sabato 13 febbraio 2010

FotoRacconto - Il rabbino Saul


Foto di Paolo Beccari, Testo di Pirsimona

Era stata una giornata intensa per il rabbino Saul. Quel giorno all'interno della sinagoga aveva officiato la cerimonia della semikhà, l'investitura tramite cui aveva designato il suo successore. Tale cerimonia era necessaria affinché il nuovo rabbino, suo nipote Geremia, potesse esercitare la funzione di capo riconosciuto della comunità ebraica. Era fiero di avere potuto investire il nipote di quell'incarico e per questo aveva lavorato sull'insegnamento del ragazzo fin da quando Geremia era un bambino. Allo stesso tempo però Saul non riusciva a liberarsi dall'inquietudine che lo turbava: essere un rabbino non era un ruolo facile in un momento di contrasti religiosi come quello che stavano vivendo, e inoltre i rapporti tra loro e le comunità cristiane non erano mai privi di tensioni e incomprensioni. Sperava che Geremia avesse raggiunto una forza morale adeguata alle prove che avrebbe dovuto affrontare giorno per giorno e si augurava che tenesse sempre a mente i suoi insegnamenti sul rispetto della creazione, degli altri uomini e del rapporto con Dio.

6 commenti:

  1. Brava Pirsimona! E' una scrittura talmente spaziosa che sembra l'inizio di un romanzo. Guarda lontano, proprio come il soggetto del bel ritratto di Paolo.

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  2. Hai ragione, Yorick, a proposito del guardare lontano. L'argomento "fondamentalismi religiosi" e soprattutto la questione israeliana mi colpisce molto in questo periodo e più cerco di districarmi nella comprensione delle motivazioni che portano molte persone che si dichiarano religiose (o comunque che stanno a capo di comunità religiose) a commettere atti violenti in nome del loro Dio, più mi sembra che la pace di certi popoli non si potrà mai raggiungere. Molto lontano, si, così lontano che non si vede la fine

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  3. Bel Pensiero PirSimona.
    Sui "fondamentalismi" la cosa che più mi dà fastidio, personalmente, è il considerare da parte di costoro "proprietà riservata" un dio che una conoscenza anche superficiale delle tre religioni rivelate e monoteiste, indica come "unico" e comune.

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  4. Un'altra cosa terribile è l'atteggiamento di chi è certo di aver trovato Dio: è proprio nel momento in cui pensa di averlo fatto suo che lo ha perso davvero.

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  5. Bello, Pirsimona!
    Mi ha ricordato "Morire per delle idee", una canzone di De Andrè tratta (o tradotta, non ricordo) da una poesia di Brassens. Grazie quindi, per il racconto e per il ricordo che adesso vado a rinfrescare.

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  6. Un breve racconto, quello di Pirsimona, che varrebbe la pena di sviluppare! Bravissima, stai crescendo sempre più, vai così!

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