Finita la breve ed intensa vacanza, il desiderio di giocare (per me) non si è esaurito: ve la sentite di scrivere una storia cucita addosso a questa coppia? Ma soprattutto, perché non trovate i nomi dei due personaggi? Prima i nomi, dunque, e poi, eventualmente, la storia.
Ben ritrovati, auguri!
Avanzo la mia proposta? I primi nomi che mi sono venuti in mente sono Salvatore e Giovanna. Non so perché, forse hanno volti e forme di qualche anno fa, magari c'entra un vecchio film di Dino Risi...
RispondiEliminaLei si chiama Caterina e lui Andrea.
RispondiEliminaCiao Gianni, ben ritrovato!
Buoni tutti i nomi: però la ricerca continua. Mi piacerebbe che il "referendum" diventasse davvero democratico. Vinceranno i nomi più "gettonati". Poi si comincerà con il plot.
RispondiEliminaCiao Luigi!
Caterina per lei mi pare perfetto. Per lui direi Pierpaolo: il viso un po' scavato mi ha ricordato quello di Pasolini.
RispondiEliminaBentrovati!...E buonanotte, per il momento!
Ennio è lui, lei è Laura.... ma non so il perchè, forse semplicemente me l'hanno sussurrato loro ; )
RispondiEliminaIl nome di lei è quasi deciso, dunque. In alto mare il nome di lui...
RispondiEliminaCaterina-Kety
RispondiEliminaSalvatore- Toti
Non mi esercito sui vari Sciaron, Kevine, Eduige e Geiar.
;-)
PS Mi pare una coppia da "fuitina"...
Ennio e Giulia; questi i nomi che avevo dato a due personaggi on the road, di un raccontino che non ho mai finito, ma i tuoi sono troppo giovani, solo le lacrimucce di lei fanno pensare a una crisi, i miei vagavano in un viaggio in una Creta così reale da sembrare improbabile, te ne passo alcune righe per illustrare il contesto ciao
RispondiElimina"Non si poteva dire che quel paesaggio fosse bello, ma sembrava non avere patria poteva essere in Sicilia, in Maremma in Texas a Creta o in qualsiasi altro posto, era composito di elementi che si sarebbero esclusi fra loro se la realtà non li avesse uniti, quasi relitti di altri posti e tempi, scenografie di drammi e commedie ancora da rappresentare.
A fianco della masseria, nello spiazzo antistante, un abbeveratoio in cemento, con una bella canna d’ottone da cui sgorgava un’acqua che immaginavi fresca e che a vederla nella calura di quel vespero ti metteva sete, li convinse a fermarsi per bere; l’acqua non era freschissima, ma rinfrescava lo stesso nonostante un deciso sapore di cloro e la fanghiglia mista a sterco di buoi tutt’intorno.
Era nello stesso spiazzo che l’aratro e il trattore giacevano; si avvicinarono per esaminarli meglio e videro che l’aratro era complesso con 4 vomeri e alcune pulegge, lui ne aveva visti alcuni nella sua infanzia che si arrugginivano negli angoli delle masserie in Sicilia, quando ancora l’aratro di legno a fittone, tirato da un cavallo o da un mulo, era adoperato, ma già il trattore la faceva da padrone.
Qui invece il vecchio aratro pur rugginoso era unto di grasso negli snodi ed aveva i vomeri lucidi di lavoro. Il trattore invece dava l’impressione di essere soltanto un rottame come l’aratro di ferro in Sicilia.
A destra della strada un declivio deciso e più lontano cespugli di carrubo e, forse, lecci, alberi comunque, quasi a indicare che rispetto alla parte sinistra la destra era un’altra scenografia.
Di fronte il paese.
Vi andarono e si accorsero che davvero era un’idea; dalla piazza dominata dal grande ficus si vedevano intorno una diecina di case, sembravano di un liberty scalcinato, con la pietra annerita dal tempo e il muschio a fare da chiaroscuro, al centro, piccolissima, una chiesetta a croce greca con la sua brava cupola in tegole rosse e imbiancata di fresco quasi a volersi distinguere dal resto; nell’unica panchina della piazza un vecchio; poco discosto un cane.
Dietro la quinta di case e la chiesetta campi e bosco continuavano."
ciao è la francese Alice Gue. Ho una proposita di una storia.
RispondiEliminala coppia : l'uomo si chiama Fernando e la donna Sofia...
