domenica 11 novembre 2012
Invecchiare col dinosauro accanto
Oggi sul Misfatto.
Ero solo un ragazzo quando cominciai a detestare il cavaliere di Arcore ed era la fine degli anni settanta. All’inizio, devo ammetterlo, era un’idiosincrasia dai tratti lombrosiani quell’antipatia epidermica che l’omino in questione mi suscitava: tutti quei denti che sorridevano e ghignavano dentro quella bocca che prendeva i tre quarti del corpo impettito e brevilineo, incorniciati da quattro o cinque capelli impomatati e ben riportati da un capo all’altro della cucuzza.. E poi che dire di quella pistola in bella vista sul tavolo! Non disegnavo ancora satira ma ormai ero prossimo al grande salto. Quando cominciai a lavorare per i giornali, lui era già il signor Fininvest, Standa, Milan e Mondatori, e molto altro ancora. Ma i direttori chiedevano vignette di satira politica in senso stretto e bigotto, e i bersagli di allora erano la mafia, Craxi e la pidue: e per quanto l’omino c’entrasse con tutte queste cose, delle due l’una: o si faceva satira politica da pubblicare su quotidiani e settimanali o satira “sociale” da conservare gelosamente dentro polverosi cassetti. Si era un po’ bacchettoni. La discesa in campo favorì l’inizio di una serie infinita che manco con Andreotti . Per fortuna, ancora oggi, dopo quasi vent’anni di sberleffi e prese per il culo, non ci si stufa del cavaliere di Arcore: mi capita di disegnarlo sempre più vecchio da quando è ringiovanito. Con lui si disegna satira politica ma sotto mentite spoglie: perché in realtà trattasi di satira di costume, malcostume e buoncostume. Vuoi disegnare le gesta patetiche di un vecchio porcone assatanato che butta miliardi in ville e puttane? Puoi farlo ad libitum. Sei stufo delle marachelle del giovane vecchio Renzi e vuoi dedicarti alla satira geronto-psichiatrica? Oggi, e chissà ancora per quanto, puoi farlo voluttuosamente. E’ un pozzo senza fine. Purtroppo
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Bellissima riflessione
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