mercoledì 27 gennaio 2010

L'Agorà di Sibaris


di Fara

C'era molta agitazione quel giorno nell'Agorà di Sibaris.
Un certo Damaso, uno di Kroton, assai "spartano" nei costumi, aveva da poco aperto un Liceo e ad insegnare. Niente di strano all'apparenza. I sibariti erano accoglienti e tolleranti e i crotoniati "bene" che, a parole condannavano il loro stile di vita, da sempre la sera si recavano a Sibaris per le terme o per il teatro, o per frequentare i postriboli di lusso per cui i sibariti andavano famosi. Ma una mattina tre crotoniati furono trovati sgozzati e dati in pasto ai lupi appena dietro le mura. Subito si sparse la voce che Damaso fosse una spia e il suo Liceo un covo di cospiratori. Chi aveva ucciso i tre? E perché? Un chiacchiericcio, un passaparola e già il timore cominciava a serpeggiare.
- I tre morti ammazzati sono una trappola!
- Ci vogliono accusare della strage per attaccarci!
Questa era la versione che nelle taverne, alle terme, alle feste cominciava a prender piede. E la paura cresceva.
Sibaris, città ricca, pacifica, cosmopolita e godereccia da anni faceva gola ai crotoniati, e ancor più ora con l'arrivo di Pitagora e del suo governo di musoni e moralisti. Tra le due città c'era una rivalità centenaria sia per motivi commerciali che politici e religiosi.
Il terrore di essere invasi e sopraffatti cominciava a serpeggiare tra la gente di Sibaris. I giovani, la sera, cominciarono a uscire sempre meno, a diffidare l'un dell'altro e cominciarono a circolare armati. L'angoscia e il terrore stavano a poco a poco soffocando la loro libertà...

24 commenti:

  1. Che bello, Fara! Sembra di vivere nella Magna Grecia!

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  2. Intrigante. Classico è allo stesso tempo attuale.

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  3. Complimenti alla microbiologa appassionata di storia (antica e moderna) ed al "committente" che ha scelto questo quadro per lei.

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  4. Fara, complimenti! Mi appassiona molto questa storia di intrighi antichi! E Sibaris non mi pare poi così lontana dal nostro mondo... Sarei curiosa di sapere dove andranno a finire quel terrore e quell'angoscia...

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  5. Grazie ma l'evolversi della storia dipende dalle tavole che mi invia la nostra guida di penna

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  6. E' bravo ad adattare le tavole alla sensibilità di ognuno di noi. La storia è andata alla persona giusta: Fara, hai fatto rivivere sibariti e crotoniati, impariamo con loro e insieme a loro aspettiamo di sapere cosa verrà. Vuoi vedere che siamo un'agorà anche noi ? Oppure, visto che si è parlato anche di Robin Hood, che siamo gli Allegri Compagni? E qui ognuno ci legga tutte le congiunzioni che vuole!

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  7. Più che un'agorà noi siamo un convivio. Un convivio di allegri compagni riunito su un'Arca che tenta di sfuggire al diluvio.

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  8. Aggiungo, con piglio ottimista (anche sulla scorta della rabbia e della speranza giovane ma non ingenua di Eluz) che il diluvio, almeno noi, ce lo siamo lasciati alle spalle. Fare quello che stiamo facendo è cosa normale? No: forse non tocca a me dirlo: ma, guarda un po', lo dico!

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  9. Post scriptum off topic: presto su questo schermo "Ncilina": ho appena avuto il file dal buon Salvatore che non è rimasto indifferente di fronte a tanto entusiasmo.

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  10. Bella notizia, quella di Ncilina! Però vogliamo sapere anche che succede a Sibaris e chi ha ammazzato i tre crotoniati.

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  11. Il continuo fermento di di questo blog è fantastico!!!!!

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  12. Postilla: il seguito dello sbarco degli americani a Donnalucata (dunque la comparsa di Ncilina) pone un problema. Un ottimo problema: la possibilità di fare il bis. Dunque "Un racconto al giorno", finito il primo giro, ne farà, se siete d'accordo, un secondo. Problema 2: dovrei dunque farvi avere una nuova immagine?

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  13. Complimenti Fara, in questo giro i disegni che ci ha inviato il capo-blog hanno richiesto ricerche storiche, è stato difficile il tuo compito!
    Io propongo il proseguio di Yorick e delle sue riflessioni sulla crescita dei rapporti uomo-donna con tutto il romanticismo di cui è capace!

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  14. Cara Pirsimona, mi hai tolto le parole di bocca. Ma dovrei disegnare e colorare come un forsennato. Devo studiare una soluzione. Voi cosa mi proponete? (Il seguito come commento all'interno del post? Mmm: ormai siete Autori ... non credo vada bene...)

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  15. Ogni seguito potrebbe essere fatto solo di parole: a commento potresti ri-postare il quadro o l'illustrazione da cui tutto ha preso vita. Le seconde puntate potrebbero seguire lo stesso ordine delle prime, come ha proposto SoleNuvole. Quanto a me, scriverò con gioia e gratitudine, perché sono i sentimenti che leggo negli spazi bianchi dei vostri racconti e che vedo negli angoli in cui SoleNuvole non ha disegnato. Mi è piaciuta l'idea di Eluz: qui c'è fermento vivo, come nello yogurt.

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  16. Il seguito come commento all'interno del post potrebbe andare bene: sarebbe più facile trovare il seguito della storia. Scegli tu, SoleNuvole, l'organizzazione pratica.

