sabato 18 dicembre 2010

Il caffè letterario - Thanatos


Dici Eros e per riflesso condizionato pensi, toccando ferro, a Thanatos. Nella dicotomia tra il desiderio che si accende e quello che si estingue, attendo numerosi racconti densi da voi orditi in questi giorni prefestivi. Non andrei oltre le trenta righe per motivi tecnici e logici. Fate un dispetto a Thanatos e parlatene elogiando Eros. Oppure fate come meglio credete!

5 commenti:

  1. Perfetto ,i tetti di Parigi , in lontananza la torre, lei,una signora per bene, come si diceva una volta, se non fosse per il seno fuoriuscito dalla scollatura, un gesto quasi usuale,come schiacciare una mosca, uccide un uomo, con precisione chirurgica e senza sforzo apparente, il pugnale evita lo sterno, passa fra due costole e squarcia il cuore. Un’espressione da scusa tanto, rivolta all’altro uomo che delicatamente le stringe una spalla sopra il seno nudo.
    Questi personaggi come sono capitati in quel posto? perché l’uomo ucciso è nudo e stringe nella mano il seno nudo di lei? Forse è l’esito di un tentativo di stupro? L’espressione di lei non sembra allarmata, neanche l’uomo dietro di lei fa intuire il dramma, allora cos’è?
    Allarghiamo l’immagine, ecco apparire il boccascena di un teatro, Parigi è un fondale, ma ancora non basta, le espressioni non sembrano casuali, ma si, il teatro è vuoto, è solo la prova tecnica di una scena, il pugnale retrattile che sprizza un po’ di pomodoro ha funzionato alla perfezione, il seno nudo si vede bene dalla platea, perfetto, dice il regista, domani in scena - Eros e Tanatos -

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  2. -Non posso più vivere senza te-
    E mentre lo diceva, Carlo posava le sue labbra umide sul collo di Magda, le sbottonava piano la camicia blu, e allungava la mano sul suo seno dai capezzoli già induriti.
    Lei taceva.
    L'oscurità della stanza d'albergo avvolgeva morbida i loro corpi in un fruscio fatto solo di sfregamenti della pelle. Dalla persiana, entrava, filtrata, la luce arancione del tramonto in cui si stagliava la Tour Eiffel che li guardava da lontano.
    E mentre Carlo la conduceva lentamennte sul letto dalla fresche lenzuola bianche profumate di sapone di marsiglia, Magda pensava che “lui”, prima o poi, l'avrebbe trovata. Un tremito scosse il sue esile corpo e Carlo, incapace di leggere nella mente e nel cuore della sua amante, pensò, soddisfatto, che quel brivido fosse frutto della sua lingua calda.
    Passarono diversi giorni a Parigi e Magda iniziò a credere di poter rifarsi una vita.
    Un giorno, mentre Carlo era fuori, bussarono alla porta. Lei, distratta alla musica francese proveniente dalla radio su cui i suoi pensieri danzavano un valzer leggero, aprì senza domandare chi fosse.
    Sull'uscio, trovò “lui”. Armando.
    Le saltò addosso senza darle il tempo fiatare. Nella stanza, non un grido, non una parola. Si udirono solo i colpi ovattati dei due corpi che si strattonavano.
    Armando ora le stava addosso, a cavalcioni, le teneva i polsi incollati a terra cingendoli con le sue dita lunghe. Magda, disperata, affonda i suoi denti nella carne di Armando e veloce sguscia fuori da quella morsa. Corre in cucina, apre il cassetto afferra il coltello si volta vede Armando-le è quasi addosso- lo guarda negli occhi non pensa affonda la lama nel suo petto.
    In un attimo gli occhi di Armando si fanno acquosi, lo sguardo si perde nel buio, le palpebre si chiudono piano. Cade a terra con un tonfo sordo. Magda gli si siede accanto e inizia a singhiozzare, ma senza far rumore.
    Dietro il vetro della finestra, la Tour fa capolino spaccando a metà la luna.

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  3. Scusate... Ho superato il limite di righe... :/

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  4. Mirelle si svegliò di colpo madida di sudore e di umori. Che incubo! O che sogno?

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  5. Terrei entrambi, ma a tre non si può. Si moltiplicano tre volte per tre i nostri egoismi. Non ho scelta, chéri, per questo scelgo di uccidere entrambi e me tre volte.

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