Foto straordinaria: hai colto una sintesi tra un prodigio costruttivo (si tiene su, si tiene su!) e la commozione architettonica (si rischia pure quella cerebrale, a passare da lì nel momento sbagliato).
Il lampione sembra il fuoco dell'immagine, è l'unica cosa intatta, neanche un vetro rotto,il resto è una scommessa statica. Magia della fotografia, a Palermo cose così non mancano, ma mi accorgo di averle viste solo dopo aver visto la tua foto.
Ci riprovo, più o meno. Il "complemento al titolo" (come dicono i bibliotecari) è "La mia città". Palermo non è più citta di nessuno: non è "mia", non è di qualcun altro (lascio perdere la sociologia, scrivo solo da architetto). Si è disgregata, nell'ultimo secolo, la sensazione di appartenenza positiva, quella che potremmo chiamare "orgoglio", per lasciare il posto alla costrizione ghettizzante, sia per la palermobene che per la palermomale. La palermobene che si autodefinisce da Piazza Politeama a Monte Pellegrino, e che conosce la palermomale quando ci va per bere o mangiare. Poi ci sono le palermoboh, quelle delle ex borgate (fronte mare o lato monte), le palermoforse delle urbanizzazioni forzate. E le palermosganguliate, ben rappresentate dai balconi fotografati da gigliola.
Foto straordinaria: hai colto una sintesi tra un prodigio costruttivo (si tiene su, si tiene su!) e la commozione architettonica (si rischia pure quella cerebrale, a passare da lì nel momento sbagliato).
RispondiEliminaAvevo scritto alcune righe, ma la mia imbranataggine tecnica forse le ha abortite. Mi sa che le scrivo a parte e poi le "incollo": ci riprovo
RispondiEliminaGiuseppe, attendiamo trepidanti!
RispondiEliminaGiuseppe, anch'io vorrei leggere cosa avevi scritto.
RispondiEliminaSi Yorick,è proprio un "misto" tra commozione architettonica e cerebrale...
l’Architettura è per commuovere: Stupor Mundi!
RispondiEliminaIl lampione sembra il fuoco dell'immagine, è l'unica cosa intatta, neanche un vetro rotto,il resto è una scommessa statica. Magia della fotografia, a Palermo cose così non mancano, ma mi accorgo di averle viste solo dopo aver visto la tua foto.
RispondiEliminaSalvatore, ma, secondo te, davvero c'è ancora qualcuno che pensa che Palermo sia una bella città?
RispondiEliminasi,io
RispondiEliminaCi riprovo, più o meno.
RispondiEliminaIl "complemento al titolo" (come dicono i bibliotecari) è "La mia città". Palermo non è più citta di nessuno: non è "mia", non è di qualcun altro (lascio perdere la sociologia, scrivo solo da architetto). Si è disgregata, nell'ultimo secolo, la sensazione di appartenenza positiva, quella che potremmo chiamare "orgoglio", per lasciare il posto alla costrizione ghettizzante, sia per la palermobene che per la palermomale. La palermobene che si autodefinisce da Piazza Politeama a Monte Pellegrino, e che conosce la palermomale quando ci va per bere o mangiare. Poi ci sono le palermoboh, quelle delle ex borgate (fronte mare o lato monte), le palermoforse delle urbanizzazioni forzate. E le palermosganguliate, ben rappresentate dai balconi fotografati da gigliola.