giovedì 18 marzo 2010

Fiaba preistorica - 7


Quadro Sette

7 commenti:

  1. Non serve vedere con gli occhi perché anche vedendo non avrei potuto evitare le pietre seminate sulla terra e le pietre che piovevano dal cielo. Qualcuna l’avrei colpita oppure mi avrebbe colpito. Forse è stato meglio così: sono stato io a colpire con i miei piedi incerti un grande sasso. Poi si sono spenti anche i suoni e il buio si è fatto completo.

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  2. Disperato e confuso, si mise a correre disordinatamente ma dopo pochi passi il suo piede urtò contro un masso e lui pesantamente stramazzò

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  3. Intanto il brontolio della montagna si andava trasformando in un tuono, la terra cominciò a vibrare attraverso il limo che adesso sembrava volerlo risucchiare. Sentì la mano di Eva che lo tirava , la seguì spaventato, sentiva cadere qualcosa in acqua, degli spruzzi, poi fu sul terreno asciutto, d’un tratto la mano di Eva non era più fra le sue, la chiamò, solo nel suo buio sentiva l’incalzare dei massi e la terra tremare, non sapeva più dove andare, si spostò veloce di lato sentendosi sfiorare da una sferzata calda, incespicò in qualcosa, gridò, poi di nuovo la testa, era steso per terra di nuovo solo, gli occhi serrati per non vedere quello che comunque non avrebbe visto.

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  4. Mosi sperò che Penda fosse al sicuro, da qualche parte. A quel punto iniziò a riflettere sul da farsi,attorno a sè sentiva
    le grida degli altri uomini e donne, immaginava che tutti stessero scappando nella direzione opposta a quella in cui scorreva la
    lava, ma lui che poteva fare? Iniziò a gridare, chiamando aiuto e pregando che qualcuno lo scortasse o almeno gli indicasse
    un riparo, ma niente. Il panico si era diffuso come una macchia d'olio e tutti in quel momento pensavano a mettere in salvo
    la propria pelle. Mosi cercò di orientarsi, i boati provenivano da una parte, per cui era necessario incamminarsi dal lato opposto. Non fece in tempo a pensare nient'altro che un esplosione, più forte dele altre, lo investì in pieno, e Mosi fu scaraventato in aria. Per un attimo si sentì come un pezzo di roccia, estirpata dalle pendici del vulcano e scagliata in aria. D'altronde dopo l'incidente agli occhi anche lui era stato estirpato dalla vita della sua tribù e scaraventato verso il nulla

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  5. Nderi era rimasto solo quella volta. Lila era andata con le amiche a festeggiare al fiume la piccola Bibi, diventata donna. Questa volta non poteva seguirla.
    Sentì il fuggi fuggi intorno a se, come la volta che perse i genitori. Di nuovo quel senso di calore addosso e sul viso. Come quando la sua vista si infuocò e si sciolse.
    Cercò di scappare, proprio alla cieca. Inciampò su di una roccia lavica e cadde.
    Sgomento e paura si ristamparono sui suoi occhi muti.

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  6. Penso' ad Orea e alla gente del villaggio,doveva fare qualcosa.Comincio'a correre a valle in preda alla disperazione,quando inciampo' in un masso e cadde'rotololando giu'per alcuni metri

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  7. -Dove sei!!!- Urlava Ghughu. Tenevale braccia tese e gli occhi sbarrati nella speranza di vedere qualcosa, una luce, magari... La pelle bruciava sotto i colpi di quella pioggia di fuoco. Perso, solo, incapace di trovare una via di fuga, gridava di dolore.
    -Devo correre- pensò -Non so dove, nè in quale direzione, ma devo CORRERE!-, chiese uno sforzo alle sue gambe, stremate da quel calore che s'alzava tutt'intorno a lui, e iniziò a correre veloce... Veloceveloceveloceveloce... Fin quando una grosso sasso sulla strada fermò la sua fuga facendolo inciampare e rotolare per terra.

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