sabato 30 gennaio 2010

La città sgrammaticata - Il solitario


Foto e testo di
Gigliola Siragusa
(da Palermo)

Anima e corpo, un dualismo su cui non finiremo mai di interrogarci. La vita e la morte, i defunti ed il rapporto affettivo che manteniamo con loro, sono temi assai cari alla nostra gente. Quando ero piccola ricordo ancora perfettamente il "giorno dei morti" in cui con mamma e papà andavo al cimitero per portare i fiori ai nonni: sono rimaste impresse in me le immagini dei tavolini pieghevoli, imbanditi con ogni ben di Dio, che venivano allestiti dalle famiglie dei poveri estinti a lato delle tombe. Lì, mangiando e pregando, trascorrevano l'intera giornata. In questa foto il rapporto con l'anima è messo in relazione con la solitudine. L'uomo, intento a fare un solitario, riempie la sua solitudine con la presenza dei suoi cari e delle immagini sacre che lo circondano.

10 commenti:

  1. La foto di Gigliola sembra un commento alle ultime parole del racconto di Tanus: Quasi mai i morti sono soli, la solitudine è privilegio dei vivi

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  2. Anche il fatto che la foto sia presa attraverso una porta socchiusa mi incanta.

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  3. già, si sbricia tra la moltitudine dei morti e la solitudine dei vivi

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  4. Complimenti per aver fotografato un esempio significativo di tradizioni della nostra città

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  5. Ma io quelle giornate al cimitero me le ricordo allegre, gioiose, neanche troppo in contrasto con l'ambiente circostante, i viali aberati, i fiori variopinti, le fontanelle... non mi sono mai sentita triste e sola al cimitero. Vita e morte non erano in contrapposizione, perchè veniva cancellato l'aspetto lugubre della morte.
    Mentre Gigliola coglie il lato lugubre della vita, immortalando quest'uomo che ha trasformato l'aspetto gioioso della vita in un altarino alla morte, un tripudio della cupezza.
    splash!

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  6. Sirenetta, sapessi come sono felice che anche tu abbia questi "ricordi"... in effetti per me era un pò grottesca la situazione, non riuscivo a capire come le persone riuscissero a mangiare in compagnia degli scheletri. Ma tu sei più giovane di me e forse per te il cimitero era più simile ad un giardino per giocare. Un abbraccio e spero di vederti presto.

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  7. Sirematta e Gigliola: molto bello il dualismo da voi evocato. Il sole e le Nuvole, oh sì.

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  8. E forse dipende anche dal modo in cui ciascuno di noi è in grado di affrontare l'ignoto.

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