giovedì 15 marzo 2012
Alcune domande alla sinistra palermitana
di Matteo Di Gesù
1) Perché in questa città le primarie sono “un grande strumento di democrazia partecipativa” solo se vince il mio candidato?
2) Perché se Rita Borsellino si candida a fare il sindaco di Palermo il suo è “un grande gesto di generosità”, mentre se si candidano Monastra, Ferrandelli, Faraone il loro è un atto di bieca ambizione?
3) Perché se Rita Borsellino, donna dall'indiscussa onestà pubblica e politica, perde le primarie di Palermo pur avendo il sostegno ufficiale di tre partiti e mezzo su quattro della coalizione (o comunque prende più o meno gli stessi volti di altri due candidati apparentemente più deboli), nessuno dei suoi sostenitori si interroga sulle ragioni politiche – insisto: politiche – di quanto è accaduto, limitandosi a ribadire la sua indiscussa onestà pubblica e politica?
4) Perché Fabrizio Ferrandelli, avendo accettato l'appoggio di due soggetti a dir poco ingombranti come Cracolici e Lumia, non fa ancora uno sforzo in più per dissipare ogni dubbio residuo sul fatto che non stipulerà accordi col Terzo polo, e non contravverrà al patto che ha sottoscritto?
5) Come mai si continua a insistere con questa fandonia di un PD buono che appoggia Borsellino e di un PD cattivo che appoggia Ferrandelli, quando tutto il PD siciliano, a cominciare dal suo segretario, ha sempre sostenuto apertamente l'alleanza con Lombardo al governo della regione?
6) E si crede davvero che la gran parte dell'elettorato di centrosinistra sia al corrente e comprenda le dispute bizantine e le tortuose dinamiche interne che appassionano (o dilaniano, a seconda dei punti di vista) il PD nazionale e locale?
7) Quando si potranno liquidare con una pernacchia dichiarazioni come queste, rilasciate da impettiti pretoriani politici dopo l'esito della consultazione: “ha vinto l'antimafia”; “Orlando si è impegnato per la Borsellino: questo dimostra che la vittoria di Ferrandelli è illegittima”
8) Nell'Italia del governo Monti, nella Palermo del commissario Latella, i partiti del centrosinistra, questi partiti del centrosinistra, in nome di quanti cittadini ritengono di parlare? Quanti credono di rappresentarne? A occhio e croce, siamo nell'ordine delle centinaia? Delle migliaia? Delle decine di migliaia?
9) Come mai se il senatore Vizzini invita a votare per Rita Borsellino nessuno ci fa caso e invece il sospetto di cammellaggi di elettori dell'Mpa per Ferrandelli (altrettanto deprecabile, naturalmente) basterebbe a invalidare il risultato della consultazione?
10) Chi ha stabilito che il populismo di Orlando è buono e quello di Ferrandelli è cattivo? E sulla base di cosa?
11) Chi ha dato mandato esclusivo a Claudio Fava di tarare i carati di antimafiosità dei politici di centrosinistra? Come mai l'esito della misurazione risulta sempre favorevole a quelli per cui parteggia e sfavorevole a chi gli sta antipatico (per esempio Rosario Crocetta)? E qualcuno ha idea di quando scadrà questa esclusiva?
12) Perché se Antonella Monastra si incaponisce a candidarsi si tratta di un deprecabile personalismo esiziale, che disperde voti; mentre se Fabio Giambrone viene investito della carica di vicesindaco in pectore dai maggiorenti di partito, nessuno batte ciglio? Eppure non è che lo si sia visto sovente, in città, in questi dieci anni, il senatore.
13) Come mai, se è stato demandato a un Comitato di Garanti di indubbia autorevolezza, legittimato da tutti i candidati, il compito di valutare la regolarità dello svolgimento delle votazioni, già dopo qualche ora dall'esito dei primi responsi, molti leader (sconfitti) sancivano già l'invalidità delle primarie e ne chiedevano l'annullamento? E come mai addirittura l'ufficio di presidenza di un partito (sconfitto), dunque un organo nazionale, ritiene “del tutto inattendibile” il risultato delle consultazioni, diramando un comunicato stampa quarantott'ore prima del responso dei Garanti, unico organo super partes al quale spetta esprimersi sul merito della questione (e alla cui deliberazione tutti si sarebbero dovuti rimettere)?
14) Su quali prerogative etiche si fonda il disprezzo con cui i residenti/elettori dei quartieri Libertà e Politeama parlano dei residenti/elettori dei quartieri periferici e dei residenti/elettori stranieri, dando per scontata la loro corruttibilità? Davvero sono tutti senza macchia, a est di via Sciuti, o contrabbandano una primazia di classe per una supremazia morale tutta da dimostrare?
15) E quali prerogative morali possono vantare oggi, rispetto agli elettori di centrodestra, i supporters dei quattro candidati che in queste settimane si sono confrontati a forza di insinuazioni, accuse, insulti, palate di fango, intrallazzi?
16) E com'è possibile che, invece di combinare questo enorme disastro, segretari, leader, capibastone, grandi strateghi, sagaci politici della sinistra palermitana, non abbiano pensato per tempo a fare la scelta più ovvia, più logica e probabilmente di maggiore successo? Ovvero quella di convergere dall'inizio su un nome tra quei pochissimi che, bene o benino, hanno presidiato il deserto che è stata, che è la politica istituzionale della sinistra palermitana in questi dieci anni? (E che tale è stata anche e soprattutto per loro gravi responsabilità e inadempienze). E se al posto loro hanno provato a farlo i cittadini, perché non se ne fanno una ragione.
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"La politica ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere L.Bianciardi," la vita agra"
RispondiEliminaPerfetto. Non c'è altra parola per definire questo pezzo.
RispondiEliminaP E R F E T T O