giovedì 30 dicembre 2010

Detective story, il cappuccino


Ultimo frammento della strana detective story che prevede addirittura un premio (un favoloso set di tazzine) per il vincitore! I dettagli li trovate nei post di prima.

Detective story, sesto cucchiaino


Le regole del concorso le trovate nei post di prima.

Detective story, quinta mescolata


Ricapitolando: Alla fine il vincitore avrà sette tazze (sei da caffè e una da cappuccino) con la riproduzione dei disegni che compongono la detective story che scriverete voi e che sarà stampata e farà parte del sontuoso cofanetto! E' vero che avete un mese di tempo (scadenza prevista per sabato 29 gennaio 2011) ma mi sembrate molto guardinghi, ragazzi! Coraggio! I vostri testi pubblicateli preferibilmente nel post intitolato "Vinca il caffè migliore!"

mercoledì 29 dicembre 2010

Detective story, quarta imboccata


Prima di accingervi a vincere le sette tazzine di cui parlo ormai da giorni, prendete un caffè macchiato: vedrete che scrivendo vi divertirete pure!

Detective story, terzo goccino


Il kit prevede: Sei tazzine da caffè e una tazza da cappuccino, disegnate dal sottoscritto con i sette dettagli di un'immagine corale (potete vederla nel post "Vinca il caffè migliore!"), sette capitoli di dieci righe ciascuno (non di più, anche meno se volete). A voi l'onore della scrittura del racconto. In palio: gloria, tazzine e caffè...

martedì 28 dicembre 2010

Detective story, secondo assaggio


Ogni frammento è un capitolo che non potrà superare le dieci righe. Che dovranno essere postate nella sede opportuna, quella intitolata "Vinca il caffè migliore!" e che riproduce l'immagine nella sua interezza. Ogni tazzina riporterà un dettaglio (saranno sette le tazzine: sei da caffè, una da cappuccino). La confezione, oltre le tazze, prevede, stampato, il vostro racconto di sette capitoletti.

Detective story, primo sorso


Si attendono copiosi, all'interno del post precedente, i vostri racconti a corredo dell'immagine che sarà riprodotta in sette frammenti-capitoli (uno per tazzina). Ecco il primo sorso. I vostri testi postateli nella sede di appartenenza (il post precedente), che porta il titolo "Vinca il caffè migliore!".

lunedì 27 dicembre 2010

Vinca il caffè migliore!


Per bere un buon caffè letterario servono delle belle tazzine, si sa. Ma non mettete lo zucchero. E se proprio non riuscite a prenderlo amaro, anziché il solito edulcorante, adoperate un racconto scritto da voi! Sette tazzine, con sette dettagli. Ogni dettaglio, un capitolo. Per una detective story più forte di un caffè ristretto.
Concorso:
Scrivete e postate in questa sede la vostra storia (sette capitoli di 10 righe ciascuno, non di più) ispirata ai sette frammenti dell'illustrazione. Fate pervenire gli elaborati entro e non oltre sabato 29 gennaio 2011. La detective story più bella sarà stampata e farà compagnia al cofanetto di tazzine. Il vincitore, oltre alla gloria e alla enorme soddisfazione di vedere il proprio testo accanto alle splendide tazzine, avrà in premio il set di tazzine, un caffè e un aperitivo da degustare presso TorrePali Webcafè che sponsorizza l'iniziativa. Anche per gli altri partecipanti è previsto uno spazio che valorizzi il proprio talento. Questo è il primo dei tasselli di Buy a Comic, di cui sentirete parlare presto... Buon lavoro. Buona caffeina letteraria. Scrivete in tanti e vinca il migliore!

domenica 26 dicembre 2010

Nel Mucchio


Esce in questi giorni il numero di Gennaio 2011 de Il Mucchio, storica rivista di rock e tanto altro: nelle pagine della rubrica Pencil Song appare una mia interpretazione a fumetti di un capolavoro di Bruce Springsteen, Tunnel of love. Titolo e lettering dell'ottimo Maurizio Clausi.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale


Auguri natalizi edizione 2010. Auguri agli amici di questo blog che spero non siano stanchi di leggere, guardare, scrivere, riflettere, proporre, distrarsi, andare via e poi tornare...

giovedì 23 dicembre 2010

La città sgrammaticata - Pranzo di Natale a Palermo


Foto e testo di
Gigliola Siragusa

Ingredienti per 6 persone:
2 kg. di capretto
3 grosse cipolle
olio e. v. di oliva q.b.
alcune foglie di alloro
rosmarino
sale, pepe
1 bicchiere di vino bianco
1500 gr. di patate

Preparazione:
In un tegame capiente fate rosolare appena, in abbondante olio, la cipolla tagliata finemente. Mettete quindi il capretto, precedentemente tagliato a tocchetti lavato ed asciugato, gli odori e fatelo rosolare, coperchiate e portatelo quasi a cottura. In una padella rosolate le patate precedentemente sbucciate e tagliate a tocchetti. Unitele al capretto versate il vino ed ultimate la cottura aggiustando di sale e pepe.

