mercoledì 31 luglio 2013
martedì 30 luglio 2013
Reportage vacanziero minimo
lunedì 29 luglio 2013
sabato 20 luglio 2013
venerdì 19 luglio 2013
giovedì 18 luglio 2013
lunedì 15 luglio 2013
domenica 14 luglio 2013
sabato 13 luglio 2013
Omuncoli che odiano i cani
L'altro giorno un signore dall'aspetto mediocre (un ometto tondeggiante, bassino e dalla faccia dickensiana) in compagnia del figliolo si è preso la briga di darmi suggerimenti e consigli non richiesti. Tornando da una trafelata passeggiata col cagnolo, un incontro indesiderato. Un bel meticcetto nero e miele si accorge della presenza di Miki. Comincia un roboante contenzioso con scambio di significativi e robusti abbai. Miki non è tipo da farsi pregare, e se provocato, dice la sua senza risparmiare il fiato. Sopraggiunge il disgraziato ometto di cui sopra. Si intromette inopinatamente: non avrebbe alcun motivo di esporsi in modo ostentato e mi fa: Se lo tiri. Cioé pensa che strattonando Miki e portandolo via dall'area in cui i due si insultano liberamente senza alcun pericolo fisico (entrambi i cagnoli sono al guinzaglio e ben trattenuti) la diatriba potrebbe estinguersi. Punto 1: mi chiedo perché l'omuncolo abbia sentito il bisogno di ammonirmi e di lasciare perdere l'altro proprietario. Punto 2: Non sa il disgraziato ometto che trascinando via il cagnolo, questo non smette certo di abbaiare con veemenza: anzi, se possibile, incrementa i decibel del proprio vocione per l'ovvia frustrazione di dover lasciare campo all'altro che invece resta a presidiare il territorio abbaiando come un forsennato. 3: Lo sgraziato ometto su cui madre natura ha infierito non poco, manda due segnali diseducativi: comunica al figlio (molto perplesso, incredulo che il proprio papà si stia esibendo in modo misero) il proprio disprezzo per i cani di cui mostra con evidenza imbarazzante di non capire un accidente e cerca di mostrare alla prole la sua improbabile e ridicola virilità. Non ho resistito e anch'io ho voluto comunicare al povero e sfortunato ragazzino un insegnamento che lo mettesse in guardia. Ho mandato affanculo il papino che, dopo aver balbettato con voce flebile il suo consiglio, è scappato via, infilandosi in un supermercato. Il figlioletto, sempre perplesso, mi ha guardato con ammirazione.
venerdì 12 luglio 2013
I Quattro G
Gibilrossa, luglio 1975. Reduci dalle fatiche degli esami di Stato, i quattro G, nome che affibbiai alla combriccola che riuniva Gaetano, Giovanni, Giuseppe (detto Pippo) e Gianni (il sottoscritto), decisero che era giunto il momento di festeggiare degnamente il conseguimento del diploma e tutto quello che il destino aveva già scritto per loro-noi. Il locale non era particolarmente attraente, ma era fresco e nessuno dei quattro aveva particolari esigenze se non quella di mangiare una buona pizza e bere un'ottima birra gelata. A parte le chiacchiere filosofiche che finivano per parare sulla bellezza degli occhi delle ragazze (Giovanni detestava che non chiamassimo col proprio nome quanto più si desiderava: sì, gli occhi erano lo specchio dell'anima, ma non erano esattamente le parti anatomiche di cui si discuteva con prosaico desiderio) si procedeva allegramente tra alti filosofici e bassi anatomici che chiamerei generosamente e tout-court, eros. La pizza era discreta, o mangiabile, come si diceva allora. Eravamo decisamente tutti e quattro di bocca buona. La birra andò giù piacevolmente e presto chiedemmo al cameriere segaligno e un po' indispettito dalla nostra vivacità carica di risate scroscianti un bis di bionda ben fredda . Giunse il momento più significativo: quello del brindisi con frasi magniloquenti e occhi lucidi (più per le risate che per la commozione). Alzammo i boccali e all'unisono li scagliammo in una memorabile esplosione non programmata, non ordita neppure minimamente. Birra e vetraglia ovunque e risate fino a piangere. E le urla del cameriere disgraziato e segaligno di cui ricordo solo una frase ridicola: sono stato giovane anch'io. Ma quando mai, non poteva essere giovane come noi. Noi eravamo belli e pimpanti, gli occhi delle ragazze erano lì ad aspettarci con grande impazienza. Fu un brindisi alla vita.
martedì 9 luglio 2013
domenica 7 luglio 2013
sabato 6 luglio 2013
La pazienza dei pazienti
Su Repubblica Palermo, 6 luglio 2013.
Con un clic sull'immagine si potrà apprezzare meglio l'illustrazione.
venerdì 5 luglio 2013
giovedì 4 luglio 2013
martedì 2 luglio 2013
Feeling
Per motivi che ignoro e che cominciano a indispormi assai, blogspot pubblica le foto con i formati fuori registro: per vedere al meglio foto e disegni, è bene cliccare sugli stessi: così da visualizzarli per intero e in modo ortodosso. Grazie per la pazienza. La mia è al lumicino.
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