Questo acrilico è stato per un po' candidato ad immagine della cartolina-invito. Non l'ha spuntata, però. Lo consolo pubblicandolo oggi. Lo vedrete in mostra da Nzocchè.
Mi piacerebbe li vedessi dal vero, caro Luigi. Mi dai il tuo indirizzo (per mail) così ti mando la cartolina? Il titolo dell'acrilico è semplicemente "Estate".
Mi sono sempre chiesta cosa possa passare nella mente di un pittore che dipinge una corpo di donna:la sua mano segue la via del cuore o della testa? Il suo sguardo è quello di un uomo o di un artista? "Anima di carne", titolo dell’opera, dovrebbe chiarirmi le idee e invece me le confonde. Questa donna riccioluta dalle fattezze africane, dalle braccia sottilissime, dai seni enormi e dal sesso messo in bella vista parrebbero ridurre una donna al ruolo franto di femmina ( dove sono le gambe? C’è solo un accenno di cosce tornite..). L’eccesso di rosso mi sembra poi che faccia assumere al corpo monco non connotazioni calde e accoglienti ma che lo riduca a materia quasi indomabile, ignifuga; persino la bocca della donna non mi pare atteggiata ad un sorriso né ad una smorfia estatica. L’espressionista Franz Marc aveva una passione per tre colori: il blu, simbolo della nobiltà maschile, il giallo simbolo della solarità e dell’accoglienza femminile e infine il rosso, il colore della materia cruda che solo i primi due riuscivano, se ben amalgamati, a dominare, controllandone l’aggressività. Quando ho visto il dipinto, Gianni, ho percepito una strana sensazione di sofferenza non di beatitudine estiva.Ma il mio è solo uno sguardo parziale e fallibile di donna.
Cari amici di Zibibì, il pettirosso filosofico: è la prima volta, in vita mia, che qualcuno ha voglia di "vivere" a Palermo grazie alle mie dritte e alle mie imamgini: sono contento. Palermo purtroppo non è uana bolla colorata, un blog di persone che si divertono. E' una città che va a pezzi, che sprofonda per sua stessa mano (per citare il poeta). Un abbraccio a tutti e due, madatemi un disegnino sul blog solenuvoloso e due righe su di voi. Ciao!
Mari, in qualità di pittore del dipinto in questione, posso solo prendere atto delle tue sensazioni. Il titolo è "Estate". Anima di carne è il titolo contingente che fa il paio con i ragazzacci di strada (gli scanazzati) della mia mostra prossima ventura. Sono temi scorretti e arbitrari. Arbitrari come le anatomie scnnesse ed espressioniste. Nessun naturalismo e nessun iperrealismo. Femmine e non donne. Quelle fantasticate come chiodo fisso da bambino o da pre-adolescente. Sono colori e segni e visioni ancestrali.Puliosni, non formazione sentimentale. Eros (ormoni e voglia). Non carezze.
Seguendo l'ottica dello scanazzato è probabile che tu abbia ragione, solo su un punto non saremo mai sulla stessa scia: scindere l'eros, sia pure concettualmente, dalla carezza, sulle pulsioni un accordo lo possiamo contrattare :). Il bello dell'opera d'arte è che suscita impressioni sempre differenti in base allo sguardo di chi l'osserva.
Scindere l'eros dalla carezza si può. La pulsione-visione prescinde dalla tenerezza edipica. Anche per un solo attimo. L'approccio ormonale è distorto, è astigmatico. Troppo personale perchè possa essere razionalizzato oggettivamente. La pittura (in questo caso, la mia pittura) tenta di carpire e rapire l'attimo. Perturbante. Perchè turba la ragione.
Sai a cosa ho pensato leggendoti?Che concretamente ciascuno di noi è portatore di istanze esclusive e molto fluttuanti. Non solo, ma mi capita di credere ultimamente che anni di studio e di ricerca di un metodo poi alla fin fine non servano a nulla nel senso che non riesco a carpire quel che nasconde il nulla. Il linguaggio critico tende a dare ordine al disordine, grammatica cerebrale a ciò che difficilmente ha appeal razionale. Forse starsene zitti di fronte all'indescrivibile è una scelta oggettivamente proficua oltre che intelligente.
Ma! scindere l'eros dalla carezza? Ne sei sicuro? L'eros, di suo "è" carezza. E' avvolgenza, è liquefarsi per immergersi e riemergere. L'eros non è arroganza del pene , quella è pornografia e la pornografia significa "possesso" e prevaricazione ed umiliazione per il o la succube . L'eros non è mai prevaricazione o possesso . L'eros è condivisione. E' amarsi a vicenda , stimarsi sessualmente, godere insieme non "possedere" ma godere insieme
Fara: se avessi voluto esprimere la tenerezza della carezza che si mescola languidamente nell'eros e nei sensi, la cifra visiva (il segno, il colore, il taglio delle inquadrature, le antomie) sarebbe stata di tenore diverso. Nel lontano '94 feci una mostra che si intitolava, appunto, "Languori, disegni d'amore". Ma qui, in "Femmine e Scanazzati", siamo nel vortice delle visioni delle pulsioni anche paurose di un ragazzino, di un bambino: quel bambino che dietro le sbarre del proprio balcone osservava con invidia tutti quei ragazzacci che se ne fottevano della pioggia e giocavano mezzi nudi a tirare calci ad uno scatolone appallottolato. Quel bambino che stava facendosi pre-adolescente e sentiva improvvisamente e furiosamente le strane ragioni (sic!) degli ormoni che non chiedono permesso: non bussano, entrano e basta. Cito il poeta: "L'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza". Ecco, in questa pittura, l'amore si prepara a strappare i capelli. Tutto il resto, cioè l'amore maturo e consapevole, languido e tenero, è qualcosa che prima o poi verrà. Qui la (mia) pittura è ancestrale.
