martedì 1 dicembre 2009
Era meglio se nascevo a Stoccolma
La lettera straziante e accorata di Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, su Repubblica del 30 novembre, ha lasciato il segno, e non poteva essere diversamente. E voi, se foste genitori (e molto lo sono), cosa fareste, come orientereste i vostri figli riguardo al loro futuro? La domanda è rivolta anche ai figli già in grado di scegliere. Ragazzi, restate ancora in Italia a reggere botta, a sopportare questo nulla che cresce incommensurabilmente o pensate di lasciare questa landa desolata e depredata alla ricerca di una dimensione umana anche se in traferta? Non credo sia una fuga, questa seconda ipotesi. La immagino come una fisiologica via d'uscita. Una "normale" ricerca di felicità minima. Un gesto coraggioso. Ma trovo ancora più coraggioso il gesto sacrificale di chi non si arrende e resta. Sono curioso di conoscere gli argomenti di chi resta e di chi va via , o l'ha già fatto.
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Mai arrendersi. E una normale ricerca di felicità minima, per usare le tue bellissime parole, acquisibile.
RispondiEliminaGrazie, Elena. Benvenuta!
RispondiEliminaGrazie, Elena. Benvenuta
RispondiEliminaSe avessi potuto sarei anche rimasto in Sicilia. Per quel che posso resisto in Italia, ma quante difficoltà.
RispondiEliminaNon lasciatevi trarre in inganno: non sono due commenti identici quelli rivolti a Elena. Nel secondo manca il punto esclamativo.
RispondiEliminaPer adesso resisto e resto qui... Ma la mia felicità, che per il momento non è affatto minima, è sicuramente precaria...
RispondiEliminae da qualche giorno che penso se fare o no un post su questa lettera, ma ho deciso di non farlo.
RispondiEliminaIo sono andato via, ma non mi sono arreso e il mio lavoro e la mia voce lo dimostra. Andarsene non significa rinunciare come giustamente da detto Gianni, ma alle volte quando non vivi per come vorresti hai bisogno di un posto migliore, un posto dove puoi svegliarti ed essere quello che sei in una terra che, anche se non è la tua, ti fa sentire a casa.
Claudio
Sono rimasto a Palermo per caso.
RispondiEliminaHo trovato un buon lavoro... casi della vita, ma era 17 anni fa
Ho finito ieri sera il primo libro della trilogia di Larsson, stasera attacco il secondo.
RispondiEliminaLa Svezia devo dire mi affascina parecchio ma...
PS Gianni, ridigitare ogni volta il nome nel commento è seccante, come mai non rimane impostato? Forse qualcosa che riguarda i cookie deve essere settato.
Vedi un po che dice claudio
OK...OK...
RispondiEliminaora ci tocca leggere anche il tuo blog...
... complimenti!
sarà un piacere tenerci in contatto anche così.
P.S.
Bella la "foto" di Ale e Val.
E tutti quelli sul vascello chi sono?
Gemma e Bart
Emozionante la copertina di questo blog. Almeno per me che l'ho utilizzata, su gentile concessione del Maestro, per la locandina di "Segnali di Fumetto special edition Louis Vuitton Cup - Nuvole d'Acqua Salata".
RispondiEliminaFrancesco Borghi
Anche io come Tanus sono rimasto a Palermo per caso, ma continuo a volare altrove.
RispondiEliminaMio figlio è piccolo ma per lui immagino una città diversa.
Anche fosse Palermo ma diversa.
Ciao Gianni
Scopro adesso questa bella novità! Benvenuto nel mondo dei "blogghi", grande maestro di tutti noi piccoli satiri dilettanti! Non poteva esserci inizio migliore...
RispondiEliminaieri avevo pensato che quella di Celli fosse l'ammissione di un fallimento ma andando a leggere il suo curriculum nel sito della Luiss ho capito che forse invita il figlio ad andarsene perché lui tra telefonia, banche, ENi, Enel,lottomatica, Luiss e quant'altro ha rastrellato il rastrellabile
RispondiEliminaadesso lasciare un commento dovrebbe essere più semplice. : )
RispondiEliminaEntro solo per dirti Auguri!Tra l'altro complimenti per il nome del blog, è meraviglioso. Personalmente le nuvole sono una mia passione...
RispondiEliminaVoglio confessarvi che mi rivedo in quello con l'orecchino...
RispondiEliminaVoglio confessarvi che mi rivedo in quello con l'orecchino...
RispondiEliminaTrent'anni fa non avevamo ancora ucciso La Torre, Dalla Chiesa, ecc. Trent'anni fa c'era qualche motivo per rimanere: Palermo non era Bologna, gli indiani metropolitani qui non c'erano (oggi gli indiani ci sono, i cingalesi, la metropolitana ancora no...), ma si poteva pensare di "potersi impegnare". Per dirla in siciliano: "minchia, sbagghiai". Oggi partirei. E quindi se partiranno i miei figli, cercherò di fare il nonno in giro per l'Europa. Giuseppe
RispondiElimina(PS. ma come si fa a "postare il commento?"
@Gemma e Bart: Portatemi un po' di sole di Scicli, per favore! Questi che leggi sono tutti amici miei, alcuni nuovi di zecca.
RispondiElimina@Franco: Grazie! Organizza qualcosa a Trapani: verremo a trovarti tutti!
@Claudio: A Palermo o a Barcellona tu saresti (e sei) un grande disegnatore di comics. Però se il sole della Rambla ti scalda più di quello di via Ruggero Settimo, nessuno può darti torto.
@Valdelfio: Benvenuto a bordo. Continua così che stai svignettando bene!
@Max: Piacere di fare la conoscenza. Anche tu, vedi sopra, continua così, bravo!