La fuga dei cervelli (non solo da Palermo)


La vignetta contiene un refuso: sapete individuarlo?

Lo strano Natale di Nino


Racconto di Salvatore Iannizzotto
Illustrato da Gianni Allegra

Nino si lamentava doverosamente per dover restare a Trieste per Natale, indagini in corso era la scusa; in effetti di andare in Sicilia per una settimana, di scendere tutta la penisola, trovare gente in festa per contratto, vecchi amici che come lui tornano per una settimana a celebrare il rito di un natale per poi riintrupparsi nel viaggio di ritorno, non aveva nessuna voglia.
I pochi rimasti giù ti baciavano sulle guance e sembravano voler dire, ma proprio a Natale vieni? Abbiamo famiglia, adesso non c’è tempo per litigare sui ricordi, troppi impegni, torna in agosto.
Un natale a Trieste in mezzo alla bora che già soffiava spazzando anche le nuvole; sul molo Audace era difficile tenersi in piedi, le piccole onde veloci si frangevano sul molo e ogni tanto arrivava qualche schizzo, i guanti spessi proteggevano le mani, un grado in meno ogni dieci kilometri orari di vento, almeno sette gradi in meno, pensava Nino ed era la vigilia.
Le rive erano quasi deserte, la gente si affollava verso il viale Duca degli Abruzzi, via XX settembre, insomma dove c’erano i negozi per le ultime spese, nei bar e nelle osmizze, ma le rive, spazzate dalla bora, vedevano oltre a Nino solo qualche passante frettoloso che aveva lasciato la macchina ai silos o era passato dal botteghino della sala Tripcovich.
Nino si avviò verso casa, erano le sei, era già buio, si fermò sotto casa al caffè Saccà, di fronte al mandracchio, quello che ai turisti viene indicato come canal grande, sedette 10 minuti a un tavolo, il tempo di un caffè, poi scambiata qualche battuta col cameriere croato e visto che non si vedeva un’altra faccia amica salì al suo mansardino che era nello stesso edificio del caffè, tre piani più in alto.
Certo non si prospettava un natale animato, tutti in famiglia, Giusy, che le aveva fatto il filo, ma che ormai aveva salpato per altri lidi, l’aveva invitato a casa sua con padre, madre, compagno e amici vari, ma lui si era schermito, voleva provare l’esperienza di un natale da solo, di fatto non voleva imporre all’ispettore la presenza del commissario, avrebbero finito per parlare di lavoro; di Sara neanche a parlarne, figlia, marito, il parentado muggesano, non lo avrebbe mai invitato e, in quei giorni, ne era sicuro, non pensava certo a lui.
Una bella bevuta con degli amici, impossibile, tutti a casa a celebrare il mondo degli affetti veri o presunti; si, alcuni lo avevano invitato sapendolo solo, ma lui, con una strizzata d’occhio, aveva declinato l’invito, loro immaginando piacevoli convegni non avevano insistito e invece era solo, lo aveva voluto, ma adesso, trovandosi nella casa vuota, con i suoi libri,le sue carte, la sua musica, pensava come sarebbe stato fra 20 anni, e la cosa gli procurava un piccolo spasmo al petto.
Basta! Un pizzico di malinconia, bisogna godersela, condividerla sarebbe meglio. Più tardi la musica di un De André, due dita di brandy che la mano scaldava nel bicchiere come la musica scaldava i versi di Spoon river, il telefono che suona. La dottoressa Sparti, una donna che trasudava sicurezza ed equilibrio, per natale? Problemi con qualche cadavere, aveva scoperto qualcosa, no, non le aveva mai telefonato per questioni d’ufficio, era lui che telefonava e insisteva per sapere qualcosa di più, per farla sbilanciare oltre il referto.
Invece niente di tutto questo, soltanto auguri, si vergogna per non averci pensato anche lui; parlare al telefono, è sola anche lei, che non la capisse male, alla fine si capirono, unire le loro solitudini in una serata in cui gli altri erano impegnati, parlare un po’, ascoltare musica spiluccare qualcosa insieme.
Nino fece miracoli ai fornelli con quel che aveva, nulla di natalizio, ma una scheggia di tartufo in una pezzuola bagnata dentro un vasetto di vetro, del pane raffermo scaldato al grill, una bottiglia di morellino di Scansano, un’insalata di pomodori e scalogno, olio d’oliva qualche uovo un po’ di riso, delle arance. Al panettone ci pensò la Sparti due candele sul tavolo, niente addobbi. Parlarono di tutto e di niente, furono attenti a non turbare la vicinanza delle loro anime con quella dei corpi, che non era esclusa, ma ad entrambi non sembrò il momento; in sottofondo i versi cantati di Spoon river sottolineavano quello strano Natale.”

