lunedì 27 giugno 2011

L'angelo che passa


Il cantautore cantava il suo pezzo più bello e sul più bello un angelo apparve e la musica diventò celestiale. Un racconto visionario, breve o lungo, fate voi.

2 commenti:

  1. Gemma dice: vanno bene anche le storielle un po' stupide? Sarà il caldo, ma mi è venuta così:

    <<All'inizio non lo disturbava, era la sua visione: ogni volta che prendeva la chitarra e cominciava a cantare, ovunque fosse, a casa, al mare, per strada, da solo o in compagnia...lanciati i primi accordi, appariva lei.
    Alta, elegante, celestiale, un po' demodè, ma bella.
    Lui avvertiva il suo sguardo alle spalle, la sentiva apparire, anche se non la vedeva.
    Era silenziosa e lo seguiva come un'ombra.
    Non gli avrebbe dato tanto fastidio, se non fosse stato per quello sguardo triste, che lo condizionava.
    Le sue musiche diventavano celestiali, ma con quel tono triste e angosciante che lui non amava.
    Non c'era niente da fare, aveva provato in tutti i modi a liberarsene, cantando chiuso in bagno, o nel ripostiglio al buio, fuori in mezzo alla folla, al parco tra bambini vocianti, persino al mare, con l'acqua alla vita... lei appariva e la sua musica si intristiva. Appena smetteva di suonare ... pff... lei spariva nel silenzio, così come era apparsa.
    Ormai era il suo incubo.

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  2. Se passa l'angelo resti così. Cioè con una smorfia stampata sul viso, con tanto di lingua di fuori e gli occhi storti. Glielo dicevano sempre da bambino a Ciccio, e lui aveva finito per crederci, poco a poco. Per questo aveva cercato di evitare prima le smorfie fatte per gioco e poi qualsiasi espressione della faccia. Via la meraviglia, la paura, la gioia, l'angoscia. Un viso piatto, era diventato il suo, espressivo al minimo. Con le infinite combinazioni del viso se n'erano andate anche le passioni. Così si era avviato a una vita grigia, senza scosse, senza sorprese, senza grandi amori. Fino a quando un giorno decise di riprendere tra le mani la chitarra e le dita partirono da sole. Cominciò a inventare quello che si inventa quando si è sicurissimi che nessuno sia nelle vicinanze a sentire, e forse fu per questo momento di recuperata libertà che le emozioni di Ciccio si rifecero vive tutte in una volta. La canzone che nasceva era bellissima, e anche il viso di Ciccio cercava cose che non si ricordava quasi più. Fu quando ebbe la sensazione fortissima di aver ritrovato tutto che l'angelo passò, stavolta davvero.

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