domenica 30 maggio 2010

Le recensioni emotive: Non esiste saggezza


di Giovanni Yorick Piazza

Leggendo Non esiste saggezza ho pensato che è bello raccontare o ascoltare storie. A un certo punto Carofiglio fa citare a Tex Willer la teoria sulla “willing suspension of disbelief” di Coleridge: la volontaria sospensione dell’incredulità di chi ascolta e fa finta che in quella storia tutto sia possibile. Ho pensato che devo avere una soglia bassa, perché tutte le storie mi sono sembrate vere. Anche l’unica che racconta un evento incredibile mi è sembrata reale. Mi ha ricordato un racconto di Vázquez Montalbán, e se possibile, ancora più credibile di quello. Mi ha spiazzato il fatto che tutte le storie siano raccontate in prima persona e che l’io narrante ha ogni volta un nome e una professione diversi. Raccontando allora si può essere chi vuoi. Puoi trasformarti in mille persone, cambiare aspetto, modo di vedere e di pensare. Puoi usare diversi registri linguistici e parole diverse in ogni contesto, e queste parole hanno un potere infinito, che i presunti potenti del mondo si sognano. Puoi usare le parole come i bastoni del contadino delle Murge: colpisci e sai che gli altri dovranno guardarti con rispetto, perché tu conosci un’arte che si impara in luoghi segreti. Carceri, masserie desolate, strade di periferia, angoli di città in guerra. Insomma, in tutti i posti del mondo in cui si può ascoltare un racconto e abbandonare la normale diffidenza: in una storia raccontata tutto dev’essere per forza vero.
(In bocca al lupo a Gianrico Carofiglio per il suo libro appena uscito e auguri di buon compleanno).

14 commenti:

  1. Ho biscardato un congiuntivo (l'io narrante abbia ogni volta...), scusate!
    Bello il disegno, Gianni.

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  2. Grazie, ma il tuo testo funziona benissimo nonostante la presunta biscardata.

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  3. Mi dispiace per Carofiglio, ma utilizzerò questo spazio per parlare di fatti obiettivamente sconvolgenti, sono sicuro che sia Carofiglio che yorik,non se ne dorranno anche perchè penso che non siano meno sconvolti di me.Un'operazione militare Israeliana, in dispregio a qualsiasi convenzione internazionale e con un atto deliberato di guerra ha assaltato in acque internazionali delle navi disarmate e che portavano aiuti umanitari alle popolazioni di Gaza; le navi catturate sono state portate in un porto militare israeliano e le persone imbarcate sono state sequestrate e private di ogni contatto con le famiglie e gli stati di provenienza, i morti, pare siano stati,più di una diecina, persone inermi o forse armate di qualche bastone col quale hanno forse tentato di respingere l'arrembaggio di truppe efficienti ed addestrate ad uccidere ( Questa storia dei bastoni l'hanno detta i militari israeliani, implicitamente ammettendo che le navi erano disarmate ).
    La gravità della cosa pare non aver scosso più di tanto i nostri governi, anche se si chiede un'inchiesta, soltanto il governo turco ha reagito richiamando i propri diplomatici.
    Quì non è più questione di indignarsi, quì siamo di fronte ad un atto di guerra che non rispetta nessuno e che sembra voler spegnere ogni speranza su qualsiasi idea di pace nel mediterraneo facendo capire come nella nostra area le minacce di guerra possono raggiungerci in qualsiasi momento.
    Spero che fra i lettori di questo blog, e ne sono ragionevolmente sicuro, nessuno pensi che io sia un antisemita, Ho amici in Israele e alcuni li ho sentiti e nessuno di loro è meno sconvolto di me.
    Di fronte a questo le minacce interne alla nostra democrazia come la legge sulle intercettazioni sembrano poca cosa, ma non lo sono, il controllo sull'informazione è la tomba della democrazia, come il dispregio di ogni norma di diritto internazionale lo è della pace.

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  4. Salvatore, questi "interventi armati" si rendono necessari semplicemente per il fatto di giustificare l'addestramento dei soldati israeliani e i miliardi spesi per loro. A tal proposito vi consiglio la lettura del libro FRATELLI GUERRIERI di Aaron Cohen, la testimonianza reale di un soldato di una elìte militare israeliana. Dopo aver letto questo libro non mi stupisco più di quello che succede in Israele, sebbene tutta questa violenza mi infonda una profonda tristezza e rabbia

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  5. non l'ho ancora letto. Non l'ho ancora comprato. Ne parliamo dopo, quando lo avrò letto.

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  6. Salvatore ma tu riesci ancora a meravigliarti per ciò che succede in medio oriente? e riesci a meravigliarti pur sapendo che nazioni, 50 nazioni per l'esattezza, si sottraggono al giudizio morale non avendo mai voluto firmare i trattati per il rispetto dei diritti umani? per i crimini di guerra e tante altre cosucce ?

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  7. Fara ebbene si!
    Spero di continuare a meravigliarmi, ma poi non è questione di meravigliarsi il problema è che Israele è un pezzo del democratico occidente e ci riguarda molto più da vicino di quanto non siamo portati a credere, sopratutto ci mostra quanto sia fragile la democrazia dapertutto non soltanto in Israele.

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  8. Si Salvatore hai ragione, solo che io non mi meraviglio più. Mi sono abituata alla "fragilità" ( non è che si è già rotta?) della democrazia

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  9. Visto, Cla, visto. Molto bello. A me ora tocca Dylan Dog!

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  10. Mettendo violenza sopra violenza non se ne uscirà mai. Gli ebrei di grande intelligenza (penso a Moni Ovadia, che ho avuto la gioia di conoscere) lo sanno bene. Il guaio è che chi pensa di essere dalla parte di Dio - o che Dio sia dalla sua parte - è capace di tutto il male del mondo.

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  11. Chissà se Carofiglio aveva sospettato di essere così "stimolante"?

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  12. Un altro episodio che mi ha colpito, anche perché pieno di implicazioni simboliche, è quello dell'esperto in interrogatori. Un uomo che riesce a cogliere la verità e a renderla accettabile. Un ladro di storie, insomma.

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  13. Ma allora, questo blog, caro Yorick, per quell'esperto, non sarebbe malaccio.

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