venerdì 30 aprile 2010

La mia pistola era sempre scarica







Per i morti (la festa dei) era un gran Far West in tutta Palermo. Quartieri bassi e alti, popolosi e popolari, aristocratici e borghesi. Un generale spara-spara tra i ragazzini tutti agghindati a cow-boys e pochissimi pellerossa. Non ero esente naturalmente: ma con handicap. Pistole a salve, accidenti.

5 commenti:

  1. Difficile crescere praticamente disarmati! Meno male che Giacomen non era anche un compagno di giochi: avrebbe portato l'intera Wehrmacht...

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  2. Mi hai fatto ricordare che per i morti, lo zio Angelo (quello che sistemava gli alunni ribelli sull'armadietto dei registri) amava molto rispettare la tradizione e alle sue tre figlie e a noi nipoti ( due un maschio e una femmina)regalava invariabilmente un "pupu 'i zuccaru". Ma c'era una cosa che ci faceva imbestialire a noi cugine: a noi femmine toccava la solita damina colorata e con le lunghe trecce mentre a mio fratello, Arcangelo ( nella mia famiglia non abbiamo angeli semplici, pure lo zio si chiamava Arcangelo) riceveva un magnifico cavaliere su un cavallo bianco rampante!
    L'invidia era tangibile

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  3. Mi piace molto che il mio romanzo-brogliaccio stimoli i vostri ricordi.

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  4. Giacomen avrebbe voluto sicuramente fare la guerra ai sioux con i carri amati nazisti, un casino anacronistico. Tipo i film fien anni cinquanta, Maciste contro Zorro...

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  5. è stato allora che, un po' come Cirano, hai capito che potevi colpire...con la matita?

    Valentina

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