sabato 30 gennaio 2010

Afghanistan


di Tanus

Vide Neda che arrivava, come era solita a quell'ora, tornava a casa dopo il lavoro. Era splendida. Non poteva vederla sotto il suo abito tradizionale, trasparivano solo chi occhi e le lunghe dita sotto le ampie volute di stoffa. Conosceva però il suo viso angelico e spontaneo molto bene, lo aveva mandato a memoria nelle lunghe sere trascorse a parlare nascosti dietro la moschea. Neda occasionalmente faceva da interprete per l'ISAF, ed era così che l'aveva conosciuta, lì nell'ospedale dove lei si occupava dei bambini orfani.
Lui era arrivato nel paese di Neda per portare la pace e la democrazia. Si accorse ben presto che molti altri invece le avevano lasciate ben al sicuro in casa propria. Toccò con mano quanto la devastazione delle anime fosse maggiore di quella delle case, distrutte dalle bombe "intelligenti". Loschi figuri si aggiravano indisturbati per tutto il paese. Un vero Far West più che un profondo Est estremista islamico.
Si facevano notare stranieri giunti lì con la stessa mentalità con cui si farebbe una battuta di caccia. Non importava la forma o la razza che aveva la "selvaggina" o da che parte stava, l'importante era per loro poter tornare a casa con un trofeo, con una storia da raccontare ad uso e consumo proprio e degli amici "civili". Tra i locali si distinguevano invece affaristi di tutte le specie. Perlopiù gente che prima trafficava con i funzionari di Osama ed oggi, senza alcun problema di legge e di coscienza, con quelli di Obama. Salvo riconosceva bene quelle facce, erano né più né meno le stesse dei mafiosi che aveva lasciato nel suo paesino in Sicilia. Una repulsione vivida e disgusto sul palato lo assalivano alla loro vista. Avrebbe anche detto a qualcuno di loro - Salutamu Don Tano - se solo fosse stato certo che ne comprendessero il senso di sfida.
Stava pensando proprio a questo quando Neda era giunta a mezzo metro da lui. Poi vide un lampo, poi solo il buio. Un ragazzino di 17 anni, dietro le sue spalle, aveva deciso di aver vissuto troppo, e che era giunto il suo turno di divenire un martire. Si era fatto aiutare da una bella cintura di tritolo, preparata dai fratelli della causa, troppo vecchi per morire, e da una fumata di hashish.
Dopo il buio vide nuovamente la luce. Era strana, un bagliore più che altro, e lui vi fluttuava dentro, come in un bagno lattiginoso. Qualcosa gli disse che era morto,pensò subito a Neda. Sperò non fosse morta pure lei, ma invece sentì la sua voce che lo chiamava - Salvo... Salvo... vieni da me. Salvo... non lasciarmi sola. -

14 commenti:

  1. Non poteva che essere così la lettura di questa tavola Tanus. Bravissimo. Hai descritto benissimo la mentalità e l'arroganza dei "civilizzatori" e la sensibilità distrutta dei "civilizzandi".

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  2. Bello e al contempo triste nella sua attualità

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  3. C'è la descrizione netta del reportage e qualcos'altro che porta oltre: oltre la Sicilia, l'Afghanistan, il mondo. Un racconto da leggere e rileggere per trovarci ogni volta qualcosa in più. Bravissimo, Tanus!

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  4. Anche il quadro è estremamente composito, come il racconto. Le figure in primo piano (e Tanus non se le è lasciate scappare) mettono a disagio. Colpiscono gli occhi, che penetrano le lenti colorate. Solo loro riescono a leggere una realtà velata.

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  5. Afghanistan e Sicilia come due terre quasi gemelle, accomunate dagli sguardi pericolosi dei tipi loschi e dalle detonazioni improvvise che fanno scempio di uomini e cose...
    Bellissimo questo quadro visivo-letterale. Trasuda vita anche quando racconta della morte.
    Complimenti, Tanus!

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  6. Grazie a tutti, siete un gruppo meraviglioso.
    Grazie soprattutto a Gianni, che ci da questa meravigliosa occasione, di esprimere la nostra voglia di ... esprimerci.
    Oggi non sarò molto presente.
    Con i vostri commenti mi avete fatto un meraviglioso regalo.
    Oggi sono 40 anni.
    Ma vi assicuro che me ne sento 23. :-)

    Non volendo lasciarvi a metà posto di seguito la conclusione del racconto. Anche a beneficio di Eluz e del trasudare della vita.
    ;-)

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  7. Forse il paradiso esisteva davvero pensò. La luce si smorzò all'improvviso, una fitta alle tempie e agli occhi che richiuse per il dolore. Quando poté riaprirli si ritrovò a guardare il viso di Neda.
    -Salvo... non ci credevo più...
    -Che è successo?
    -Un ragazzino si è fatto esplodere al posto di blocco. Sei stato tre giorni in coma, un ematoma al cervello hanno detto. Sono stata qui tutto il tempo. Credevo di averti perso per sempre.
    -E tu cosa ti sei fatta?
    -Niente. L'esplosione ti ha gettato addosso a me. Mi hai fatto da scudo.
    -Neda... adesso mi riporteranno in Italia. Vieni via con me!
    -Non posso Salvo. Non per adesso almeno. C'è tanta gente qui che ha bisogno di me, non posso abbandonarla. Pensa ai miei bambini...
    Lei lo baciò, lui abbozzò un – Ma … non …. - Lei disse solo dolcemente – Shhh, silenzio bambino mio... - Riprese a baciarlo. Non ci furono altre parole.

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  8. Auguri Tanus!! Non avevo visto il tuo sequel e il tuo messaggio! Buon compleanno e complimenti per la storia, costruita a meraviglia!!! E' vero, ci stiamo divertendo, grazie a Gianni!!!!!

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  9. Tanus!!! Queste cose si dicono con anticipo: come facciamo con le candeline da spegnere? Auguri, Gaetano. Centoquaranta di quest giorni!

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  10. Il tuo racconto mi piace molto per due motivi, Tanus. La prima parte è tesa, asciutta e senza speranza. Il sequel è uno struggente happy end: tutto questo nel giro di dieci-quindici righe. Però!

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  11. il Tuo racconto mi pare proprio centrato, da un bel quadro un bel racconto, inoltre c'è la nostra politica, il modo di intendere l'altro, la pietà per il ragazzo che uccide e che è vittima più degli altri. Il finale dà sollievo, ma il dramma descritto è reale, il sollievo è bene per il nostro cuore, ma, non per la nostra mente.

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  12. AUGURIIIIIIII!!!!!!!!!!!
    Bellissimo finale, Tanus... E' bello leggere che non sempre vincono odio e morte. Questa volta è stato il turno dell'amore e della vita... WOW! :)
    AUGURIAUGURIAUGURI!!!!!!

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  13. Auguri con ritardo Tanus. mi raccmando però, festeggia con cautela i compleanni perché sono come il fumo: invecchiano la pelle. Io proporrei di festeggiarli un anno si e uno no!

    ps
    happy and! Ogni tanto un po' di ottimismo. Complimenti

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