono i funeri per il fligio del vicino che fu amazzato la settimana scorsa per non avere pagato i suo debetti.. Ammazzata da un uomo di onore.. non riesco a capire come un uomo puo uccidere un altro uomo senza provare nessuno rimorso... Mi sento , come Primo Levi..perduto..Mi sembra errare su una strada sconociuta.. ti ricordi, Giovanna, di quello giorno in cui mi hai detto che la pioggia è le lacrime di Dio..Dio che vede i suoi figli cari prendre la via delle Male.. Mi hai detto che i mafiosi sono uomini come gli altri , che anche loro hanno un cuore.. ma sono corretti dall'invidia di diventare potenti... Mi hai detto che forse un giorno quegli uomini si renderono conto che quello che fanno..Sai che è un idealista? Perchè ti ricordi che questo figlio ucciso aveva solo sedici anni? Sai che il colpevole ha solo detto che ha fatto il suo dovere? So che sei una personna che rifuita di condannare ..che cerca di capire...che cerca di perdonnare tutti..Sei un angelo, Giovanna ma aspetta...hai detto tutto questo perchè i crimini non ti hanno ancora toccato personalmente..Nessuno mafiaso ha encora ucciso qualcuno della tua famaglia. E la nostra differenza... Non posso dimenticare che un anno prima alla morte di questo figlio ucciso..Non posso dimenticare che un anno primo.. Mia madre ha lasciato questo mondo.. Giovanna, vorrei ancora avere la tua speranza di un mondo migliore ma quello che vedo ...vedo che più il tempo passa, più la mafia ha potere...Come fare per continuare a sperare? Come possiamo lottare quando abbiamo paura? Dimmi tu...Che fare....
Con i miei respetti sentimenti,
Ludovico.
aspetta con impazienza la tua lettera che mi dà la forza di continuare a vivere....
Bel piglio melodrammatico, Alice!
RispondiEliminaPotrebbe essere uno che ha appena scritto un racconto come questo e rileggendolo non gli piace.
RispondiEliminaIo lo riporto perché voglio le critiche di Tanus tieni conto che la barca è del 1150 e che il vento di ponente non è il migliore per andare a ponente, ma quello è:
“La barca di padron Insiru, una piccola galea da mercato ante litteram, era un legno di circa 20 braccia largo circa cinque e attrezzato con due alberi che portavano vele latine, era insomma una imbarcazione abbastanza grande e soprattutto veloce, almeno con vento fresco. Portava a poppa due grandi remi e una decina potevano essere armati a murata se necessario, ma era già una nave a remi poco efficiente. Salparono con un vento fresco di ponente guadagnando velocemente il largo con le due vele latine a sinistra. Navigarono così per circa un’ora e quando sulla costa si cominciarono a intravedere due grandi pantani Insiru ordinò la virata portando la barca prima verso sud, poi, presa velocità, verso ponente, i marinai mollarono le scotte che fermavano la bugna delle vele, la barca si raddrizzò, quindi azionando i paranchi a prua di maestra e trinchetto tirarono i picchi di modo da portarli dall’altra parte degli alberi; il timoniere intanto sul massimo della velocità aveva girato i remi poppieri portando la barca all’orza, cominciarono quindi a tesare le scotte delle vele da dritta e la barca cominciò ad inclinarsi e a riprendere velocità puntando sulla costa di Ayn’al’awqàt.”
Salvatore, ma è vero che l'ultimaparolina ricorda qualcosa di familiare? Ayn'al'awqàt...
RispondiEliminaSempre Salvatore: ma non partecipi al nuovo racconto (già illustrato)?
Salvatore: Mi sfugge il nesso tra questo bellissimo racconto e il tema...
Certo, in arabo fontana delle ore, in volgare Donnalucata
RispondiEliminavedrai che arrivo
anche a me, però il ragazzo che legge un racconto che non gli piace potrebbe essere anche se forzato
Salvatore,
RispondiEliminadevi leggere Bacicio do Tin, di Alberto Cavanna, è molto carino...