giovedì 27 maggio 2010

Viaggi e miraggi: La festa degli aquiloni





Una nuova rubrica, fatta di reportage casuali dal Mondo. Si comincia da San Vito Lo Capo. Scrive per noi, Simona.
Foto e testo di Pirsimona

Un mondo antico quello degli aquiloni. Le prime tracce risalgono alla Cina del IV secolo a.C., ma probabilmente comparvero molto tempo prima. La loro diffusione nell'est asiatico è legata ad una tradizione magica ed animista: in Polinesia
rappresentano la linea di unione tra gli dei e l'uomo; in Corea il nome ed il destino di un bambino sono legati al volo di un aquilone, mentre in Giappone in occasione della Festa del 5 Maggio, con il loro volo si celebra la nascita dei bambini avvenuta l'anno precedente.
A me la parola AQUILONE fa venire in mente il libro di Khaled Hosseini da cui è stato tratto l'omonimo film, molto intenso e commovente. La storia è ambientata nell'Afghanistan degli anni settanta, prima che iniziasse un lungo periodo, ancora non del tutto concluso, di invasioni e guerre. A quei tempi ogni anno si svolgeva il combattimento degli aquiloni, un torneo a cui partecipavano esclusivamente bambini: gli aquiloni erano del tutto artigianali, costruiti con canne di bambù, filo e carta. La particolarità era che i lunghissimi fili venivano immersi in una miscela di colla e vetro polverizzato: questo serviva a renderli taglienti in modo tale da potere recidere il filo degli aquiloni avversari. La pratica procurava profondi tagli alle mani dei partecipanti ma questo era motivo di vanto tra i bambini che mostravano orgogliosi le loro cicatrici. Durante la gara sarebbe rimasto un solo aquilone vincitore e l'ultimo a precipitare verso il basso sarebbe stato "cacciato"
dai bambini: riuscire ad afferrare l'aquilone sconfitto era ancora più prestigioso che vincere la gara stessa. Sono passati tanti anni da quelle gare annuali, e oggi purtroppo in Afghanistan non volano più aquiloni in cielo. Nel finale del libro l'autore si augura di poter vedere nuovamente i bambini afghani giocare e sfidarsi come facevano i loro antenati.
E' con lo stesso spirito che ho assistito al "Festival Internazionale degli Aquiloni" a San Vito Lo Capo, una manifestazione in cui l'aquilone è diventato un simbolo interculturale in grado di riunire mondi ed identità artistiche sotto un unico cielo. Erano infatti presenti delegazioni di diversi paesi: Brasile, Cambogia, Danimarca, Francia, Ghana, India, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Svizzera. Uno spettacolo emozionante, che le poche immagini riportate non possono
spiegare in maniera esaustiva ma che probabilmente stimoleranno la vostra curiosità e la vostra fantasia.

7 commenti:

  1. Molto interessante la storia dell'aquilone negli anni e la manifestazione di San Vito.
    Trovo molto belle le foto,sopratutto le ultime due mi fanno pensare ai quadri di Kandinsky

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  2. Grazie Badit, in effetti ora che mi ci fai pensare un qualcosa di Kandisky ce lo trovo pure io!
    Infine errata corridge: magari nella parola Afghanistan ci voleva una acca in più... SoleNuvole ma un correzione di bozze per i tuoi scrittori sperimentali distratti non la fai? ;-)

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  3. Vero! Kandinsky, ma anche Mirò... Belle foto, Pirsimona, e interessante anche la storia. Sai, non ho ancora letto il Cacciatore di aquiloni, ma l'ho intravisto sul comodino di mia sorella. Mi sa che le proporrò presto uno scambio di malloppi cartacei.
    Sarà il mio stato d'animo attuale (temporaneo, spero), ma gli aquiloni nel cielo mi hanno fatto pensare a Charlie Brown e agli atterraggi in rovinosa picchiata che fanno quelli che lui tenta di far volare.

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  4. Ma siete tutti bravissimi! Belle foto Simona!
    Mi rodo il fegato. Io non sono mai riuscita a fare una fotografia decente in vita mia. L'unica è tentare di spacciarle come "sfumati leonardeschi" o come studi sulla diffrazione dei colori e delle immagini

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  5. @Yorick
    Gli atterraggi rovinosi fanno parte del gioco, se si vuole imparare a far volare un aquilone decentemente si deve mettere in conto che all'inizio ne potresti rompere qualcuno... Poi però quando impari le soddisfazioni ci sono!
    @Fara
    Lo stesso che ho detto per Yorick vale per te! Se non ti alleni nell'arte della fotografia, come pensi di poter fare foto decenti? Quelle che vedi ovviamente sono le migliori che ho fatto, ma pensi che ho scattato solo quelle? Diciamo che col digitale è più facile perchè puoi divertirti a fare tutte le prove che vuoi senza dover spendere soldi di sviluppo, insomma fare un pò di esperienza non è difficile!

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  6. Mi pare di capire allora che posso tentare anche io la strada della foto: chissà che non scopra un talento nascosto...

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