martedì 21 dicembre 2010

Il caffè letterario- L'amour fou


Un racconto di trenta righe o anche un paio per raccontare l'amore che strappa i capelli e mangia il cuore. Oppure, come cantava il poeta, quello finito che ormai è solo svogliata carezza.

domenica 19 dicembre 2010

I bambini hanno le palle


A Palermo in assenza del minimo sostegno istituzionale ci pensano i bambini ad allestire l'albero natalizio della quinta città d'Italia.

sabato 18 dicembre 2010

Il caffè letterario - Thanatos


Dici Eros e per riflesso condizionato pensi, toccando ferro, a Thanatos. Nella dicotomia tra il desiderio che si accende e quello che si estingue, attendo numerosi racconti densi da voi orditi in questi giorni prefestivi. Non andrei oltre le trenta righe per motivi tecnici e logici. Fate un dispetto a Thanatos e parlatene elogiando Eros. Oppure fate come meglio credete!

venerdì 17 dicembre 2010

Piccoli Don Chisciotte crescono


Autobus news - Il Sozzo di Danisinni


di Giuseppe Scuderi

Giuseppe Albino, palermitano, era detto il Sozzo, soprannome con cui si firmava indicandosi così come persona grassa e corta. Fu pittore, nato nel 1550 e morto nel 1611. Il padre fu allievo di Polidoro da Caravaggio; lui studiò con Giuseppe Spadafora. La sua attività a Palermo è nota dal 1571, quando s’impegnò ad eseguire la decorazione pittorica per la Cappella di Antonio Bisignano, alla quale lavorarono anche i Gagini. Dal 1579 al 1582 fu a Trapani, per delle tele per i Carmelitani; in quegli stessi anni lavorò al Palazzo Reale di Palermo con Antonio Bramè, e avendo come aiuto Gaspare Vazzano, uno dei cosiddetti “Zoppo di Gangi”. Ebbe numerosi incarichi dalla Corte vicereale; era infatti considerato un artista affermato con un’avviata bottega, e lavorò anche per il Senato palermitano alla decorazione del Palazzo di Città. Per ringraziarlo del suo operato e ricordarlo ai posteri, basta percorrere, nella zona dei Danisinni, la stradina-pertugio di circa quaranta metri alle spalle della pasticceria Cappello, e ammirare la concretizzazione delle parabole evangeliche, ben tre, apparse, come le madonne (di loudes, di fatima, di loreto), sulla microscopica ex chiesetta, tra una vasca da bagno capovolta, buona per dissetare le capre che ancora brucano nella zona, e i copertoni di bicicletta con maestria infilzati nel ferro aggettante.

martedì 14 dicembre 2010

Il caffè letterario - Eros


L'argomento è delicato. Per non tediarvi dico solo che secondo me l'eros sta al porno come la preparazione meticolosa e amorevole di una prelibatezza sta alla masticazione rumorosa del cibo a bocca spalancata. Vi chiedo un racconto, magari breve, o andate anche sulle trenta righe, se vi va. Prendete spunto dal mio disegno o trattate svincolati dall'input visivo: purchè sia eros.

Autobus news - Peggio di così


Foto e testo di
Giuseppe Scuderi

Il clima elettorale mi ha fatto ricordare questa foto, avrà più di trent'anni. Pensavo che gli elettori della DC dovessero uscire da un minuto all'altro dalla fogna: non potevo immaginare che il futuro sarebbe stato peggiore.

