martedì 22 giugno 2010

Ancestrale


Non sarà in mostra, ma questo acrilico forse qualche dritta la fornisce a proposito di eros (solo dei sensi). Un eros scevro dal condizionamento del super-io. Con il quale posso identificarmi in qualità di pittore e dal quale prendere viceversa le distanze in quanto uomo erotico e sentimentale.

4 commenti:

  1. L'eros è scevro dal condizionamento del super-io.Non prendere le distanze e non giustificarti.Le mie erano impressioni e sensazioni molto filtrate dalla ratio e dalla mia attitudine istintiva all'analisi e alla ricerca dell'ordine, di un ordine a cui obbediscano le cose.Un artista non deve giustificare alcunché,né sentirsi diviso, biforcato o sdoppiato. Jervis in un saggio scrisse che siamo condannati ad essere noi stessi anche quando vorremmo autorappresentarci assumendo panni diversi. L'artista dà la "sua" visione del "suo" mondo e dà materia al "suo" istinto. Può sognare ad occhi aperti senza essere biasimato.Gli altri osservano e interpretano, nei casi migliori ricreano quei sogni che non sanno sognare con le parole,rivestendo le cose di abiti consoni al loro gusto e traducendole x l'estetica di massa, in quelli peggiori mistificano e basta.Ho chiacchierato troppo! adesso una buona pausa s'impone. Mi raccomando sii tranquillo e fiducioso...

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  2. Mi dispiace se sembra che il mio interloquire suoni come una giustificazione. Sono fiducioso ed ottimista: nel senso pieno. Io, poer esempio, i critci, non li ascolto né li prendo in considerazione da una decina d'anni e vivo bene, meglio di prima. Se poi magari qualcuno mi fa sapere che vede bene le mie opere anche se con un certo ritardo, bene: sarà che ero avanti! Cerco di essere dialettico nei limiti angusti che l'arte impone. Faccio vedere le mie cose: ovvio che poi si possa aprire una discussione, un gradevole contenzioso, addirittura un dibattito. Ma quando dipingo non sento ragioni se non le mie. Che spesso possono risultare sgradevoli, ostiche, ributtanti. Ascolto tutti, ma resto serenamente della mia idea. La pittura per me è anarchia.

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  3. Concordo con te Gianni! E poi i risultati della tua anarchia pittorica sono ottimi, quindi non c'è motivo di cambiare registro se non ne senti la necessità

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  4. Sì, l'arte è un mondo a sé e l'artista deve per forza essere il padrone assoluto e l'unico legislatore di quel mondo.

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