mercoledì 29 giugno 2011
La città sgrammaticata - Loro di PalermoNapoli
Foto e testo di Gigliola Siragusa
A Palermo in occasione delle feste rionali, nella quasi totalità dei casi, vengono chiamati ad esibirsi come ospiti d'onore cantanti napoletani o facsimili nati in Sicilia ma interpreti di canzoni di matrice napoletana. La musica partenopea ha una presa notevole sulla nostra popolazione vuoi per le nenie melodiche che per gli argomenti trattati. Eccovi alcuni significativi titoli di canzoni: "Comm'aggia fa, Che pozze fa, Senz'e te nun pozz sta, Nun te pozz perdere, Si na' scema, Vestuta e sposa, Spuogliete stasera, Nu latitante, A primma vota carcerato, Carcere e femmena"...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Sembra il colloquio tra un camorrista e la sua
RispondiEliminafemmena
E' una specie di circuito culturale parallelo, che nasce e si alimenta chissà come. Bello spunto, Gigliola. L'immagine poi è piena di elementi tanto reali da sembrare simbolici.
RispondiEliminapeccato che di Napoli sia rimasto il melodico o meglio quel che ne rimane, il neomelodico, una depravazione della buona musica della scuola napoletana e si sia invece perso l'illuminismo e la modernità che ne fecero per qualche anno la capitale d'Italia. Impiccati e gettati in mare assieme al corpo di Francesco Caracciolo. Fu allora che Napoli uccise il suo futuro ed oggi ne ha ereditato la "munnezza"
RispondiEliminaa proposito di "munnezza", noi pure l'abbiamo ereditata, ma da chi? dal sindaco Cammarata?
RispondiEliminaPerò da noi, più prosaicamente, si chiama "munnizza". Cammarata ha delle responsabilità, ma non tutte. La pulizia a Palermo latita da sempre.
RispondiEliminaQualcuno ha scritto che "dal letame nascono i fiori". Letame non monnezza
RispondiElimina