venerdì 28 gennaio 2011

C'è chi mangia a sbafo


I deputati più pagati in Italia sono quelli siciliani e la buvette dell'Ars è la più economica al mondo...

2 commenti:

  1. C’è il rischio che domani si scopra che alla Buvette non si paga nulla, ma che i deputati percepiscono un gettone per andarci a mangiare, se non è così è solo perché non ci hanno ancora pensato.
    La satira è morta!
    Che satira vuoi fare quando la realtà supera ogni fantasia? E’ come se la realtà si incaricasse di superare l’ultima satira quasi a smentirla. Forse penserete che sto parlando del nostro beneamato presidente del consiglio, ma non è solo quello, non basta che il nostro presidente si senta un sultano e quindi i suoi fedeli amici gli organizzino un harem in modo quasi perfetto, quasi, perché qualche buco evidentemente c’è, visto quello che è uscito dall’intercettazione dei telefonini e che, e questo è veramente incredibile, continua a uscire. Anche il cretinismo supera ogni satira.
    C’è anche quello che è uscito dalla storia dell’immondizia di Napoli, dei lavori pubblici di Bertolaso e della cricca Anemone, ma anche dei cinesi che votano alle primarie del PD, di un ministro degli esteri che si occupa di una proprietà a Montecarlo mentre tutto il mediterraneo e parte del mar rosso è in rivolta, alle porte del nostro beneamato paese.
    Il PD si occupa di tutto questo dicendo che però bisogna occuparsi del paese, immettere liquidità nelle imprese, aumentare le paghe , occuparsi del precariato che coinvolge ormai più di una generazione, ma per fare tutto questo non uno straccio di proposta, è quasi pronta, fra un mese, fra una settimana.
    Eppure non sarebbe impossibile, ad esempio:
    abbassare i costi spropositati della politica, le indennità incredibili di deputati, senatori, consiglieri, ministri, ma soprattutto i loro privilegi, le auto blu, tagliare le province invece di farne ancora, tassare gli affari, diminuire le tasse a chi non riesce a sbarcare il lunario e aumentarle a chi guadagna più di 100.000 euro l’anno, portare i compensi dei precari almeno allo stesso livello degli altri e far pagare contributi adeguati per preservare un sistema pensionistico che può anche prevedere qualche anno in più per la pensione, ma in compenso prevederla seriamente per tutti.
    Se ci si pensa, la flessibilità del lavoro è effettivamente un vantaggio per le imprese, ma proprio per questo si deve pagare, non si esce dalla crisi cinesizzando i compensi, perché con quei salari in Italia non si vive e non si consuma e quindi oltre a creare povertà si uccide l’economia e la professionalità.
    Non è detto che queste cose migliorerebbero le condizioni del paese, ma sono proposte che assieme ad altre vorremmo discutere ed approfondire appassionandoci al nostro destino anziché alla sessualità di un anziano signore che l’indifferenza farebbe sciogliere e sparire.

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  2. Da tempo penso, e con cognizione di causa, che la Regione dovrebbe "fermarsi" per un paio di esercizi finanziari, e tentare di rimettere ordine al proprio interno: dal personale agli uffici, dalle voci di spesa alle possibili risorse. La situazione di "confusione" delle norme legislative e di quelle più banalmente burocratiche è ormai una costante, la personalizzazione dei provvedimenti (dei presidente della regionae, degli assessori, dei direttori) è quotidiana e troppo simile al "mordi e fuggi"

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