venerdì 16 aprile 2010

Quando il maestro è manesco la mamma si infuria







Mamma timida, forse più del figlio. Ma se il maestro Scotto alias Biscotto pensa di poter schiaffeggiare impunemente il bambino, non sa che Orlando furioso in confronto a mamma è un pivello.
Facendo clic su ogni immagine, il testo, scritto con un lettering piuttosto problematico, sarà quasi leggibile...

4 commenti:

  1. Grande! Nella vignetta dello schiaffo sulla nuca (a Partanna si chiama "scorcia di coddu") hai messo degli spruzzi di colore che mi hanno ricordato che anch'io ne presi qualcuno. Nessuno mi difese: anzi, il maestro veniva quasi incoraggiato da tutti i genitori dei miei compagni ad alzare le mani. La sensazione della "scorcia di coddu" assomigliava a un elettroshock: corrente che partiva dalla nuca per irradiarsi dappertutto. Lasciava storditi. Altri tempi, spero.

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  2. Si, Yorick, decisamente altri tempi...
    Però forse "si stava meglio quando si stava peggio": oggigiorno i ragazzini non hanno più rispetto per gli insegnanti e non mi riferisco solo a qualche chiacchiera durante le ore di lezione. E guai anche solo a rimproverare il povero alunno viziato e coccolato, potrebbe subire qualche trauma! Il risultato è che gli adolescenti di oggi, spalleggiati dai genitori che li proteggono (o cercano di proteggerli) dal mondo, non riescono a crescere e rimangono ragazzetti immaturi con l'atteggiamento di quelli a cui tutto è dovuto.
    Ovvio che le punizioni modello bacchettata nelle mani non sono per niente educative, però tra la bacchettata e vivere nell'ovatta di vie di mezzo ce ne sono tante

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  3. La tua storia illustrata mi ha fatto venire in mente mio zio Angelo, maestro alle elementari.
    Era un uomo alto e magro con un bel naso importante che lo faceva apparire arcigno. Fondamentalmente era un buono ma con i ragazzini non ci andava certo per il sottile: l'ordine era ordine e le "scorcie di coddu" non le risparmiava a nessuno, genitori consenzienti. A un certo punto, non ricordo bene quando, cominciarono le circolari che vietavano di alzare le mani sui bambini. Giusto provvedimento. C'era chi non si limitava alla "scorcia di coddu" ma sadicamente ricorreva a punizioni ben più dolorose e umilianti. Mio zio si trovò a malpartito ma risolse a suo modo il problema. Non toccò mai più i bambini, semplicemente, all'occorrenza, sollevava il piccolo teppista di peso e lo deponeva sul tetto dell'armadietto che conteneva il materiale didattico della classe per ritirarlo, come un panno steso, a lezioni finite.
    Non ebbe mai una lamentela da parte dei genitori

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  4. Fara, quella del maestro che depone il bambino sopra l'armadio è spettacolare.
    Yorick, la "scossa" mi ricorda certe andate dal barbiere: detestavo la passata di macchinetta sulla nuca: era obbligatoria la sfumatura altissima tipo marines. Per me dolorosissima quasi quanto una smanacciata di Biscotto.
    Pirsi, si esagerava allora e si sbaglia anche oggi... Lo diceva quel galantuomo di Montanelli, la storia si ripete, sempre con le stesse sciocchezze: però mai avrei immaginato di citare un uomo di destra: ahi! Mala tempora currunt.

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