Quando scrissi “La guerra di Minkiaman” fui preso da una grande preoccupazione che presto degenerò in autentica paura! Mi piaceva quello che avevo scritto in totale libertà, senza impormi alcun limite censorio e seguendo solo un’ispirazione che non esiterei a definire selvaggia. Ma mi resi presto conto che non sapevo come trasporre la sceneggiatura in immagini a fumetti. Era la prima volta che la passione della mia vita, il disegno, mi si ritorceva contro: giusto quando avevo trovato il mood della scrittura fluente. Un guaio: risolto con uno stratagemma. Pensai Minkiaman come a un film, visualizzando tutte le scene e le sequenze in frame cinematografici: avevo esautorato il disegnatore per evitare di incartarmi se non addirittura di bloccarmi. Per fortuna, alla fine, il disegnatore è riemerso prepotentemente e Minkiaman è diventato un bel libro a fumetti. Dunque la mia idea nasceva già, sin dalle prime battute, come un film inconsapevole: o forse c’era già il desiderio di farne una pellicola per il grande schermo. Chissà. La Draka film ha intuito le potenzialità di Minkiaman e, bontà sua, lo ha opzionato per tentare di farne un film. C’è già un grande regista di cui per adesso taccio il nome che si è innamorato della storia di Totuccio Minkiaman, il supereroe sbilenco di Balarm Town. Insomma, per Minkiaman non potevo sperare di meglio e di più: ma siccome è bene pensare in grande, non posso nascondere che un film potrebbe essere l’input per una serie.
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