Natale palermitano (2)

lunedì 13 dicembre 2010

Il trionfo delle arancine






L'arancina non è una cibo prelibato, è una categoria dello spirito.
Per evitare la rivolta furiosa delle panelle, ho voluto che festeggiassero anche loro Santa Lucia.

domenica 12 dicembre 2010

Il caffè letterario - Archimede


Archimede tenta di fermare il soldato che cerca di uccidere Archimede. Sullo sfondo alcuni ragazzi osservano la scena disperati e orripilati. Uno, invece, ignaro, utilizza già gli insegnamenti del Maestro. Un vostro racconto, magari non lunghissimo: diciamo non oltre trenta righe?

mercoledì 8 dicembre 2010

Io disegno e voi scrivete (3)


Attendo trepidante una terza gragnuola di racconti: state andando a meraviglia. Il vostro entusiasmo è una delle ragioni (tra le principali) del perché di questo piccolo e colorato blog. Tenete allenata la mente, non mollate la presa, scrivete in tanti e a più non posso: altre novità in arrivo... I ritardatari non si preoccupino: sono post senza scadenza e molto pazienti, scrivete appena lo desiderate, con calma e determinazione. Buon lavoro!

Aggiornamento: O io sono stato poco chiaro (è assai probabile) o voi non avete più voglia di scrivere (poco credibile), ma con questo disegno speravo foste in tanti a dare un contributo letterario... Vi arrendete? Non ci credo.

La città sgrammaticata - Luci della città


Foto di Gigliola Siragusa

venerdì 3 dicembre 2010

Io disegno e voi scrivete (2)


L'esperimento della scrittura creativa a più mani, o come amo definirla io, "multipla", ha visto il ritorno degli aficionados del genere (purtroppo constato anche qualche defezione, che spero solo momentanea) e l'arrivo di nuove brillanti e frizzanti penne. Me ne compiaccio enormemente. Tuffatevi senza indugi in questo secondo pretesto illustrativo che evoca decisamente un'atmosfera torbido-noir: superfluo dirvi che mi aspetto un'altra grande abbuffata di belle ed intriganti storie. Decidete voi se operare in solitudine o se attendere lo spunto altrui per poi agganciarvi... Formato: il solito. Una ventina di righe, ma non tassative. Chi desidera scrivere all'interno del post di prima (e non lo avesse ancora fatto) naturalmente è libero di farlo come e quando vuole. Nessuna scadenza. A proposito, presto, invece, parlerò di tempi contingentati, di competizione, di ... Ma per adesso fate finta di non aver letto nulla.

giovedì 2 dicembre 2010

Io disegno e voi scrivete


Si ricomincia, ragazzi (se lo desiderate). Da un mio spunto grafico (in questo caso un'illustrazione di quattro anni fa) i vostri racconti, belli e densi come sempre (ci conto moltissimo). Formato: tenetevi stretti, diciamo intorno alle 20 righe, in modo da poter rilanciare con una seconda puntata. E magari una terza, chissà. Seguite un vostro filo o agganciatevi al racconto di un collega che vi ha preceduto. Insomma, se vi va, divertitevi!

martedì 30 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

Tunnel of Love



Tunnel of Love, una splendida canzone di Bruce Springsteen, che ho disegnato l'estate scorsa e che doveva apparire entro il 2010 su Mucchio. Così non è (apparirà nel 2011? Poco importa): e allora, ecco il mio appassionato omaggio al Boss in anteprima mondiale per i miei amici di blog. Anche per cominciare i festeggiamenti del primo anniversario de Il Sole e le Nuvole!

Autobus news - Due centrotre


Foto e testo di
Giuseppe Scuderi

Come vedete il 103 passa sempre due volte. E' un po' schizofrenico, "personalità bipolare" sento dire sempre più spesso a chi si occupa di psichiatria. Una volta fa "SAMMARTINO NIGRA MORELLO RAPISARDI" fermandosi alla Stazione Notarbartolo ed un'altra "SAMMARTINO NIGRA TERRASANTA SCIUTI RAPISARDI" per raggiungere al volo, oplà, la lontanissima stazione centrale.
Chi avrà ragione?

mercoledì 24 novembre 2010

Chiacchiere e distintivo


L'apparenza non inganna.