Gianni ma tu li hai guardati, DOPO, i tuoi quadri? Questa donna è una donna che aspetta di essere "amata", BRAMA di esser amata, brama di possedere il maschio , di imprigionarlo dentro di se. Di appropriarsene. Ma sa e può dare piacere a se e all'altro. Tutto il contrario della violenza sessuale maschile che si riduce in solo uno sfogo ormonale
Si , li hai guardati e li hai anche pensati, inconsciamente ma certamente ...
PS Se sapessi disegnare o dipingere mi piacerebbe avere lo stile di Sole Nuvole, di Gianni Allegra, cioè. Tu vai dritto e colpisci tutti gli organi interni, milza, fegato, prostata, ovaie, pancreas, compreso il cuore ma inteso come pompa che accelera o rallenta a secondo delle circostanze , A secondo di quello che gli occhi e il naso vedono e sentono.
ma lo sai che ho preso una storta anch'io? Ho una caviglia gonfia da sabato sera e ho passato le giornate a splamare "Orudis gel". Ma sta passando... niente di grave Spero che si saldi presto e , soprattutto bene, la tua frattura. A presto
Fiamme e passione?
RispondiEliminaCerto che ne hai realizzati
di quadri. Belli :)
Mi piacerebbe li vedessi dal vero, caro Luigi. Mi dai il tuo indirizzo (per mail) così ti mando la cartolina? Il titolo dell'acrilico è semplicemente "Estate".
RispondiEliminaIn effetti non ci sarebbe potuto essere titolo migliore che "Estate", visti i colori! Quasi si sente caldo solo a guardarlo...
RispondiEliminaperché non vivo a palermo?
RispondiEliminaGianni
RispondiEliminac'è un problema.
Fai venire una gran voglia di diventare palermitani.
Mi sono sempre chiesta cosa possa passare nella mente di un pittore che dipinge una corpo di donna:la sua mano segue la via del cuore o della testa? Il suo sguardo è quello di un uomo o di un artista? "Anima di carne", titolo dell’opera, dovrebbe chiarirmi le idee e invece me le confonde. Questa donna riccioluta dalle fattezze africane, dalle braccia sottilissime, dai seni enormi e dal sesso messo in bella vista parrebbero ridurre una donna al ruolo franto di femmina ( dove sono le gambe? C’è solo un accenno di cosce tornite..). L’eccesso di rosso mi sembra poi che faccia assumere al corpo monco non connotazioni calde e accoglienti ma che lo riduca a materia quasi indomabile, ignifuga; persino la bocca della donna non mi pare atteggiata ad un sorriso né ad una smorfia estatica. L’espressionista Franz Marc aveva una passione per tre colori: il blu, simbolo della nobiltà maschile, il giallo simbolo della solarità e dell’accoglienza femminile e infine il rosso, il colore della materia cruda che solo i primi due riuscivano, se ben amalgamati, a dominare, controllandone l’aggressività. Quando ho visto il dipinto, Gianni, ho percepito una strana sensazione di sofferenza non di beatitudine estiva.Ma il mio è solo uno sguardo parziale e fallibile di donna.
RispondiEliminaQuesto quadro di Gianni rafforza la mia teoria: il caldo e lo scirocco accendono la passione
RispondiEliminaCari amici di Zibibì, il pettirosso filosofico: è la prima volta, in vita mia, che qualcuno ha voglia di "vivere" a Palermo grazie alle mie dritte e alle mie imamgini: sono contento. Palermo purtroppo non è uana bolla colorata, un blog di persone che si divertono. E' una città che va a pezzi, che sprofonda per sua stessa mano (per citare il poeta). Un abbraccio a tutti e due, madatemi un disegnino sul blog solenuvoloso e due righe su di voi. Ciao!
RispondiEliminaMari, in qualità di pittore del dipinto in questione, posso solo prendere atto delle tue sensazioni. Il titolo è "Estate". Anima di carne è il titolo contingente che fa il paio con i ragazzacci di strada (gli scanazzati) della mia mostra prossima ventura. Sono temi scorretti e arbitrari. Arbitrari come le anatomie scnnesse ed espressioniste. Nessun naturalismo e nessun iperrealismo. Femmine e non donne. Quelle fantasticate come chiodo fisso da bambino o da pre-adolescente. Sono colori e segni e visioni ancestrali.Puliosni, non formazione sentimentale. Eros (ormoni e voglia). Non carezze.
