sabato 20 marzo 2010

Fiaba preistorica - 9


Quadro Nove
Torna la luce...

5 commenti:

  1. Domande pesantissime, appena alleggerite da una luce bianca di latte, confusa di nebbia e fumo. Luce debole, bagliore che mi fa tornare la voglia di alzarmi nonostante il mal di testa e questo dolore agli occhi abituati al buio. Buio! Non dovrebbe esserci questa luce debole: prima non c’era, neanche in pieno giorno. Invece ora vedo una nebbia bianca di latte che prende forma, si squarcia di colore verde di albero e blu di mare e rosso di terra e blu di cielo. Torna la luce anche negli occhi e comincio a correre verso voci e suoni e luci e spruzzi e grida e gioia, la gioia di chi è passato attraverso un pericolo grave e ne è uscito vivo. Rido e abbraccio i miei compagni che credevo inghiottiti dal buio e invece li rivedo con i miei occhi e rivedo vivi. Vedo due volte, dunque, e per questo non riesco a trattenere la gioia e tutti fanno festa con me, mi regalano pesce appena pescato e un arco. Potrò diventare cacciatore e uomo. Tutto il mondo mi dà gioia come se avessi solo sognato il buio.

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  2. Ciò che vide era uno spettacolo incredibile: centinaia di creature dell’acqua si dibattevano in mezzo alle rocce ancora fumanti. L’onda gigante che Grande rombante aveva provocato
    scagliando le sue pietre in mare, ritirandosi aveva lasciato tra le rocce parte delle sue creature. Decine di “eretti” simili a lui stavano raccogliendole, chi con le mani, chi con un bastone appuntito. Raccolse un legno ricurvo da terra, caduto a chissà chi, e anche lui, mugolando felice, cominciò a infilzare le creature morenti. C’era da mangiare per un bel po’! Avrebbe voluto dividerlo con A-ha. Ma dov’era? Cominciò a cercarla.

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  3. Con il passare degli anni, contrariamente alle comuni credenze e per la prima volta all'interno di quella tribù primitiva,
    Mosi riacquistò la vista. Nessuno si riusciva a spiegare questo evento miracoloso, forse dipendeva dal fatto che la quantità di veleno finita negli occhi di Mosi era stata tossica solo inizialmente e col tempo si era smaltita, o forse gli spiriti benigni avevano steso la loro ala protettiva sul ragazzino. In qualsiasi caso adesso tutti all'interno della tribù, increduli, guardavano Mosi con profondo rispetto. I cacciatori più esperti iniziarono a portare Mosi a pesca con loro e in questa attività il ragazzo divenne ben presto molto esperto. Si recava giornalmente al fiume e con la sua lancia riusciva a catturare la quantità di pesce necessaria a sfamare tutta la tribù.
    Mosi si sentiva veramente fortunato, ricordava il periodo del buio impenetrabile che lo aveva circondato ininterottamente e
    ringraziava ogni sera gli spiriti protettori che avevano reso possibile questo miracolo. Il giorno in cui aveva riacquistato la vista si era sentito come nato una seconda volta

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  4. Quel fastidio agli occhi si dimostrò la sua gioia più immensa.
    Aveva cominciato a rivedere della luce. Oggetti sfuocati si sostituivano alle perenni ombre nel buio.
    A poco a poco riprese a vedere. Lo considerò un regalo del vulcano.
    Aveva perso Lila però. Dopo l'eruzione l'aveva cercata, ma senza risultato. Come le altre donne che erano con lei, persino la piccola Bibi.
    Si costruì un arco e cominciò a cercarla nei villaggi che incontrava nel suo cammino.

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  5. Ci volle del tempo per ricostruire "la vita "
    del villaggio e Datro diede sin da subito un notevole contributo.Aveva magicamente ritrovato la vista e cio',sommato alla capacita sensoriale che aveva affinato negli anni bui,ne fecero un cacciatore eccezionale.Era conosciuto e rispettato da tutti e girava di villaggio in villaggio aiutando nella pesca e nella caccia gli abitanti,con nel cuore la sempre piu' remota speranza di ritrovare l'amata Orea

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