sabato 12 luglio 2014

La guerra pornografica

Mi pare che l'abuso delle immagini di crani fracassati da cui fuoriesce materia grigia stia creando una saturazione compiaciuta. E la gara a chi trova la foto scoop non abbassi sostanzialmente di un millimetro la ferocia della guerra. Una sorta di pornografia delle carni maciullate. Restando nella metafora, io, alla pornografia classica, preferisco di gran lunga l'eros. Che non necessariamente mostra i genitali concitati. A me sconvolge l'idea che un bambino possa essere graffiato, figuriamoci poi se viene spappolato. Però, mostrarmelo in un crescendo di compiacimento truculento, mi ottunde, mi annichilisce. Mi pare un sorta di metodo Ludovico, quello con cui cercano di "normalizzare" Alex di Arancia Meccanica, costringendolo a vedere cose mostruose simili a quelle che lui ha consumato e condite da cose a lui care. C'è una differenza però: io non sono psicopatico e manco sociopatico. A me basta sapere che la guerra è guerra: la vetrina didascalica delle carni disintegrate è retorica estetizzante, per me non più sopportabile. E c'è di più: io non sono minimamente responsabile di quell'orrore.

Un pechinese siciliano a Firenze

Su Repubblica Palermo, 12 luglio.

sabato 5 luglio 2014

Il figlio sfaticato

Su Repubblica Palermo, 5 luglio.

Il genetliaco

Gli auguri del mio amico Marcello Benfante
AUGURI, GIANNI! Ho conosciuto il mio amico Gianni Allegra, che oggi compie gli anni (raggiungendomi a quota 58 per meno di un mese), nei primi anni ’80, quando entrambi frequentavamo appassionatamente l’associazione culturale Manycomics: demenziale cenacolo di amanti del fumetto. Ben presto, oltre alla simpatia reciproca, nacque una complicità e una collaborazione tra il dilettantesco e il professionale. Realizzammo insieme una storia lunga che s’intitolava “La taverna degli spettri”, che apparve su un numero della rivista “Manycomics”, organo dell’omonimo club, e ottenne non poche segnalazioni ed elogi. Infatti non era niente male come esordio! Si trattava di una mia fiaba (ma per pudore e civetteria mi firmai Belfagor) che Gianni aveva disegnato con una mano ancora un po’ acerba (benché già stilisticamente sicura) ma anche con uno straordinario talento figurativo. Da allora provammo fare altre cose. Tutti lavori preparatori, propedeutici, quasi sempre interrotti per impazienza o sfiducia (tra cui il seguito del nostro debutto, “La scura signora dello scoglio”, con protagonista ancora il marinaio Odisseo). Imparavamo, sbagliando. Poi un’altra mia fiaba, “La morale del professore” fu corredata da una serie di splendide illustrazioni di Gianni. Il lavoro fu quasi sul punto di essere pubblicato dalle edizioni Novecento. Ma infine non se ne fece niente (ed è tuttora inedito). Tra le tante piccole cose che provammo a fare o realizzammo, c’è una short-story intitolata “Mai credere alle apparenze”, una parodia dei gialli hard boiled, che apparve su L’Ora. Ma soprattutto c’è un libretto delizioso: “Ballata triste della città dei topi” che uscì per i tipi del compianto Salvatore Coppola. Ancora una volta si tratta di un a fiaba, scritta da me e illustrata da Gianni con vera maestria artistica e un uso raffinatissimo del colore. La “Ballata” ebbe ottime recensioni, anche in testate imponderabili, ma era una navicella troppo piccola per attraversare il grande oceano editoriale. Fu poi la volta di un ritorno al fumetto. Stavo scrivendo un romanzo (ancora sepolto nel mio cassetto) quando Gianni mi coinvolse in una nuova avventura in tandem. Il romanzo diventò quindi una sceneggiatura (con qualche necessario taglio e aggiustamento). Nacque così, nel 2012, il “Diario della pioggia”, graphic-novel che ci pubblicò l’editore Verba Volant di Siracusa (con una introduzione del nostro caro amico Gian Mauro Costa). Ed ora siamo qui, scettici e ironici, a domandarci se davvero valga la pena di pubblicare per venticinque lettori. Sapendo però che la scintilla arde ancora, che torneremo ancora a scrivere e a disegnare, inventare storie e mondi, raccontare e raccontarci nuove favole. Tanti auguri, vecchio mio, compare di tante avventure di carte. Ti abbraccio Marcello