RispondiEliminaSeguendo l'ottica dello scanazzato è probabile che tu abbia ragione, solo su un punto non saremo mai sulla stessa scia: scindere l'eros, sia pure concettualmente, dalla carezza, sulle pulsioni un accordo lo possiamo contrattare :).
RispondiEliminaIl bello dell'opera d'arte è che suscita impressioni sempre differenti in base allo sguardo di chi l'osserva.
Scindere l'eros dalla carezza si può. La pulsione-visione prescinde dalla tenerezza edipica. Anche per un solo attimo. L'approccio ormonale è distorto, è astigmatico. Troppo personale perchè possa essere razionalizzato oggettivamente. La pittura (in questo caso, la mia pittura) tenta di carpire e rapire l'attimo. Perturbante. Perchè turba la ragione.
RispondiEliminaSai a cosa ho pensato leggendoti?Che concretamente ciascuno di noi è portatore di istanze esclusive e molto fluttuanti. Non solo, ma mi capita di credere ultimamente che anni di studio e di ricerca di un metodo poi alla fin fine non servano a nulla nel senso che non riesco a carpire quel che nasconde il nulla. Il linguaggio critico tende a dare ordine al disordine, grammatica cerebrale a ciò che difficilmente ha appeal razionale. Forse starsene zitti di fronte all'indescrivibile è una scelta oggettivamente proficua oltre che intelligente.
RispondiEliminaMa! scindere l'eros dalla carezza? Ne sei sicuro? L'eros, di suo "è" carezza. E' avvolgenza, è liquefarsi per immergersi e riemergere. L'eros non è arroganza del pene , quella è pornografia e la pornografia significa "possesso" e prevaricazione ed umiliazione per il o la succube .
RispondiEliminaL'eros non è mai prevaricazione o possesso . L'eros è condivisione. E' amarsi a vicenda , stimarsi sessualmente, godere insieme non "possedere" ma godere insieme
Fara: se avessi voluto esprimere la tenerezza della carezza che si mescola languidamente nell'eros e nei sensi, la cifra visiva (il segno, il colore, il taglio delle inquadrature, le antomie) sarebbe stata di tenore diverso. Nel lontano '94 feci una mostra che si intitolava, appunto, "Languori, disegni d'amore". Ma qui, in "Femmine e Scanazzati", siamo nel vortice delle visioni delle pulsioni anche paurose di un ragazzino, di un bambino: quel bambino che dietro le sbarre del proprio balcone osservava con invidia tutti quei ragazzacci che se ne fottevano della pioggia e giocavano mezzi nudi a tirare calci ad uno scatolone appallottolato. Quel bambino che stava facendosi pre-adolescente e sentiva improvvisamente e furiosamente le strane ragioni (sic!) degli ormoni che non chiedono permesso: non bussano, entrano e basta. Cito il poeta: "L'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza". Ecco, in questa pittura, l'amore si prepara a strappare i capelli. Tutto il resto, cioè l'amore maturo e consapevole, languido e tenero, è qualcosa che prima o poi verrà. Qui la (mia) pittura è ancestrale.
RispondiEliminaGianni ma tu li hai guardati, DOPO, i tuoi quadri? Questa donna è una donna che aspetta di essere "amata", BRAMA di esser amata, brama di possedere il maschio , di imprigionarlo dentro di se. Di appropriarsene. Ma sa e può dare piacere a se e all'altro.
RispondiEliminaTutto il contrario della violenza sessuale maschile che si riduce in solo uno sfogo ormonale
Si , li hai guardati e li hai anche pensati, inconsciamente ma certamente ...
PS
RispondiEliminaSe sapessi disegnare o dipingere mi piacerebbe avere lo stile di Sole Nuvole, di Gianni Allegra, cioè.
Tu vai dritto e colpisci tutti gli organi interni, milza, fegato, prostata, ovaie, pancreas, compreso il cuore ma inteso come pompa che accelera o rallenta a secondo delle circostanze , A secondo di quello che gli occhi e il naso vedono e sentono.
Fara, grazie!!!
RispondiEliminaMa per adesso la cosa più colpita è il quinto metatarso del piede sinistro, accidenti! Trattasi di frattura, ahi ahi.
ma lo sai che ho preso una storta anch'io? Ho una caviglia gonfia da sabato sera e ho passato le giornate a
RispondiEliminasplamare "Orudis gel". Ma sta passando... niente di grave
Spero che si saldi presto e , soprattutto bene, la tua frattura.
A presto
Gianni, ma è frattura metaforica o reale? Come stai?
RispondiEliminaIn bocca al lupo, Fara!
RispondiEliminaFrattura del quinto metatarso del piede sinistro. Purtroppo vera. Rilevata con ritardo. Si pensava ad una bella storta. Era brutta. Ciao, Giovanni.
RispondiEliminaUff..... forza, Gianni!!
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