giovedì 24 febbraio 2011

Metropoli


Illustrazione realizzata nel gennaio del 1996, rimasta fino ad oggi inedita.
In attesa della proclamazione del vincitore della Detective Story, perché non provate a scrivere un racconto ispirato a questa immagine?

14 commenti:

  1. "Stai attento al mostro dagli occhi verdi che sfotte la carne che mangia, Alberto mio". Serena di nome e di fatto, lei. Riceve i bigliettini amorosi di quell'imbecille senza pudore e senza scomporsi. E pure questo fesso mercenario, che a cinquant'anni gira col berrettino da baseball, non è che sia più intelligente dell'imbecille che rappresenta. Il mostro che si è mangiato la mia carne e mi sfotte non è immaginario. Lo so che è vero, e al contrario di quello che succede in questi casi io sono il primo a saperlo. Ed era meglio che non l'avessi saputo. Quando non lo immaginavo potevo vivere. Ora le cose del mondo non hanno più importanza, perché tutto il mondo si è capovolto.

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  2. Inquietanti toonni volanti!

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  3. Non conoscevi i "toonni": saranno inquietanti, eccome! Ciao, Giuseppe: niente foto?

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  4. Aveva fatto un incubo. Un altro.
    Si era svegliato in preda all'ansia dopo una notte trascorsa a districarsi tra immagini terribili. La città non lo voleva. Questo lo aveva capito bene. Ma gli avvertimenti che riceveva e a cui inizialmente aveva deciso di non dare credito, si facevano sempre più frequenti e minacciosi. E le paure avevano iniziato a corrodergli l'anima.
    Che strana città era questa in cui l'avevano mandato... Luminosa sì, ma come immersa in una luce "strana". Non sapeva dire perchè gli sembrasse "strana", ma sentiva che c'era qualcosa di finto... Di artefatto. Era come se il sole quotidiano fosse lì a nascondere le atrocità viscerali della metropoli. Accecava gli occhi, e rendeva vacua realtà.
    Nei sogni di Carlo la città era sempre piovosa, buia. Tutto era inquietante... I pesci che nuotavano in aria, le auto che spiccavano il volo, i palazzi che si piegavano come servi di una forza sconosciuta... Aveva iniziato a temere per la sua famiglia. Forse era venuto il momento di andare via.
    Certo, chiedere il trasferimento equivaleva ad "arrendersi"... Ma qual era allora la cosa giusta da fare?
    Restò in città ancora qualche tempo, poi, una sera di fine estate, un incubo lo raggiunse a bordo di una motocicletta crivellando di corpi la sua auto.
    Per un attimo gli sembrò di vedere i palazzi piegarsi... Poi il buio prese il sopravvento.

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  5. Cara Caterina
    ieri ti ho vista, elegantissima e raffinata come sempre,passare per la strada. Guardandoti ho provato una punta di orgoglio; ma voglio che tu sappia (e lo scrivo in una lettera perchè tu possa ricordarlo sempre), che ho provato una fitta al cuore quando ho notato lo sguardo che hai rivolto a quell'uomo.
    Quell'uomo venuto dal mare, nonostante le tempeste e le onde cariche di schiuma che sembrano voler inghiottire tutto.
    Già, perchè il nostro mare in questi giorni non ci regala solo pesci,ma ogni onda porta con se uomini, vite, storie....in cerca di una posibilità.
    Il tuo era uno sguardo pieno di timore, di paura, di diffidenza; lo stesso che veniva rivolto a me parecchi anni fa.
    In quel momento i tuoi occhi non vedevano un uomo, ma uno zombie, un alieno dalla pelle verde, un mostro pericoloso. Sappi che è così che mi sono visto tante volte negli occhi degli altri. Sappi che io e lui siamo simili, anche io volevo solo una possibilità.
    Io ero scappato dalla miseria e dalla povertà, lui scappa dalla violenza, dall'ingiustizia e dalla sopraffazione;io cercavo un guadagno e un futuro migliore, lui cerca pace e libertà.
    Io, come lui, ero spaventato, solo, triste, disperato e spaesato in una terra sconosciuta, e lo sguardo intimorito di quella gente mi colpiva e mi feriva più di qualsiasi insulto.
    Ora, guardando i tuoi occhi, ho riprovato lo stesso dolore di allora, ma tu hai indossato i tuoi occhiali da sole gialli e hai proseguito per la tua strada.
    Spero di non dover mai più incontrare quello sguardo!
    Con immenso affetto
    nonno Salvatore

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  6. Potrei sapre chi si cela dietro Nonno Ssalvatore? Ottima scrittura. Ma di chi?

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  7. sono io l'anonima(e assolutamente ignorante nell'uso del pc)

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  8. Questa lettera è bellissima e commovente... Complimenti! :)

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  9. Benvenuta, AdeleP! I tuoi racconti (se vorrai) sono molto graditi!

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  10. La tromba d’aria si abbatteva sulla città con una violenza inaudita, il cielo si confondeva con il mare, le macchine impantanate nell’acqua strombazzavano qualcosa di molto simile alla musica chiassosa, che piace tanto ai ragazzini, i tergicristalli a stento rimuovevano pesci dagli occhi vivissimi che riflettevano il terrore di chi è stato risucchiato dall’acqua per finire stritolato a terra. I palazzi sembrava ondeggiassero sotto l’impetuosa forza del tornado. Tutto questo a Luisa e Paolo non sembrava vero, si sentivano come proiettati di forza in una visione grottesca e non trovavano la forza di reagire, di scappare, di mettersi al riparo. Nonostante Paolo era diventato verde dalla paura, stavano camminando come camminavano da sempre, attraversarono le strisce pedonali con la stessa, lenta, monotona andatura : quella che avevano quando venivano scaldati da un sole compiacente e tiepido,quando venivano sorpresi da una lieve e docile pioggerellina o appena infastiditi dal leggero soffio di un dispettoso venticello. Immaginarono persino che arrivasse a salvarli l’omino dell’agenzia con il cappellino blu, che con fare sicuro, gli porgeva un biglietto per due di sola andata, destinazione : la Città dove non cambia mai il tempo.

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  11. Grazie per la bella accoglienza e... complimenti:il blog è bellissimo e molto interessate

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  12. grazie. Spero vorrai partecipare in qualità di amica e in qualità di scrittrice. Ciao!

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