Isole brade - La rivolta delle cose della scuola



Foto e testo di Loredana Salzano

Queste due foto le ho scattate nell'atrio-cortile della scuola di Lipari dove accompagno mia figlia ogni mattina. Ci passo davanti e quelle sedie e quei banchi, quei mattoni mi hanno sempre affascinato. Messi lì, in disuso, come fossero un' installazione spontanea di "arte contemporanea" a testimoniare, o perlomeno, a ricordarci ogni volta, uno stato scolastico attuale di abbandono.
In realtà la scuola in questione, nonostante i tagli e le riduzioni continue, funziona abbastanza bene rispetto a molte altre di cui sento, grazie alla volontà e alla capacità degli insegnanti, dei collaboratori e del dirigente scolastico. Quelli che si vedono sono solo oggetti decontestualizzati e messi lì per caso. Belli nella loro casualità d'insieme.

domenica 21 novembre 2010

Noi credevamo (e ci crediamo ancora)


Roberto Alajmo mi ha chiesto tramite il suo blog di dire la mia sul film di Martone.

Andate a vedere "Noi credevamo" solo se siete animati da almeno tre argomenti forti. 1) Il Risorgimento; 2) Il Cinema; 3) Tre ore su una poltrona magari non comodissima (come è capitato a me) per amore del Cinema e del Risorgimento. Se non vi difetta alcuno dei requisiti, è fatta. Qualcuno l'ha paragonato, imboccando facili scorciatoie, a "Il Gattopardo", ma tra i due film, entrambi bellissimi, ci sono pochi punti di contatto. Ne "Il Gattopardo" è Fabrizio Salina che affascina e prende due terzi del capolavoro di Visconti. E più che il rigore storico dei tumulti risorgimentali, sono la fine di un'epoca e l'onestà intellettuale del Principe che costituiscono la sinossi del celebre film tratto dal long seller di Lampedusa. "Noi credevamo" racconta, invece, con grande forza, avvalendosi di una fotografia efficacissima (che cita finanche Renoir), mai calligrafica, e senza fronzoli, le inevitabili contraddizioni che esplodono alla vigilia dell'Unità d'Italia. Quelle contraddizioni che contrappongono ancora oggi, fuori tempo massimo e insopportabilmente, un nord "ricco" e reazionario, pronto ad allearsi (spesso è già colluso e corrotto) con la delinquenza organizzata (ma non disposto per meri motivi estetici ad ammetterlo neppure sotto tortura) e un sud che non ce la fa ad emanciparsi (soprattutto per propria mano) dalle proprie miserie. Il film è scritto, sceneggiato, interpretato e diretto magnificamente e la colonna sonora emoziona fino alle lacrime. Sono uscito dalla sala stordito, stanco, commosso, convinto che quel Primo Risorgimento fosse propedeutico per un altro necessario Risorgimento.

sabato 20 novembre 2010

Per Palermo è ora!


di Titti De Simone

Ho il compito di presentarci e di presentare il progetto Per Palermo, il percorso che abbiamo lanciato con un appello sottoscritto da oltre 350 persone, e che oggi prende il via pubblicamente con questa assemblea, con un obiettivo molto chiaro: quello di riportare le forze progressiste al governo della città dopo il disastro di questi anni. Perchè questa città distrutta, sappia ritornare a sorridere e a vivere, abbia un futuro. vogliamo cacciare chi l'ha mal governata, chi ne ha abusato, chi ne ha fatto scempio.



Siamo forze politiche, associazioni, movimenti, singole personalità, cittadini, donne e uomini di diverso orientamento sessuale, che vogliono costruire insieme una proposta di cambiamento credibile per palermo e crediamo di doverlo fare insieme, con pari dignità, ognuno con la sua storia, con i suoi percorsi, con le sue differenze: partiti, movimenti, singoli cittadini, associazioni, nella convinzione che da soli non si va da nessuna parte. che tutti da soli siamo fragili e insufficienti, ma che insieme possiamo farcela.

Non è il tempo di una presunta antipolitica salvifica, nè dell'autorefenzialità delle alchimie di palazzo. È il tempo di un percorso unitario delle forze progressiste di questa città, alla pari, dove tutti possano sentirsi a proprio agio nel rispetto delle reciproche differenze, sapendo che queste sono una grande ricchezza per tutti.

Perchè nessuno oggi può essere autosufficiente e perchè Palermo viene prima di tutto. Dobbiamo superare nel rispetto reciproco, steccati e diffidenze che in questi anni ci hanno troppe volte divisi, frammentati, seminando deserto.

Oggi c'è un progetto che chiama tutti: e questo progetto è più grande di ognuno di noi. Viene prima di tutto e tutti.



