lunedì 1 agosto 2011

La città sgrammaticata - Elogio della follia


Foto e testo di Gigliola Siragusa

Siamo alla Vignicella, complesso monumentale del XVI secolo divenuto succursale della "Real Casa dei Matti" (ovvero il manicomio) nel 1883 per volere del barone Pietro Pisani, sicuramente precursore, col suo progetto di riforma sulla qualità di vita all'interno dei manicomi, della psichiatria moderna.
L'immagine parla da sè, mi trovo in una stanza con un lettino ed un apparecchio che mette paura solo a guardarlo: la forma è di un casco asciuga capelli ma i capelli, questo casco, li fa rizzare in testa. L'occhio poi si posa su una scritta che campeggia sul soffitto: AMO LA VIVER. Mi chiedo se chi ha scritto queste parole sia stato davvero matto. Genio e follia da sempre nel campo dell'arte hanno camminato insieme. Peccato che al giorno d'oggi la follia venga spesso utilizzata come alibi per giustificare azioni efferate.

3 commenti:

  1. Chiamandosi "Casa dei Matti" almeno non tentava di nascondere la sua vera essenza con un nome addolcito. Foto bella e terribile, Gigliola.

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  2. Ho un po' di "matti" intorno a me (non scherzo), per fortuna non di quelli che hanno perduto ogni "controllo" del loro essere. Li conosco sin dall'infanzia: un paio disegnano e dipingono da sempre, e attraverso il pennello prendono forma, colore, le loro ossessioni, qualche altro suona, e anche in questo caso attraverso la mano (talvolta rigida, bloccata, altre tremolante, pavida, altre ancora irrefrenabile e incontenibile) esplode l'angoscia. Non so quanto oggi amino vivere. E io non posso far più nulla per loro

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  3. Folle è chi pensa che altri, coloro che non gli assomigliano, siano i folli.

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