martedì 2 marzo 2010
La città sgrammaticata - Arte impacchettata
Foto e testo di
Gigliola Siragusa
(da Palermo)
Nel 1958 a Parigi nasce il Nuovo Realismo, forma d'arte orientata verso una poetica degli oggetti e dei materiali desunti dalla realtà, anche quella più banale. Questi artisti prediligono l'arte dell'assemblaggio e, in modo provocatorio, creano le loro opere utilizzando rifiuti o altro tipo di materiale che sono soliti comprimere ed inscatolare. Il senso di tale arte, oltrechè ironico e dissacrante, esprime la disperazione impotente nei confronti della società del consumismo e del benessere individuale. Christo e Jean Claude, con i loro "impacchettamenti" di edifici, monumenti e paesaggi, sono stati gli artisti più conosciuti di questo movimento.
Anche Palermo vanta una serie di "impacchettamenti" di edifici che fanno concorrenza ai Nouveaux Realistes: spaziamo dai palazzi pericolanti, "avvolti" con una fitta rete plastificata, ai palazzi che da tempo immemorabile attendono di essere ristrutturati, occultati da stoffe che, al primo soffio di vento, prendono forma di vele di quadriremi. Il suono metallico che producono i tubi dei ponteggi è una pericolosa colonna sonora nota alle nostre orecchie. Perchè in questa città il malessere può diventare una forma d'arte?
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Forse per risollevarsi e avere cura dei propri talenti anche Palermo aspetta Christo. Quello senz'acca, però...
RispondiEliminaGigliola foto splendide.... come sempre. sto quasi diventando monotono ; )
RispondiEliminaQuesto mese a Catania sarà in scena un'opera di B Brecht, è una delle opere che mi è più cara; i tuoi paesaggi di una Palermo, impacchettata e fatiscente, sarebbero un'ottima scenografia, i dintorni della tabaccheria di Shen Te e la stessa scena del tribunale degli dei che se ne tornano imbarazzati in paradiso e l'epilogo, "ci vogliono altri dei o nessun dio affatto?", non abbisogna di altro paesaggio.
RispondiEliminaSalvatore, hai ragione: Gigliola merita anche altre ribalte. Comprese quelle teatrali.
RispondiEliminaIo vi ringrazio per tutte le cose belle che avete scritto.
RispondiEliminaLa seconda foto mi fa venire in mente alcune descrizioni di una vecchia casa abbandonata nel libro di Ruiz Zafòn "Il gioco dell'angelo". Forse sarà il colore grigiasto dell'intonaco rovinato e la descrizione di Gigliola delle folate di vento.
RispondiEliminaLa foto mi fa rivivere le stesse sensazioni che ho avuto leggendo il libro, un'idea di degradazione, inquitudine e abbandono