Era il 1961 o forse il 1962. Irrompe fragorosamente dalle radio gracchianti e dai dischi che andavano non so a quanti giri l'eros senza sfumature e scatenato del "Twist" di Chubby Checker. Da noi canticchiavano anche le versioni addomesticate e ruffiane di Mina ed Edoardo Vianello (Renato Renato Renato e Guarda come dondolo). Io ballavo anche quel twist mollaccione, ridicolo e annacquato. Ma quando Chubby attaccava "Let's twist again", io perdevo la forza di gravità e andavo in sollucchero.
Cliccate su ogni immagine per leggere con più facilità il testo.
Mi piace il modo colorato e delicato con cui hai reso il risveglio di primavera.
RispondiEliminaGrazie Giovanni. I colori sono quelli delle vampate di rossore che accendevano le guanciotte del piccolo protagonista involontario. Illuminavano anche la pelle di "Renata" che ballava il twist con noi bambini senza pregiudizi. Ballava e si divertiva. "Renata", mi sono informato, in realtà si chiamava (e si chiama ancora!) Rosaria. Il ricordo si "renatizza" per via di quel refrain da twist mordi e fuggi casalingo.
RispondiEliminaHo provato a leggere e guardare il capitolo "twist" ascoltando da youtube il celeberrimo pezzo di Chubby Checker: da impazzire. Brividi e vampate di piacere. Gioia incontenebile e struggimento inenarrabile.
RispondiEliminaSe dico quale pezzo di dà queste emozioni, mi bannate dal blog!
RispondiEliminaGianni, che vivacità di colori e pensieri!
RispondiEliminaYorick, adesso ce lo devi dire qual'è il pezzo...
Grazie, Gigliola!
RispondiEliminaE ora, tutti a fare coming out sui pezzi musicali dell'infanzia e dei primi turbamenti!
Quasi quasi ci faccio una rubrica...
Veramente non è dell'infanzia, ma della primissima adolescenza. Immaginate il peggio del Festival di Sanremo targato 1984. Ecco, è la colonna sonora del primo grande amore è quella lì. Collage, "Quanto ti amo". Be', è stato bello conoscervi...
RispondiEliminaNon la ricordo: e in mancanza di prove, in dubbio pro reo.
RispondiEliminaMeno male... Era davvero una canzone dimenticabilissima, a ripensarci col senno di poi. Però (e qui comincia l'arringa) per un ragazzino di sedici anni un po' sfigato con le ragazze, che si ritrova a ballare un lento, qualsiasi sottofondo musicale va bene, pure quello dei Collage. Mi rimetto alla clemenza della Corte.
RispondiEliminaAlmeno la ragazza era vera, e dolcissima. Tornando indietro ricordo altri turbamenti, ma l'interessata non ha mai saputo nulla del mio coinvolgimento. Per i primi turbamenti dell'infanzia, invece, devo rifarmi al tubo catodico: Raffaella Carrà che balla con l'ombelico di fuori e canta Ma che musica maestro.
RispondiElimina