C'era una volta, una coppia che non era felice.Perché? Perché non poteva avere bambino. Malgrado molti tentativi, non reusciveva. Che si sovlgeva? Un giorno, la donne si recava in città per adoptare un bambino ma quella non sapeva che la città era dominata dalla mafia. La mafia aveva investito il centro di adopzione... Per avere il bambino della sua scelta, la coppia deve avere molto denaro ma come guadagnare il denaro reclamato dalla mafia??? Non c'è probleme...il padrone aveva una soluzione : quando il bambino avrà cinque anni...Quello dovra ragiungere la mafia per diveniere un mafiaso al suo torno....il seguito le lascia imaginare quelle che si svolgeva...
Posso azzardare...? Lo sfondo scuro, le lacrime di lei, la mascella contratta di lui, e le sue braccia che cingono la ragazza in un gesto di protezione e vaga consolazione, mi hanno fatto immaginare i due personaggi in cerca di un nome davanti ad una scena terribile... Una di quelle scene davanti a cui si resta impietriti, immobili, incapaci di muovere un muscolo. Dentro monta la rabbia, lo stupore, l'incredulità per ciò che si palesa davanti agli occhi, ma fuori non traspare nulla se non le lacrime. La scena a cui penso stiano assistendo i due è quella di un esplosione. Come quella di via D'Amelio.
RispondiEliminaO un attentato per strada, come quello a Piersanti Mattarella.
UN'ESPLOSIONE con l'apostrofo. Che stavolta non è rosa, ma irrimediabilmente nero e fuliginoso.
RispondiElimina@Salvatore: Come sempre, lirico. Ti trovo in forma. Continua così, amcio mio!
RispondiElimina@Alice: Benvenuta, amica francese! Bello il tuo racconto e i belli i nomi che hai dato: ne terrò conto. Continua a seguirci. A proposito, Alice, faresti la corrsipondente francese per questo blog? Una foto e due righe di testo sarebbero l'ideale. Un abbraccio forte. Pensaci!
@Eluz: Ti trovo pronta per grandi narrazioni. La Spagna ti ha dato la carica?
Allora: Lei si chiama Caterina. Lui, Ennio.
RispondiEliminaL'altro lui ha tutta l'aria di un Fernando...
o possiamo imaginare un'altra storia... c'era una volta, un paese..un paese dove la gente non sapeva rire, sorrire...perché? Perché non conosceva la felicidad.. ma come essere felice quand il re del paese da la retta à un uomo al cuore glaciale? un uomo che poteva uccidere, torturare senza provare nessuno sentimento... Ma quell'uomo aveva deciso di sposare la figlia del vecchio re dunque usava della sua arte per convincere il re che sarebbe un buon genere...un buon futuro regente...il re accetto senza vedere che quest'uomo ere il Male.. la figlia si ritrovava la moglie di quest'uomo...e lasciava le sue lacrime scrollare solo davanti à Fabrizio..il giovane al quale lei aveva dato il suo cuore.. Geloso, perché si diceva che la donna gli apparteneva come un oggetto di grande valore che avrebbe comparato in qualsiasi negozio... l'uomo al cuore nero fa uccidere il giovane. e da questo tempo, quando è sola..la donna puo sentire l'anima dell'uomo che amava ai suoi lati un sogno ou una realtà? dove si trova la verità??
RispondiEliminaAlice, sono contento di aver stuzzicato la tua vena creativa: brava!
RispondiEliminaGrazie mille devo confessare che questa creatività è una qualità ma anche un problemo perché ma siamo qui per parlare di questo. I suoi commenti mi fa molto piacere
RispondiEliminaAlice, continua così, mi piace la tua freschezza!
RispondiEliminaAd Alice
RispondiEliminaScrivici il tuo racconto nella tua lingua, noi siciliani siamo francofili soprattutto se non capiamo il francese; ti scrivo questi versi che sono l’inizio di un famoso tormentone di Prevert perché mi piacquero ben prima di leggere la loro traduzione in italiano, inutile dire che la traduzione mi sconvolse
Adrien ne fais pas la mauvaise tete!
Reviens!
La boule de neige
Que tu m’avais jetèe
A Chamonix
L’hiver dernier
Je l’ai gardee.
Elle est sur la cheminée
Pres dela couronne de mariee
De feu ma pauvre mere
Qui mourut assassinee
Par defunt mon pere
Qui mourut guillotiné
Un triste matin d’hiver
Ou de printemps…
Ormai siamo internazionali: credo gli altri blog (gli autori degli altri blog) saranno un po' invisiosi: noblesse oblige!
RispondiElimina"credo che"
RispondiElimina"un po' invidiosi": UFFA!
RispondiElimina@Alice Gue: A me piace molto che tu scriva in italiano!
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