Restare bambini ma non con la stucchevole e fastidiosa sindrome di Peter Pan. Stupirsi, meravigliarsi, gioire, arrabbiarsi, imbronciarsi, giocare come farebbe il bambino che si ostina ad albergare in noi che magari siamo già sulla cinquantina. Non si offendano i trenta-quarantenni: siano bambini anche loro.
Parole sante....
RispondiEliminabellissimo....
Grazie, Roberto
RispondiEliminaLa capacità di meravigliarsi ancora... Sì, credo sia questa la cosa che ci consente di non invecchiare nell'anima... Gli occhi sgranati e un'emozione vecchia eppure sempre nuova nel cuore...
RispondiEliminaVale la pena rimanere bambini solo per mantenere la capacità di saper apprezzare le piccole cose. Capacità che crescendo perdiamo sempre più. Per far felice un bambino basta poco: un aquilone, magari costruito insieme, le corse per farlo volare e vedrai i suoi occhi brillare di gioia. Noi adulti non siamo mai contenti, vogliamo sempre di più: più denaro, più successo, più notorietà, più potere, e nell'affannosa ricerca di tutto ciò, non sappiamo godere di ciò che abbiamo!
RispondiEliminaCome direbbe Roberto, parole sante! Condivido totalmente. Quello che mi piace dei bambini è anche la capacità di indignarsi di fronte ad una malefatta. Noi purtroppo ormai ci distraiamo, voltiamo la testa, facciamo spallucce... E non certo per una malefatta a cui abbiamo assistito inermi, ma di fonte a indicibili e imbarazzanti gesti delittuosi.
RispondiEliminaquello che di più bello e vero che c'è in noi è il bambino
RispondiEliminaBenvenuta Annamaria, buona domenica!
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