martedì 16 febbraio 2010

FotoRacconto - La mia seconda casa


Foto di Paolo Beccari, Testo di Eluz

Che ci posso fare io, eh?
Ho quarantasette anni, ma pare che ne abbia settanta. Due mesi fa mi hanno licenziato. E' stata una scenetta lunga: prima la cassa integrazione, poi le minacce, le promesse, gli scioperi e alla fine la chiusura della fabbrica. Che ci posso fare io?
Sono su questa strada che da un mese è la mia seconda casa, per chiedere l'elemosina alla gente che ha ancora il coraggio di guardare.
Mi pare di somigliare sempre di più al muro alle mie spalle. Grigio. Con la faccia spaccata dal vento e dalla pioggia invisibile.
Quasi nessuno ci guarda più. Quelli che passano tengono gli occhi fissi davanti a loro. Non li abbassano per paura di inciampare sul mio sguardo, o sulle mie scarpe malandate.
Ma che ci posso fare io?
Ieri una bambina mi ha regalato un panettone. Sicuro gli è avanzato dal Natale. Mi pare ancora buono. Io l'ho ringraziata quasi in lacrime, commosso dall'innocenza dei suoi occhi.
Stasera lo porterò a casa e avremo ancora un motivo per sorridere insieme.

5 commenti:

  1. Sto piangendo... e penso che, in fondo, potrebbe capitare ad ognuno di noi... e penso che basta incontrare persone speciali per non dovere soffrire... e penso che nessuno ha il diritto di essere felice fino a quando esistono persone come quella ritratta in questa tristissima fotografia... e penso...

    RispondiElimina
  2. Paolo, è vero: potrebbe capitare ad ognuno di noi, ma non so se basti incontrare persone speciali per non soffire... Ci vuole pure un mondo migliore. NOI dobbiamo essere migliori. Non dovrebbero più esserci uomini invisibili, con le scarpe rotte ed il viso segnato dalle crepe del dolore.
    La foto trasuda tristezza... Hai colto non la forma, ma l'essenza di quell'uomo, di quella vita, di quella storia. Complimenti

    RispondiElimina
  3. I veri poveri sono quelli che "tengono gli occhi fissi": non hanno niente da dare e non hanno più niente neanche per se stessi. Due linguaggi diversi, ugualmente pungenti, Paolo ed Eluz. Grazie.

    RispondiElimina
  4. Questa foto è molto cruda, ti sbatte in faccia la realtà dalla quale spesso cerchiamo di sfuggire. Sfuggiamo magari per non pensare, per illuderci che tutto vada bene, per non sentirci in colpa del fatto che noi stiamo meglio di qualcun altro. E poi ci si chiede: "Non sarebbe stata possibile un'alternativa?"

    RispondiElimina
  5. Purtroppo foto e racconti come questi sono una realtà che si va sempre più diffondendo.
    Entrambi sono la vera essenza del "verismo" che in molti sembrano rinnegare in questo periodo - diciamolo pure- buio.
    Bravi.

    RispondiElimina