Lo diciamo nella consapevolezza della sfida e della difficoltà dell'impegno che stiamo lanciando, e che ci stiamo assumendo. Convinti che occorra ripartire dalle persone, dalle forze e dalle esperienze che combattono con la speranza di cambiare questa città. Dobbiamo trasformare la rassegnazione e la rabbia in un grande processo di partecipazione democratica alle scelte che ci attendono.

Dobbiamo gettare le fondamenta, di una nuova stagione di protagonismo civile, che ha segnato i momenti migliori della storia di questa città: ci sono risorse importanti del passato e nuove energie e nuove esperienze, talenti, intelligenze, che fanno ben sperare e insieme possono rappresentare una nuova fase per questa città.

E' una follia pensare che Palermo non possa cambiare e che l’orientamento dell’elettorato sia immodificabile. Non è così. Non è così da nessuna parte. E anche tanta parte del paese ce lo sta dicendo. In giro per l'Italia, si stanno rimettendo in moto entusiasmi, idee, energie che per anni erano rimasti assopiti. Noi siamo convinti che in questa città si possa fare lo stesso , si possa cambiare, ma che occorra innanzitutto ridare senso collettivo alla politica. A partire dalla costruzione di un grande processo di partecipazione democratica che contenga due cose essenziali che camminino di pari passo: a)la definizione di proposte e idee che caratterizzino un programma chiaro e netto di governo per la città, (e quindi di discontinuità) e le primarie.

Noi questa proposta di percorso la rivolgiamo a tutti, a tutte le forze politiche del centrosinistra, a tutti imovimenti, a tutte le associazioni, le reti, perchè si proceda insieme.

Qual'è l'alternativa concreta altrimenti?

Noi siamo convinti che un progetto di cambiamento si debba misurare subito con la parola e l'azione. E con scelte altrettanto chiare sui contenuti, sul percorso, sulle idee, sul progetto per questa città. Lo diciamo, per chiarezza, perchè non accetteremmo per Palermo, accordi di palazzo che non passino da un confronto democratico sui contenuti, sui progetti e con la città.

Quindi abbiamo nel breve periodo due obiettivi di fondo. che qui oggi lanciamo perchè si mettano in cammino: due punti irrinuciabili.

Primo, la costruzione di un programma partecipativo, a partire dalle grandi emergenze sociali che attraversano Palermo, e insieme, la scelta del candidato sindaco o della candidata, attraverso il metodo delle primarie.

Sul programma vi proponiamo un metodo di lavoro: la costituzione da oggi, di alcuni forum tematici su cui costruire il programma. Questi forum a cui tutti possono già oggi iscriversi si riuniranno in tempi brevissimi, in modalità plenaria, e grazie al coordinamento di esperti, che con la loro esperienza e sapienza su questi campi ci aiuteranno ad istruire il lavoro:

1)questione sociale e lavoro, 2)politiche culturali, 3)cittadinanza-immigrazione-diritti civili e servizi al cittadino,

4) bilancio, 5) urbanistica-lavori pubblici- ambiente.

Programma e primarie non sono due percorsi distinti e separati, ma paralleli e convergenti, che si arricchiscono e si rafforzano reciprocamente e di cui non possiamo fare a meno. Non possiamo permetterci di perdere più un secondo di tempo. Le elezioni sono quasi sicuramente alle porte: il sindaco in caso di elezioni nazionali, si candiderà. La verità è che dopo avere distrutto questa città Cammarata è oggi in fuga. dobbiamo tornare a votare presto, per il bene della città. Per questo insieme di ragioni vogliamo le primarie e le vogliamo in tempi brevi. la nostra proposta è chiara: si svolgano le primarie entro la fine di febbraio 2011, entro l'ultima domenica di febbraio 2001, tenendo conto del quadro politico che si andrà delinenando nei prossimi giorni.

Siamo qui per confrontarci e per raccogliere adesioni su queste proposte.

La buona notizia, è che dentro una massa informe che generalmente siamo tutti, esistono in questa città decine di eccellenze, di cittadini, aziende, di realtà sociali, di volontariato, di associazionismo, che provano ad essere questo cambiamento che abbiamo provato a dire. Lo sono tutti i giorni, e non c'è antimafia che possa considerarsi più concreta.

Infine, dobbiamo ascoltare. e ascoltarci tanto, a partire da tutti quelli che generalmente non hanno voce. Nessun dio salverà palermo. Non sprechiamo, lo dico a tutti, questa ennesima preziosa occasione: dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.