mercoledì 14 aprile 2010

Il maestro Biscotto



Inutile piangere sul latte versato, specie se psicosomatico...

8 commenti:

  1. Anche io ho brutti ricordi con le iniezioni. Mia madre era fissata con la mia magrezza, secondo lei non mangiavo abbastanza e mi propinava gli sciroppi per far venire la fame (!) che per fortuna erano dolciastri... alla fine visto che mi considerava una bambina del Biafra, è riuscita a convincere il mio pediatra (che aveva detto che non era necessario) a farmi prescrivere una cura ricostituente: una iniezione al giorno per un mese! Già dopo qualche giorno il mio sederino era un colabrodo pieno di lividi, ancora oggi non gliel'ho perdonato. E ricordo ancora la prima iniezione, ho pianto così tanto da addormentarmi per lo sfinimento. Adesso capisco che non era un pianto di dolore per l'ago ma per la violenza che mi sentivo imposta

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  2. Non sei nata negli anni sessanta, Simona, ma con traumi simili ai nati di quegli anni... Fatte salve le tonsille.

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  3. Pirsi, non volergliene a mamma: seguiva semplicemente la convinzione (e la moda) che per essere in salute i bambini devono essere cicciottelli. Adesso i pediatri interverrebbero per mettere a dieta un bimbo che qualche anno fa sarebbe sembrato il ritratto della salute.
    Gianni, il rifiuto della merendina sembra simbolico di altri rifiuti: quello di un mondo che vuole insegnarti come essere e cosa pensare. Non a caso nel disegno sei l'unico bambino non coperto né allineato. Ricordi "In fila per tre" di Bennato?

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  4. Verissimo, Yorick: cercherò di raccontare proprio questo disagio. Il fastidio (inconsapevole, latente) verso l'autorità costituita. Detta così, è icastica.

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  5. Io non sono sfuggita all'operazione di tonsille...

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  6. Ahia... dovevi correre più veloce, Gigliola!

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  7. Gigliola, ma tu non sei degli anni settanta?

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  8. Bella storia, largamente condivisa, un'allegreide raccontata per episodi che sono anche pietre miliari della formazione. Bei ricordi, disegni vivi. Forse manca l'epos, ma forse è proprio quello a cui ha rinunciato la nostra generazione. Nel bene e nel male.
    Come sempre, un sacco di spunti di riflessione. Gracias, Gianni.
    Anna

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