Mi terrorizzavano i racconti sui lupi mannari. I miei amici, quelli più stronzi, dicevano che vicino casa ce n'era uno. Il più sadico (più grande di noi sbarbatelli di tre anni almeno) sosteneva che erano addirittura due: uno avvistato, l'altro solo udito...
Aggiornamento. Ma non scrivereste le vostre paure infantili o adolescenziali? Le vostre paure del buio e dei mostri dietro l'angolo?
Grandioso licantropo, con la canottiera d'ordinanza... Come se la quotidianità diventasse ad un tratto imprevedibile e pericolosa.
RispondiEliminaSentivo parlare di questi lupi mannari come di persone che improvvisamente perdevano il senno e di punto in bianco ululavano e inseguivano i bambini indifesi. Li immaginavo in canottiera, nelle notti d'estate di plenilunio. Rabbrividisco ancora ora se penso alla paura nera che mi attanagliava.
RispondiEliminaErano i compagni di gioco un po' più grandi a ridacchiare della paura dei più piccoli... Io pure da piccolo c'ero cascato.
RispondiEliminaMi piace il tuo licantropo sopratutto perché lo trovo più ironico che terrifico, mi fa pensare a un povero cristo che cerca di far paura.Io da bambino di paure ne ho avute, ma devo confessare che non ricordo sogni terrificanti, ho scoperto, dopo una attenta esegesi, solo ora, che alcuni posti, strade, città, non esistono nella realtà; li avevo sempre dati per scontati, invece erano solo sogni ricorrenti. Sopratutto c'è una specie di mercato orientale del quale conoscevo addirittura la strada per andarci, o così mi pareva, invece non esiste e neanche la strada.
RispondiEliminaCosa m'avranno voluto dire quei sogni?
Fantasmi a non finire, soprattutto dopo qualche trasmissione tv che faceva riferimento a ectoplasmi e apparizioni varie. Ricordo con terrore un telefilm a puntate su un certo fantasma che appariva a Volterra nelle notti di vento. Agghiaccio tuttora a pensarci.
RispondiEliminaIo ho passato una notte in bianco dopo una puntata dei Visitors, mi pare quella in cui una donna umana partoriva un bambino verdastro e mucoso. Però non mi rifugiavo nella camera dei miei genitori, visto che volontariamente avevo visto la tv, e quindi altrettanto volontariamente mi accollavo le conseguenze...
RispondiEliminaanche a me facevano paura e anche a me dicevano che ce n'era uno vicino casa °_° allucinante coincidenza! : )
RispondiEliminaCiao Claudio. In ogni quartiere di Palermo "vedevano" e "sentivano" almeno un "lupunaru"!
RispondiEliminaMa scusate, dove sono finiti i commenti?
RispondiEliminaErrata corrige: problema tecnico momentaneo che "nascondeva" i commenti. Riscusate.
RispondiEliminaRicordo la difficotà di attraversare le stanze buie, da piccolo. Ero convinto che ci fossero presenze non meglio identificate. Anzi, sì, identificate. Avevo visto qualche trasmissione televisiva su medium, spiriti e voci dall'aldilà, registrate su nastri magnetici e riproposte con i sottotitoli per i duri d'orecchio. Non mi sono mai più ripreso da questa scossa. L'anno scorso addirittura la paura è ritornata: c'era un programma di Giacobbo che parlava di casi strani di presenze inspiegate. Ho spento subito la tv e mi sono rifugiato in un libro scritto da autore vivente. Hai visto mai...
RispondiEliminami terrorizzavano gli indiani...e l'alano arlecchino del mio vicino...quant'era bello...e quant'era buono...ma mia madre lo usava come una sorta di uomo nero...per farmi fare la brava...eheh...risultato...durante gli attacchi indiani dormivo tutta coperta testa compresa...quando mettevo a riposo gli indiani...dovevo avere almeno i piedi coperti...per paura del cane...che poteva morderli...quindi dormo ancora così...anche se è passato tantissimo tempo e anche se ci sono 40 gradi...non riesco a dormire con i piedi scoperti...maiii...quando non mi copro tutta e non si riesce quasi a capire se sto ancora a letto o meno...;)...
RispondiEliminaLo stratagemma della coperta per non vedere gli indiani pronti ad attaccarmi, lo ricordo bene.
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