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  17. Sibari, al di là delle maldicenze che seminarono i vincitori, come sempre avviene,era la più potente oligarchia italiota, e come avviene nelle oligarchie le lotte intestine sono spesse suicide, quindii tre crotoniati potevano essere esuli pitagorici, uccisi dalla fazione crotoniate, quindi tutto è plausibile visto che Crotone distrusse realmente Sibari addirittura deviando il corso del Crati per sommergerne i resti. nutro parecchi dubbi sulle aspirazioni libertarie dei Sibariti, ma nel dubbio, meglio mettercele. Grazie Fara

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  18. All’Anfora Rossa di Callipigia

    Era deserta e buia quella sera l’Agorà. Solo una luce filtrava da una porticina appena socchiusa. Era l’ingresso de l’Anfora rossa, il Kapeleion (la taverna) di Callipigia.

    Il Kapeleion era famoso per gli spettacoli e per i simposi che Callipigia, detta anche la rossa per via della fulva chioma, organizzava. Aveva una squadra di giovani etère che si esibivano nella piccola arena ballando al suono della cetra. Erano brave le fanciulle. Sapevano suonare, ballare, cantare e intrattenere i giovani e ricchi clienti conversando amabilmente. Ma quella sera non c’era anima viva. Le ragazze, con gli abiti di scena, erano distese mollemente sui triclini deserti e parlottavano tra loro sbocconcellando nervosamente pane nero e olive e sorseggiando vino al miele di Cipro. Erano ansiose e preoccupate. Aèmer la siriana dagli occhi lunghi e Nechbet la nubiana dalle cosce d’ebano, erano riuscite a carpire tra un danza e l’altra il diabolico intrigo ordito dai crotoniati: un commando, agli ordini di un certo Dinocrate, stava organizzando, forse per quella notte stessa, il rapimento di una giovane ierodula, la bionda Apollonia. Un tale oltraggio alla Dea avrebbe obbligato Sibaris a dichiarare guerra a Kroton.
    -Ma i sibariti non hanno un vero esercito! -dicevano preoccupate le ragazze - i loro cavalli sono da circo, le loro spade da torneo, i loro archi per gare di destrezza!

    Temevano per la loro sorte le fanciulle e più di tutte Callipigia che prevedeva la rovina del suo piccolo e lucroso impero.

    Un po’ in disparte la piccola Cloe ascoltava e taceva, e sbirciava di continuo la grande clessidra. Nel silenzio il verso lugubre di una civetta la scosse. Piano si alzò, raccolse il suo pallio e mentre le sue compagne continuavano a discutere si accostò alla porta e sgattaiolò fuori. Ad attenderla c’era Cleone di Lesbo, suo giovane appassionato amante, che l’accolse nel suo mantello e velocemente si allontanarono nell’alba livida, abbandonando tutto e correndo verso un destino ignoto ma lontano dalla guerra.

    Di li a poco le strade di Sibaris si sarebbero animate, il sacrilegio scoperto e urla e bestemmie e isterie di massa avrebbero anticipato gli orrori e la distruzione che il fato aveva in serbo per la superba e opulenta Sibaris

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  19. Un racconto colto e al tempo stesso palpitante di vita, Fara! Sembra di vedere la preoccupazione delle ragazze e l'impazienza di Cloe.

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  20. Fara, decisamente ti sei superata, la storia suggerita più che raccontata consente una rievocazione di un altrove in sintonia con quello che sappiamo, forse è vero che i Sibariti non erano grandi guerrieri, ma più probabilmente era una caratteristica della loro oligarchia litigiosa, comunque Crotone li sconfisse pur avendo forze molto inferiori.
    Carina la descrizione delle caratteristiche fisiche delle Etere, tranne Callipigia; che avesse un bel culo era già nel nome.
    della Ierodula Apollonia si dice poco, sarebbe interessante indagare sulla vita di una prostituta sacra.
    Cloe poi col suo essere piccola e timida ci riporta subito ad alcuni versi di Orazio, che devono esserti rimasti nella memoria. Si intitolavano Cloe La cerbiatta.

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  21. Il racconto di Fara mi ha riportato alla memoria Cloe la cerbiatta, quindi Orazio, la cui aura mediocritas non credo sia un suo ideale, tuttavia un poeta come Orazio che, secondo me distillò l'ellenismo della Koiné, a sua volta distillato della civiltà greca e nostro patrimonio autentico, ben più di quelli che ultimamente vogliono imporci, mi tentano a inserire a sproposito, ma non per me, alcuni versi, che tradussi in tempi ormai archeologici; li metto quì contro ogni logica perché penso che con l'incalzare delle novità, questo è diventato un angolo poco frequentato(Ho volutamente lasciato errori e ingenuità nella traduzione per non sovrapporre quel che ero a quel che sono, spero comunque di non essere molto diverso):
    Spesso mi uccidi, o Mecenate, sempre domandando perché/
    una molle inerzia, tanto/
    mi diffonde oblio nell'imo dei sensi, come se coppa/
    avessi trcannato di leteo/
    licor che il sonno adduce./
    Un Dio, un Dio, di fatto vieta finire a me i carmi/
    cominciati, che ti promisi un giorno./
    Non altrimenti, dicono, ch'ardesse Anacreonte Teio/ per il batillo di Samo, ed egli/
    spesso lacrimava d'amor sull'incavata/
    lira con non politi versi.
    Tu pure afflitto ardi, né mai foco più bello arse/
    l'urbe assediata d'Ilio./
    Godi della tua ventura./
    Me consuma Frine, una liberta che non m'è fedele./

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  22. Grazie.
    Mi fa veramente piacere averti ricordato Orazio!

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  23. Fara hai scritto un seguito splendido" Complimenti!

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