@Mingo: Che piacere leggerti! Perché non dici alla tua amica (anche mia) fotografa di fare un salto?
@Tanus: Sei Corto Maltese sotto mentite spoglie panormite?
@Giuseppe: Ti capisco, eccome se ti capisco. Ciao, grazie!
Mi hai scoperto Gianni...
RispondiEliminafuggii da Malta tanti anni or sono, approdai alla Cala in uno dei miei innumerevoli viaggi, e invogliato da Goethe decisi di ivi stabilirmi. Non so dirti perchè ancora rimanga, ne è passata di acqua sotto il ponte dell'Ammiraglio, e le cose son molto cambiate. Non è detto che un giorno di questi non abbandoni pure io e vada in terra di Svezia. Li fa freddo, ma basta alzare il bavero e calcare il cappello. Qui fa più caldo, ma molto spesso è l'alito dei pupari che ci manovrano ansimanti e avidi sul collo.
Tanus, bellissimo questo piccolo reportage dell'anima. Ho appena scritto il nuovo imput con pochissime parole, e le tue erano perfette per dare la stura ad un dibattito suggestivo. Ma va bene anche qui. Alla prossima.
RispondiEliminaGrazie Gianni, troppo buono, puoi usare i miei commenti come vuoi, per me è un onore.
RispondiEliminaHo deciso di fare concorrenza a certi scrittori
;-)
ma non ho ancora deciso che tipo di scrittore voglio essere.
Tanus, fai una cosa, allora: manda un altro reportage sentimentale, se non perdi la verve e l'ispirazione, al nuovo post. Sarà un eccellente propellente dialettico.
RispondiEliminaCaro Gianni, come si dice in questi casi? Auguri per l'esordio del bellissimo blog. Quanto a Celli, l'ho trovato insopportabile 8avevo provato ad argomentarlo iln un messaggio più lungo, ma il web l'ha ingiottitto prima che riuscissi a postarlo). In sintesi: che se ne vada lui (e la generazione dei padri, in generale), visto che è parte di una classe dirigente corresponsabile di questo scempio (sono d'accordo con Fara) e lasci campo ai giovani (e magari anche un po' del bottino che si è accaparrato, per finanziare le loro speranze)
RispondiEliminaIo, che non sono nè restata, nè partita, nè tornata, ma sono venuta qui in Sicilia tanti tanti anni fa per amore, ormai sono talmente incastrata e appasionata, che spesso mi trovo a difendere questa terra amata e odiata (dipende dai giorni)più dei siciliani "doc". Sono convinta che ci vuole tanto coraggio per restare, ma ci credo. Se tanti giovani cervelli provano a restare, forse qualcosa può cambiare, in meglio.
RispondiEliminaCiao caro Gianni, benvenuto nel rutilante mondo dei blogghe. Con vetusta ma sempre vivissima ammirazione
RispondiEliminaMauro
p.s. a presto su Mamma!
Peraltro or ora è in editoriale la VERA lettera di Celli al figlio:
http://www.mamma.am/
@Milton. Benvenuto e grazie per le parole di incoraggiamento. Spunto inetressante... Conto di leggerti spesso.
RispondiElimina@Anonimo: Cara Anonima, scrivi chi sei per favore! Grazie per il tuo intervento. Torna a bordo con la tua firma o con il tuo pseudonimo.
@Mauro: Viva la "Mamma"!
(Agli amici e lettori di questo blog una raccomandazione: leggete e fate leggere "Mamma": andate sul link qui a destra e capirete!
La lettera di Celli è diventata un caso, ma in definitiva è soltanto la lettera di un padre che, magari infiorettando un po’, consiglia al figlio di andare a lavorare all’estero perché in Italia non c’è spazio per chi voglia lavorare senza scendere a compromessi.
RispondiEliminaE’ difficile pensare che il figlio di un uomo come Celli, indipendentemente dal merito, abbia problemi di lavoro in Italia, come sono certo che non abbia nessun problema ad andare all’estero per trovare un buon lavoro, ma non possiamo dimenticare che stiamo parlando di un privilegiato.
Detto questo l’analisi della situazione italiana è puntuale e convincente, ma il figlio di Celli, che è toccato meno di altri dalle conseguenze di quell’analisi, se è come lo descrive il padre, sicuramente non ascolterà il suo consiglio, resterà qui e con il proprio lavoro, la sua onestà e la voglia di fare farà parte della classe dirigente di questo paese e potrà contribuire a cambiarlo.
Il vero problema è capire come e perché siamo arrivati a questo punto, chi se non la classe dirigente di cui lo stesso Celli fa parte, si è inventata una flessibilità senza rete consegnando le nuove generazioni al precariato, chi ha distrutto il tessuto connettivo dell’istruzione e della ricerca per lasciare isole di eccellenza, forse, nelle intenzioni, pascoli per i migliori, ma di fatto chiusura corporativa di un ceto che vuole clonare se stesso ed ha paura di qualsiasi cambiamento.
Quest’Italia delle corporazioni fagocita se stessa ed impedisce il progresso sociale senza capire che è proprio questo la premessa di qualsiasi altro progresso, e senza progresso non esistono alternative al degrado perché non esistono posizioni di equilibrio.
Io consiglierei a mio figlio non di emigrare, ma di lavorare per cambiare classe dirigente, per istillare il rispetto per il lavoro di tutti, per ritornare ad una economia sana in cui il lavoro lo si fa in squadra e la squadra è fatta di gente che si conosce e si rispetta rispettando nel contempo il lavoro che fa.
Salvatore
@Salvatore: Benevenuto, amico mio! Ora che sei a bordo di questa blog-navicella spaziale, spero di leggere altre tue puntualissime e lucide analisi. Intanto, grazie per questo contributo!
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